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Cuore sacro

Opinioni presenti: 160
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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deludente

(5/10) Voto 5di 10

Mi aspettavo di più da questo film. Lungo, un pò patetico e sconclusionato. A reggere il film la colonna sonora bella e commovente.



Carlo, 30 anni, Ag (AG).




Cuore di madre

(9/10) Voto 9di 10

Non condivido la recensione di max morini. a me il nuovo film di ozpetek è piaciuto moltissismo. per il regista turco è stata una sfida più impegnativa dei lungometraggi precedenti che, a mio avviso, ha vinto pienamente. non penso che cuore sacro sia un film che ruoti attorno ai temi della religione, della conversione, o della scoperta del dono di sè agli altri. si tratta soprattutto di una storia profondamente intimistica, il racconto di un percorso tipicamente femminile come la scoperta del proprio istinto materno, o meglio, della propria capacità di essere madre, attraverso la scoperta di una figura materna che alla protagonista era stata negata fin da piccola. non per niente gli autori utilizzano l'immagine della pietà di michelangelo in una delle scene più vibranti del film. l'incontro di irene con la bambina è allora l'incontro con la madre sconosciuta, e il calarsi tra i luoghi più bui di roma, dove vivono gli emarginati dei nostri giorni, diventa un percorso obbligato all'indietro nel tempo, fino alla propria nascita e all'infanzia, luogo dove prendono forma e risiedono per sempre le fragilità dell'esistenza umana.



Vincenzo, 33 anni, Alcamo (TP).




Mi è piaciuto ma non entusiasmato

(6/10) Voto 6di 10

mi è sembrato di vedere un film di P.P.Pasolini senza le esagerazioni di carattere sessuale e ideologico-politico che contraddistingueva quest'ultimo. "Teorema" non era forse anch'esso una critica al materialismo e ad i suoi esponenti? La scena finale con massimo girotti che si spoglia e corre quasi impazzito nella stazione termini non è simile alla scena analoga della bobulova nel film di Ozpetek? Anche in "Teorema" c'è una specie di angelo che guida i protagonisti a rendersi conto della negatività della loro condizione di ricchi, solo che invece di una candida bambina c'era un giovane che usava il sesso per entrare in contatto con i protagonisti. Così come la spiritualità della condizione di povero è la stessa di "Accattone" di Pasolini così come l'uso della musica sacra e il ricreare scene bibliche con personaggi di emarginati (confrontate la scena in cui la bobulova abbraccia il barbone bagnato, ricorda la pietà di Michelangelo così come la scena finale di "MammaRoma" di Pasolini con il protagonista legato ad un tavolaccio ricorda un celebre dipinto del Cristo deposto dalla croce). Non condivido l'opinione di chi vorrebbe rispedire ozpetek in Turchia, è comunque bravo, ma non è un genio, al momento meno opportuno i suoi film hanno pecche vistose ma ma riesce comunque a non essere scontato e a fare del buon cinema.



Stefano, 31 anni, Anzio (RM).




Le due irene

(9/10) Voto 9di 10

Barbara bobulova è abilissima nell’interpretare le due irene. all'inizio, perfetta ed impeccabile donna manager, austera ed impassibile agli eventi causati dalla propria azione a capo dell’azienda di famiglia, ereditata dal padre e che gestisce con l’appoggio della zia federica. presa dai propri obiettivi di ristrutturazione edilizia – o forse meglio di speculazione economica – del palazzotto di famiglia, per caso viene a contatto con due realtà per lei vicine, ma finora completamente estranee. precisa e candida l’interpretazione della zia “dimenticata” che si propone breccia rivelatrice di una realtà che, fino a quel momento, era stata celata ad irene. centrale la figura di benny, vero elemento scatenante il radicale cambiamento in irene: una ragazzina, tanto scaltra quanto amabile, che mostra più saggezza e astuzia della stessa top manager. ci vuole poco per lei ad attirare la curiosità in irene, la cui maschera di cinismo si sta ormai sgretolando. ammirevole come ferzan ozpetek abbia con eleganza, diplomazia ed attraverso sottigliezze ricercate, fatto risaltare veri spaccati di società. la musica adattissima e mezzo fondamentale per trasmettere le sensazioni che il regista vuole suscitare, senza però convogliare verso alcuna soluzione preimpostata. come nelle precedenti opere, ozpetek non manca di lanciare sferzate che marcatamente ed attraverso la crisi di irene vengono rivolte ad un assemblea di amministrazione sonnecchiosa e sorda. irene si trasforma da personaggio estremamente definito in una figura sfuggevole, determinata a portare avanti i nuovi obiettivi cercando di evitare alcun tipo di costrizione del proprio agire, fino al punto di resentare la follia, l'estrama estraneità alla realtà circostante. sabrina c.



Sabrina, 23 anni, Asti (AT).




Il sorriso che spesso ci uccidono!

(8/10) Voto 8di 10

Solitamente vado a vedere i film di ferzan la sera stessa che vengono messi nelle sale cinematografiche,purtroppò quest'anno non sono potuto andare la sera del 25 eprchè ero ad una festa di laurea cosi sono andato il lunedì perchp nel weekend lavoro.bhè.cosa dirvi...per capirmi dovevate essere seduti lì accanto a me...sentire l'animo di chi era in sala...parlavano anche i silenzi...su quelle musiche del grandissimo andrea guerra il mio cuore vibrava...quelle inquadrature...quei colori...per non parlare della bravura della protagonista barbara bubulova e di tutto il resto del cast,di cui molti li ho ritrivati già nelle fate ignoranti!io vi consiglio di andarlo a vedere perchè vi regalerà un'emozione che non potrete più dimenticare...soprattutto a che,per paure di ricordi,non è riuscita ad essere lì quella sera.un gran bel film che vi lascia un immenso dentro.buona visione e aprite i vostri cuori.



Mare, 29 anni, Aversa (CE).





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