Se fossi stato lo sceneggiatore, avrei fatto del bagno, ove si consuma il disvelamento della verità, il topos e il kairos della follia omicida della protagonista, oppure del suo suicidio,
oppure ancora del suicidio del bambino (appena accennato, ma subito smentito): insomma, del sacrificio tragico, in cui lo spargimento di sangue diviene il prezzo necessario di quella verità sino allora negata. L'alto valore estetico della prima parte – forte di prove attoriali da manuale, e tutta incentrata sulla rappresentazione, fortemente simbolica, del riemergere psicotico di un lutto rimosso – viene perciò letteralmente bruciato dall'ingresso del raziocinio – ex abrupto e del tutto fuori luogo – in una donna ormai preda della follia, vittima innocente del proprio destino. Un raziocinio tanto assurdo, quanto i successivi escamotages narrativi vòlti a giustificarlo, nel goffo tentativo di raggiungere, a tutti costi, un happy ending da soap opera di basso profilo. Davvero peccato...
Qualcosa di assolutamente insulso che si spaccia per qualcosa di complesso/mistico/metafisico.
Lasciatelo perdere e ne avrete giovamento.
Chi riesce ad apprezzarlo ha davvero poco da chiedere al cinema.
Ah, c'è una cosa positiva: ad un certo punto finisce.
questo film mi ha affascinato,suggestionato,imbarazzato...è il trionfo del mistero della morte sulla vita,perchè molti di noi vogliono rimanere agganciati ai loro cari anche quando non ci sono più oppure ci sono dei vivi,che non vivono davvero e hanno bisogno di inventarsi altre identità come il ragazzino Sean che non vuole più essere lo stupido figlio di una madre mediocre ,ma si vuole immedesimare in sean o forse no è veramente sean, chi può dirlo?
Veramente inguardabile questo film. Mi chiedo se c'e' davvero un regista dietro, o se gli attori si sono ritrovati e si sono messi a recitare scene a caso inventate sul momento. Consigliato solo a chi soffre di insonnia, dato che dopo mezzora di film cadrete in un pesante letargo. Per non parlare del finale senza senso, segno che anche lo stesso sceneggiatore deve essersi addormentato.
Non sarà certo il capolavoro del secolo questo " Birth - Io sono Sean", ma nemmeno è quel che quattro ragazzotti, indubbiamente abituati a qualche storiellina d' effetto in 3D, ci vogliono far credere sia...
La chiave di volta, secondo me, sta proprio negli attimi finali del film, nell' ultima lettera del ragazzino, nella quale egli descrive la sua situazione attuale ammettendo di essere seguito da uno specialista e dicendo "Ancora non hanno capito cosa non andava in me, ma la cosa buona è che non è successo niente... Beh, ci rivedremo in un altra vita. Sean"
E poi c'è la scena della disperazione della Kidman in spiaggia, la quale poi viene raggiunta dal compagno.
Si, una assenza (quella di Sean) che la Kidman non riesce ad accettare ed un mistero (il ragazzino) forse svelato.
Egli si firma nuovamente come Sean, dimostrando che in effetti altri non è che la effettiva reincarnazione del marito defunto della Kidman, ma allo stesso tempo si intuisce che ha inscenato questa "farsa" (del suo sbugiardarsi in zona Cesarini) per dare ancora del tempo alla "moglie" per digerire la sua perdita, il tradimento, e l' impossibilità di ricrearsi una vita con un altro uomo.
"Beh, ci rivedremo in un altra vita"
"Sean"
Appunto....