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La caduta

Opinioni presenti: 126
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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bel film

(8/10) Voto 8di 10

drammaticamente realistico. Un lato della Guerra che forse nessun altro film ha mai mostrato così nei particolari. Gli ultimi giorni di Hitler.



Saro, 38 anni, Ragusa (RG).




Eccellente

(10/10) Voto 10di 10

Interpretazione perfetta di Bruno Ganz,grande cast. Un film da vedere e rivedere.



Pietro, 36 anni, Palermo (PA).




La tragedia della normalità

(9/10) Voto 9di 10

Tratto dall'unione fra le memorie di Tradl Junge, l'ultima segretaria di Hitler, e la biografia del dittatore tedesco scritta dal grande storico Joaquim Fest, questo film ci presenta gli ultimi giorni vissuti nel bunker di Hitler. Le polemiche suscitate dal film a causa di una sua ipotetica eccessiva bonarietà nei confronti di Hitler sono del tutto infondate. In realtà la forza del film sta proprio nella sua capacità di mostrarci i vari personaggi del bunker, compresi gerarchi nazisti e lo stesso Hitler, senza volerci dipingere a tutti i costi ritratti di mostri disumani, bensì immagini di uomini che hanno scelto il male e che vivono e muoiono per esso. Il Male è terribile e sconvolgente proprio perché non pensato e compiuto da malati di mente, né da bestie, né da alieni, ma da uomini. Nel film Hitler ed i suoi compagni mangiano, bevono, ballano, baciano, abbracciano, sorridono, piangono, amano, si sposano; mentre compiono tutte queste attività umane progettano di mandare a morte milioni di civili, di far combattere bambini, di incenerire ebrei, di radere al suolo città e nazioni; dopodiché uccidono amici, cognati, mogli, e figli e si suicidano. In questa loro normalità sta la vera tragedia di ciò che è accaduto. Il fatto che si parli poche volte della questione ebraica non ha nulla di strano: "La caduta" non è un film sugli ebrei, bensì un film sugli ultimi giorni di vita di Adolf Hitler. Il film è ben diretto, l'ambientazione ristretta, claustrofobica, rende in modo efficace le condizioni di vita all'interno di un bunker ed il senso di oppressione, di minaccia e di paura che di certo vi regnava. I personaggi principali sono ottimamente caratterizzati; il bravissimo Bruno Ganz interpreta straordinariamente bene il ruolo di Hitler, una parte non certo facile. Di notevole effetto risulta l'interpretazione di Eva Braun, presentata nella sua inquietante e tragica frivolezza. I vari attori sono stati ben scelti, anche sulla base della somiglianza fisica con i personaggi reali, che è davvero straordinaria. Notevolmente impressionante la sequenza dell'assassinio dei sei bambini di Goebels,che rende con la giusta e disarmante freddezza il livello di orrore a cui possono giungere menti annebbiate dal "lavaggio del cervello" a cui può portare un'ideologia di morte. L'attrice che interpreta Magda è bravissima. Il modo freddo, meccanico, distaccato con cui si consumano le tragedie umane all'interno del bunker è funzionale al film: riflette quanto più correttamente possibile il punto di non ritorno a cui era giunto il nazismo e la via senza uscita a cui si era ormai condannato senza appello chi lo aveva creato e seguìto. La fotografia, i costumi e le scenografie sono di buon livello, la ricostruzione storica fedele alle diverse testimonianze, le interpretazioni impeccabili. La durata non è breve, ma l'interesse per le vicende narrate e la buona direzione impediscono al film di risultare pesante.



Angela, 29 anni, Mn.




Un punto di vista sconosciuto e ignorato

(9/10) Voto 9di 10

Assegno 9 a questo film per tantissimi motivi. Prima di tutto, per la capacità del regista di ricreare l'ambiente claustrofobico del bunker (un'operazione che gli era già riuscita con "The Experiment", ambientato in un carcere-laboratorio), poi per la capacità, più unica che rara, di farci quasi sentire parte della popolazione del bunker, per la veridicità storica e l'estrema somiglianza degli attori con i rispettivi personaggi, e infine per l'interpretazione semplicemente magistrale, e sicuramente difficile, di Bruno Ganz. Come già scritto nel titolo della mia recensione, il film racconta le ultime ore di Hitler da un punto di vista sconosciuto e finoa ignorato: quello personale. Mostro quanto mai (e nel film emerge più volte, e di solito quando è calmo, non quando si infuria), ma anche Hitler ne aveva uno. Tanto premuroso cn la segretaria e più in generale con le donne del bunker, quando furibondo con i suoi generali Mi è piaciuta molta anche l'interpretazione di Eva Braun, che appare come la donnetta superficiale che viene storicamente ricordata, pur senza cadere nella macchietta. Non capisco piuttosto le accuse di filonazismo, e le indignazioni di chi ha notato che la persecuzione agli ebrei viene citata tre volte in tutto. Si tratta di un film su Hitler, non di un film sulla Shoah, ed è quindi giusto che LUI sia il protagonista. Potrà forse apparire cinico, e magari, involontariamente lo è anche un pò, ma deviare il discorso sulla Shoah, per come la vedo io, sarebbe stato un errore che invece, fortunatamente, non c'è. Concordo con chi ha scritto che "votare 1 per questo motivo è un pò infantile". Non è intenzione del regista sdoganare la figura di Hitler, né è questo il messaggio che passa. Se non lo capite, mi dispiace, ma è peggio per voi, perché non cogliete il senso, ben più profondo di quello che pensate voi, del film.



Stefano, 26 anni, Siliqua (CA).




storia intensa

(10/10) Voto 10di 10

Un ottimo film, curatissimo nei minimi dettagli, perfino le posate e i piatti sono quelli veri (forse anche originali) dell'epoca. Bravissimo Bruno Ganz nel ruolo di Adolf Hitler. Dato che si sta commentando un film, trovo decisamente fuori luogo i giudizi politici espressi,con una superficialità a dir poco infantile, da alcuni commenti, considerando anche che la grande maggioranza delle cose che la gente comune crede di sapere su Hitler e sul nazismo in generale sono per buona parte inesatte, quando non delle vere e proprie sciocchezze.



Davide, 16 anni, Reggio Calabria (RC).





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