Senza parole. Sono un tifoso juventino ma questo film è stupendo. Ci fa capire i veri valori della vita, che vanno al di sopra della fede calcistica. Il calcio, quello di una volta, può dare un senso alla nostra vita e i suoi miti ci possono aiutare a conoscere meglio noi stessi, come nel caso del figlio del trombettista. Eccezzionali i passaggi passato-presente, e fantastici gli intrecci che ci permettono di scoprire che certi personaggi del passato sono quelli con cui si ha a che fare nel presente. da vedere
Questa frase,apparentemente così semplice,sussurrata un paio di volte nello scorrere della pellicola, ti penetra nell'anima così come tutto il resto del film,...resta sul tuo palato una sensazione di dolce-amaro e una stretta al petto che solo le favole di vita reale possono darti.
Un film dedicato a chi è ancora capace di emozionarsi per le piccole cose,bramare e ardire per i ricordi e la momeria: l'unica cosa di immortale che l'uomo possa vivere...
Ora e per sempre passa e soffia leggero,ma lascia un eco eterno, celebra la continuità e i valori che non si spegneranno mai, non solo per chi è granata come me, non solo per chi quella maglia color sangue la sente come una seconda pelle, ma per chiunque abbia voglia di lasciarsi andare e riscopire qualcosa di se stesso che era rimasto sopito nella frenesia dei giorni nostri.
Il calcio come metafora della vita, come specchio dei sentimenti di una società, anzi, di due socieà a confronto tra loro: quella attuale e quella dei difficili anni del dopoguerra; quella squadra era capace di dare motivo di gioia ad un Italia che con fatica rialzava la testa dopo gli orrori della guerra.
Solo il fato la vinse, e solo il fato è in grado di raccontare spigionare storie e sentimenti come questi:
"che le più belle storie siano con voi", che siate tifosi di questi colori o non....
Questo film rende almeno in parte il significato di cosa voglia dire essere tifosi del Toro, qualcosa che va oltre lo sport,e' un modo di essere,uno stile di vita.
Ottimi gli attori,grande il regista,la scelta di alternare scene passate e presenti e' stata azzeccatissima. Un buon film,davvero, si guarda volentieri, non e' mai banale.
... e mi viene voglia di non mettere piu' piede in uno stadio, proprio come il trombettiere...
Non mettere piu' piede dentro, per non confondermi con
i banali tifosi di qualunque altra squadra al mondo.
Per non essere preso da chi non segue il calcio, solo per uno che impazzisce per undici uomini in pantaloni corti che corrono dietro a un pallone.
O per non essere preso dai tifosi delle squadre piu' forti solo come per un povero sfigato che per seguire il calcio ha scelto una squadra perdente.
E nemmeno per vedere un tifoso di un Empoli qualunque
sentirsi superiore per esserci davanti, vedere un Leccese venire a Torino per fare punti, o un Sampdoriano che pensa che contro il Torino non si possa non vincere, perche' le partite importanti, quelle dove si deve dare tutto per fare il grande risultato di prestigio sono le altre.
Vorrei che quando gli altri sentissero "Sono del Toro", allora smettano di parlare, ma indietreggino intimoriti, con la paura e il rispetto, con la consapevolezza di non far parte dello stesso mondo, con la certezza di essere solo un semplice tifoso che ha davanti qualcosa che non potra' mai eguagliare.
Questo mi ha lasciato questo film