Qualcuno non ha "capito" questo film...Per fortuna la maggior parte degli opinionisti la pensa come me...ovvero che questa è una pellicola di alto livello. E' più che lecito che un film non piaccia. Quello che trovo un po' superficiale è proporsi con delle critiche inopportune. Per quanto mi riguarda, ero rimasto già molto affascinato da "in the mood for love", dello stesso regista, ed ecco un altro film eccezionale, dove la sensibilità si frappone tra storie di personaggi forse talvolta tristi, cinici, perdenti (come ha detto qualcuno) ma alla fine è uno specchio della vita e viene presentato tutto ciò con sincerità e poesia. Le ambientazioni tetre sono quelle cinesi degli anni 60 (periodo storico non proprio positivo per la Cina)e forse a qualcuno è sfuggito nonostante più volte siano apparse date in sovraimpressione; per quanto riguarda gli abiti: molto eleganti poichè acquistati con denaro "facile". Anche questo era palese. Il protagonista non è bello! Non ci troviamo di fronte a un Brad Pitt o un Roul Bova. Ma quanti uomini e donne, non belli, sono DECISAMENTE più affascinanti dei bellocci senza espressività? La bellezza e i gusti sono sempre soggettivi. Nessuna contraddizione, a mio avviso, appare in questa pellicola e anche il finale è perfetto: in uno spaccato di vita, la vita non finisce, prosegue e non si può tornare indietro. Consiglio questo film a chi ha voglia di riflettere con immagini poetiche e elucubrazioni intelligenti e profonde.
Mi rendo conto che un film così può spiazzare, e infatti non sono d'accordo col finale di un'opinione precedente che dice "guardatelo". No, per guardare questo film bisogna conoscere molto bene Wong Kar Wai, minimo minimo aver visto "Hong Kong Express", "Happy Together", "In the mood for love"; altrimenti si rischia la noia e lo sconcerto.
Per chi apprezza quello che è uno dei grandi registi del nostro tempo, uno di quelli di cui si parlerà e studierà anche in futuro, invece, la visione è obbligatoria. E' un film complesso, meravigliosamente girato, fotografato e interpretato (ma questo è il minimo) e, soprattutto, ricco di particolari e di idee. Con l'idea (splendida) dell'androide e le sue emozioni ritardate un medio regista americano avrebbe tirato fuori due o tre film, per Kar Wai è solo un frammento da inserire all'interno della sua costruzione, della sua corsa verso la perfezione e il concetto.
Grandioso, anche se, ripeto, non per tutti.
Ragazzi, questo Wong e' sorprendente.Dopo In the mood for love, nessuno poteva immaginare che sarebbe stato capace di sfornare un altro capolavoro, ma ci e' riuscito.Mi astengo da un commento piu' specifico per usare lo stesso stile del regista, silenzi assordanti e attimi di vibrante intensita'........................Vedetelo, e' commovente per la sua bellezza.
Molte frasi pronunciate nel film riecheggiano nella mia mente. La cosa che più ha attirato la mia attenzione(ma potrei averne conferma solo dopo una seconda e terza visione)è la particolarità dell'inquadratura che non si concede quasi mai al'intera figura ma a particolari....volti, piedi e mani che si avvicendano sulla pellicola affiancati da mezzo campo pieno. Il regista ti da la possibilità di guardare negli occhi un personaggio per volta, e uno solo....la ripetizione di momenti giocano come un effetto di deja vu un episodio già vissuto ma diverso per qualcosa nel momento della ripetizione.
Il particolare del balcone con la scritta luminosa, accesa o spenta, costruisce uno spazio senza tempo su cui si snodano momenti di vita, piccoli frammenti in seguito ai quali si ha un cambiamento.
Molto interessante anche l'uso dei cromatismi...
L'inquadratura iniziale ( che torna alla fine del film) che rievoca il buco nella corteccia dell'albero mi ha fatto pensare che tutta la storia raccontata sia il "segreto" che il regista sussurra agli spettatori, che sotto ci sia un messaggio altro un codice di immagini, suoni e parole.
ci sarebbe molto di più da scrivere e sicuramente in modo più adeguato!
C'è chi si meraviglia perchè 2046 non abbia vinto un riconoscimento a cannes. non l'ha vinto semplicemente perchè attraverso i sottotitoli non era possibile capirlo. la quantità di parole e concetti e riferimenti espressi da wkw in questo film è tale che solo attraverso il doppiaggio è stato possibile capirlo, per amarlo o odiarlo.
come cogliere altrimenti le molteplici sfumature espressive di questo capolavoro? chi, giusto per fare un esempio, sarebbe in grado di accorgersi che tutto il prologo iniziale è recitato in cinese e giapponese, dal protagonista del film e da quello del suo romanzo? o chi, se non un cittadino di hk, potrebbe altrimenti cogliere che l'ossessione rituale del natale nasce dal ricordo dell'anniversario dell'invasione giapponese della città?
grazie wkw per aver descritto l'indescrivibile in una continua recherche sulla materializzazione dell'impossibile. una perfetta lezione sul dolore di amare, sulla tensione dell'attesa e sui limiti della realtà.
c'è un ulteriore lettura a cui mi piace pensare sul significato del titolo, oltre che semplice stanza, treno metafisico, temuto anno del ritorno di hk alla cina, ed è quella che in realtà sia 20 e 46, un po' più avanti di 8 e mezzo.