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Arancia meccanica

Opinioni presenti: 345
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Click, clack Click, Clack...

(9/10) Voto 9di 10

Dopo tanti anni, faccio ancora fatica ad osservare questo film tutto in una volta. A Clockwork Orange, È un titolo che racchiude il senso della storia in questione. Nato dal dialetto di alcune periferie nell'est di Londra; il medesimo, sta a significare un "Qualcosa-di-strano", non contemplabile totalmente, ma che, comunque, viene accettato nella realtà di tutti i giorni. Viene usato in frasi come: What is happenin' is strange like a Clockworck Orange. In italiano dovrebbe suonare come: Quello che sta accadendo è strano, come un'arancia ad orologeria. Anthony Burgess, autore del romanzo a cui è stato ispirato il film in questione, legò attorno a questo “motto londinese”( da cui deriva anche il titolo del romanzo) tutta la sua filosofia di pensiero. Egli credeva che, ogni essere umano, poteva eseguire atti di immensa bontà e malvagità contemporaneamente, senza distinguere la ben che minima soglia morale; tuttavia, questa volontà, questa presunta scelta, era dovuta unicamente ad una -Meccanica primordiale-: "Una serie infinitesimale di conseguenze che andavano a muovere piccoli Ingranaggi e, istante dopo istante, avrebbero creato la più impercettibile struttura di pensiero a capo di ogni qual si voglia (presunta) scelta." e di fronte a questa riflessione,Burgess, ne susseguiva con un importante domanda: Chi compie il Primo atto? O per rimanere in tema con i termini: Chi dà la prima carica a questo(i) marchingegno(i) (Ossia, gli esseri umani) "meccanico(i)"? La riflessione che Burgess ci pone è un po' sarcastica, direi quasi da black humor, perché, egli, vuole palesemente mettere in dubbio un concetto importante: Il libero arbitrio. Comunque, al di là di questa delucidazione sull'origine del titolo scelto da Burgess e la sua filosofia; vorrei dire quanto, io, trovi Eccelso questo film di Stanley Kubrick e che, forse, non poteva uscire fuori rappresentazione migliore da questo Importante romanzo, visto anche il periodo in cui si colloca. Trovo sublime l'associamento della colonna sonora e la fotografia, in ogni suo forma, in ogni suo istante. E per quanto riguarda il fantomatico senso del film, credo personalmente che sia inevitabile, visto anche le origini del titolo, ricadere in una lettura puramente filosofico-esistenziale; in una pura analisi introspettiva dell'essere umano, che ci costringe a domande come: Cos'è Il Male? Abbiamo Davvero libertà di scelta? Durante lo scorrere del film ho potuto notare varie "pause" riflessive, come quella di Alex e la sua banda quando incontrano il barbone; Prima del pestaggio, c'è un breve dialogo tra carnefice e la vittima, dove l'uno esprime il suo disprezzo per la vita a causa della sofferenza che sta subendo, chiedendo di farla finita subito, e l'altro, ferocemente incredulo, fa intuire di gioire per la continuazione della vita, proprio per la sofferenza che sta infliggendo (o che da lì a poco infliggerà). L'esatto contrario. Ma chi è tesi? e chi anti-tesi? Un drammatico "continuum umano".



N.Masini, 26 anni, Milano (MI).




esaltazione della violenza ?

(8/10) Voto 8di 10

Considero questo film uno dei migliori della storia. Con tutto il rispetto per le opinioni degli altri, penso che, chi ritiene che questo film esalti la violenza, abbia frainteso il messaggio. Secondo me questo film non è altro che una cinica e spietata analisi della natura umana, quasi un'autopsia . Se ci si fa caso, nel film non esistono personaggi che incarnano la positivita': a prescindere da Alex ed i suoi drughi, i genitori sono lui pavido e lei psicotica, Deltoid è un maniaco unicamente interessato al successo del suo progetto, il cappellano militare è un pervertito etc. La violenza è solo un accessorio che compare e trova la sua "giustificazione" nel contesto : tant'è vero che Alex, dapprima autonomo e non legittimato nei suoi atti, viene carcerato , ma poi una volta passato dalla parte del potere gli si da carta bianca (cosi' come era stato fatto coi suoi drughi).Come a dire che se la violenza sia sbagliata o giusta lo stabilisce chi comanda .... (ripeto, questo è quello che viene denunicato secondo me,non quello che l'autore ritiene giusto).Appare dal messaggio che le persone rifiutano la violenza piu' per un condizionamento sociale che per una presa di coscienza autonoma : per Alex c'è bisogno del trattamento Ludovico, molto simile ad un lavaggio del cervello, perchè non c'è speranza che si renda conto del male che ha fatto .... una denuncia feroce dei limiti della mente umana. Tutti i personaggi appaiono come marionette : chi parla di "danza" (in un messaggio precedente) in un certo senso ha ragione, è come se tutto facesse parte di un inganaggio micidiale in cui tutti i personaggi sono solo delle rotelline che rischiano di rimanerne schiacciate se non stanno al passo. Si potrebbe obiettare che è fuori luogo il tono leggero e giocoso con il quale viene narrata la storia, beh ricordiamoci che a narrarla è lo stesso Alex , uno con gravi limiti mentali e che non si puo' rendere conto di quello che fa .... avrebbe senso la storia narrata da un Alex contrito e pentito dei suoi atti ? sarebbe un film ipocrita e scontato, datoche' neanche col trattamento Ludovico Alex ha imparato nulla, ma ha solo sviluppato un riflesso condizionato che gli impedisce di essere violento, pur mantenendone tutti gli istinti. Ma questi sono "sofismi", come dice il politicante di turno al cappellano: pur di combattere la criminalita' (= dar fumo negli occhi all'elettorato) un metodo disumano e violento come quello Ludovico è perfettamente ammissibile. Detto fra noi poi, il film sara' pure violento ma mi sembra che in giro negli ultimi 30 anni se ne siano visti di peggiori : ed alcuni si che esaltanola violenza in modo gratuito , irrealistico,ed idiota.



Leo, 43 anni, Roma (RM).




unico

(10/10) Voto 10di 10

Kubrik rende tutte le scene surreali, e si diverte ad alterare la logica lineare degli spettatori disorientandoli a tal punto che ad un certo momento del film si fa quasi il tifo per Alex perchè sembra che le persone che lo circondano siano ancora più orribili di lui. La società partorisce un mostro che quando perde il suo istinto violento diviene della società vittima e potenziale suicida. Le particolari inquadrature, la fotografia, le musiche classiche e talora allegre frammiste a sequenze di violenza, le battute degli attori, la violenza "stilizzata" e l'atmosfera surreale sono aspetti "nuovi" che imbrigliano il nostro modo logico di pensare. Questo è un film stupendo ma come tutti i film di Kubrik da comprendere....e quindi per pochi intenditori.



silvio, 36 anni, caserta (CE).




Innovativo e sovversivo.

(8/10) Voto 8di 10

Anche se forse non è il film più bello di Kubrick rappresenta sicuramente l'apoteosi della sua genialità. Sembra quasi impossibile che il regista possa spingersi oltre. Basta soffermarsi a pensare a quanto questo film sia innovativo e sovversivo per il 1971, anno della sua realizzazione. Anche se quella che rimane del film è, in fondo, un'idea un po' sconclusionata, non vedere questo film sarebbe un grave insulto alla storia del cinema.



Susanna, 23 anni, Pistoia.




Sadici? Disturbati?

(10/10) Voto 10di 10

Quando leggo certe opinioni rimango allibito... ok, ad alcuni il film non piace (fatico a capire ma... de gustibus), ma io mi ritengo una persona equilibrata, tranquilla, piuttosto soddisfatta della vita e che, soprattutto, gode a vedere capolavori come questo: i film di violenza ostentata fine a se stessa quelli sì, mi danno molto fastidio, ma qui la violenza è su un piano diverso, quasi una danza. Tutto in questo film è perfetto, a cominciare dall'incipit al Korova milk bar (nella nostra epoca conformista nessun film riesce ad avvicinarsi neanche lontanamente all'intensità dirompente di certe scene di Arancia meccanica).



Andrea, 46 anni, Torino.





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