Degno di attenzione questo intricato psico-thriller. La storia si srotola non proprio semplicemente, occorre seguirla con attenzione per capire tutti i passaggi, ma il risultato è davvero gradito. Qualche pecca di logica, ma il tutto ha un fascino nascosto inequivocabile, ovvero il voler sapere a tutti i costi quale sarà l'epilogo dopo tanta sofferenza. Azzeccatissimo Adrien Brody nella parte principale e una sempre adorabile Keyra Knightley a fargli da spalla. Un montaggio meglio definito gli avrebbe garantito un mezzo voto in più, ma per me già così è molto buono.
Un film intrigante e particolare ma.....! Che Adrien Brody sia grande me ne ero accorto come penso tutti, nel pianista di polanskj, però senza di lui questo film nn starebbe molto in piedi. Secondo me mancano un po di spiegazioni, citazioni scientifiche ecc.. però se si è abituati a nn farsi tante domande è una storia che nn fa male.
Ammetto di essermi accostato a questo film con una certa diffidenza; e i primi 10/15 minuti, un po' fastidiosi e irritanti, non hanno fatto altro che aumentare i miei dubbi sulle qualità di "The Jacket". Superato questo scoglio però mi sono trovato di fronte ad una vera e propria perla. Monumentale la prova di A. Brody e pienamente sufficiente quella del resto del cast. Buona la regia e la fotografia (anche se all'inizio può non piacere). La trama... beh la trama è stupenda, da elogiare senza messi termini. Se vi sono piaciuti pellicole come "Donnie Darko" o il sublime "Vanilla Sky", questo è un capolavoro che non potete lasciarvi scappare.
Nessuno inventa mai nulla, questo lo si sa tutti e da tanto tempo. Quindi inutile dire che l'idea non è nuova (ma cmq questo non implica necessariamente di essere in presenza di un plagio) perchè già vista in altri film come "The butterfly effect" o "Allucinazione perversa", ma anche in film molto più leggeri, tipo "Terminator" e sempre con "incongruenze" spazio/temporali che derivano per lo più dal nostro concettualizzare il tempo come qualcosa che funziona a compartimenti stagni e che ha uno scorrere rettilineo ed uniforme. Ma volendo possiamo anche trovare qualcosa in comune con il mitico "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e fare paralleli/confronti con il più bravo "pazzo" della storia del cinema. Ma questo, tutto questo, nulla toglie alla bellezza del film e alla bravura degli attori. Per me è un buon film e alla fine quello che riesce a fare, meglio di molti altri film a sfondo religioso, è dare un finale consolatorio che riesce a rendere l'immagine della morte meno triste e angosciosa. E' uno dei pochi film in cui l'interprete principale muore ma l'evento non ti lascia quel senso di tristezza dentro anzi: sei contento perchè così lui potrà andare in un mondo migliore. Banale in finale? E perchè? Solo perchè nel miglior stile Hollywoodiano c'è, nonostante la morte dell'interprete principale, il lieto fine? Io credo che questa posizione critica sia banale.
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(7.5/10)
