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Tu chiamami Peter

Opinioni presenti: 14
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Un camaleonte inquieto

(9/10) Voto 9di 10

Bellissima questa biografia di uno dei più grandi attori comici (e non solo) che ha attraversato gli anni '50-'60-'70 lasciando comunque un segno importante! poco conosciuto dal pubblico moderno, Sellers è visto come un attore paranoico, irrequieto, depresso, un po' pazzo, ma soprattutto come un vero e proprio istrione geniale. personaggi di fondo ottimi, ma soprattutto è Rush bravissimo perchè riesce a catturare alla perfezione il Sellers uomo, ma anche il Sellers attore straordinario ed estremo. Molto rock lo definirei! Per chi ama Sellers è da vedere assolutamente...chi lo conosce poco potrebbe rimenerne spiazzato.



Luigi, 22 anni, Albenga (SV).




Illuminante

(9/10) Voto 9di 10

Ho visto questo film come unico spettatore del cinema e il tutto ha acquistato ancora più fascino perchè mi sono sentito premiato con questo capolavoro del cinema drammatico vestito da commedia brillante. Se anche la storia facesse schifo Rush da solo varrebbe il prezzo del biglietto assieme ai tanti comprimari che affollano il film (edwards, kubrick, peg, la I moglie annie). Se poi aggiungiamo una sceneggiatura ricca di riferimenti e che non si vergigna di darci la vera immagine di un enorme attore vittima di se stesso e del suo mestiere il film merita davvero un lungo applauso sincero ed emozionato...perchè pur potendo ed avendone ben donde Sellers non si riesce ad odiarlo e da l'idea di un uomo difficile. Anche perchè per noi non suoi contemporanei resta solo la grandezza dei suoi mille personaggi che incatenano l'infantile Peter. Per questo e per altri mille motivi consiglio di passare due ottime ore con Rush/Sellers! titicchio77



Giuseppe, 28 anni, Bari (BA).




Tu chiamami Peter

(8/10) Voto 8di 10

Sono rimasta un po' delusa scoprendo l'egoismo e la sregolatezza di Peter Sellers,mio grande idolo (soprattutto in:"invito a cena con delitto").Il film è certamente fatto bene ma diffamante e se Peter fosse ancora in vita il regista di Tu chiamami Peter sarebbe già stato denunciato. Credo che Peter abbia un atteggiamento infantile e, come suddetto,estremamente egoista. Infantile perchè, quando ad esempio,il figlio Michael gli segna la macchina Peter,come un vero bambino,si abbassa al livello del figlio e si vendica ma, soprattutto, si vendica disruggendogli i giochi! Inoltre il morboso affetto per la madre mi riporta a PSYCHO. Bisogna dire che Peter Sellers,come tutti gli attori comici era malato di mente. Sicuramente non mi farò condizionare,dopo aver visto Tu chiamami Peter,quando guarderò un'altro suo film:bisogna considerarlo come attore in un modo e come persona in un altro. Per il resto un film fatto bene,con bravi attori.



Caterina, 14 anni, Fdvbdc (AL).




Peter Rush

(8/10) Voto 8di 10

questo film mostra quella parte di Peter Sellers che noi non siamo riusciti a vedere.ovviamente sono rimasto sorpreso dal carattere difficile e preoccupante di Peter.Comunque non bisogna farsi condizionare il Peter Sellers che avete sempre amato rimarrà lo stesso. gli interpreti sono incredibili:Geoffrey Rush anche non assomiglia fisicamente a Sellers è bravissimo;Charliez Theron carina e brava;Emily Watson abbastanza brava;ma soprattutto mi è piaciuto Stanley(Kubrick)Tucci un attore con molto talento. guardatelo ne vale la pena.



Michele, 15 anni, Gavirate.




Life and death of Peter Sellers

(3/10) Voto 3di 10

Contrariamente a quanto succede in Italia, gli americani quando fanno un biopic lo fanno per lo più per mettere l’accento sugli aspetti più negativi del personaggio in questione. E’ stato il caso di Ray, di Ali e adesso lo è di Peter Sellers, l’indimenticabile attore inglese la cui carriera è raccontata nel film Life and death of Peter Sellers di Stephen Hopkins che esce ugfficialmente in italia oggi 19 agosto con il titolo Tu chiamami Peter – ma ha rischiato di chiamarsi Una pantera ad Hollywood!. Il film, nato per la televisione americana, ha un cast di tutto rispetto, a cominciare dal protagonista Geoffrey Rush che, anche se penalizzato a volte da un make up troppo evidente, è un perfetto Sellers nelle espressioni e nelle movenze. La bellissima Charlize Theron è la bella Britt Ekland, attrice e seconda moglie di Peter, mentre Stanley Tucci è un introverso, insofferente e pignolo Stanley Kubrick. Da ricordare anche la nostra Sonia Aquino (presentatrice di Coming Soon) nella parte di Sofia Loren, non perché sia un grande nome ma perché è una delle cose che restano maggiormente impresse nella memoria dello spettatore (specie se maschio e etero). Il film è gradevole nella ricostruzione della Hollywood degli anni ’60 e ’70 e molto efficace è anche la trovata di far interpretare a Geoffrey Rush a turno ognuno dei personaggi del film, con lo stesso spirito istrionico di Sellers. Quello che può sembrare meno riuscito è il tentativo di introspezione psicologica dell’attore inglese, ma del resto Hopkins non è Scorsese. Tutto quello che si sa, per sentito dire, di Peter Sellers, nel film è rappresentato in maniera troppo iconografica se non banale. Quindi assistiamo al Sellers lunatico che distrugge i giocattoli del figlio per poi regalargli un pony dopo nemmeno un giorno, al Sellers donnaiolo che lascia la famiglia per inseguire un sono erotico con la Loren, al Sellers vizioso che indugia nell’alcool e nelle droghe pesanti, fino al Sellers vanesio che si innamora di un romanzo (Being there/Oltre il giardino) che vuole a tutti i costi portare sullo schermo convinto che possa donargli l’immortalità. Il film non sarà visto quasi da nessuno in Italia, visto il periodo in cui lo faranno uscire, ma credo che girerà abbastanza nel circuito Home Video. Vale la pena, comunque, di essere visto se non altro perché ricostruisce la genesi di film molto popolari e perchè ricorda un attore forse mai abbastanza apprezzato, alla vigilia di un remake de La pantera rosa con Steve Martin.



Ferdi, 38 anni, Napoli.





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