questo film è una fonte di riflessione sul valore della vita. mostra perfettamente quanto poco valga l'uomo nella perfida catena dello sfruttamento. sistemato all'ultimo posto(prima ovviamente viene il guadagno), l'uomo soffre, incapace di reagire, fisicamente e psicologicamente...non è il colore della pelle a giustificare tale degrado, che direi del tutto, purtroppo umano.
Trovo questo documentario molto coinvolgente. Anche perché nei nostri ipermercati ho trovato in vendita: "filetti di pesce persico - provenienza Africa - €8,90 al kg"... e adesso so da dove vengono...
Anche il titolo del film è molto arguto.
Fino a quando potrà reggere l'ecosistema del lago Vittoria, fortemente squilibrato, basato su poche specie ittiche che prosperano divorando i propri simili (l'incubo di Darwin)?
Fino a quando può reggere un sistema politico - economico - sociale così squilibrato?
Cosa può scaturire da un sistema che genera situazioni di miseria e sfruttamento talmente atroci che, come emerge dalle parole di uno degli intervistati, la guerra è vista non come un fatto atroce ma come una buona opportunità di lavoro e di sopravvivenza?
Sono domande che dovrebbero condizionate tutte le nostre scelte.
A tal proposito è molto interessante leggere la nota dell'autore nei contenuti speciali del dvd.
Purtroppo a me questo docufilm non ha coinvolto. Resta comunque il fatto che la situazione di quelle popolazioni è drammatica e vedere bambini che mangiano come cani da una stessa ciotola è scandaloso...
Vincitore del Label Europa Cinemas alle Giornate degli autori, premio riservato ai film europei.
Nel 1960, nel cuore dell'Africa, a seguito di un piccolo esperimento scientifico una nuova specie animale venne introdotta nel Lago Vittoria.
Si tratta del pesce persico, un predatore molto vorace, che oggi ha quasi estinto tutte le altre specie di pesce presenti nel lago ma che dato il suo alto valore commerciale e il suo moltiplicarsi a ritmi vertiginosi è divenuto il prodotto di esportazione da cui dipende l'intera area.
Enormi aerei, della ex unione sovietica, atterrano ogni giorno, scaricando armi destinate alle numerose guerre presenti nelle continente, per poi ripartire carichi di filetti lavorati e stoccati, destinati al solo mercato internazionale, a causa degli elevati costi di lavorazione.
Agli abitanti del lago rimangono da mangiare le montagne di carcasse ammucchiate a imputridire; i pack di plastica da bruciare e sniffare come droga per i bambini orfani dei padri morti per aids.
Padri partiti dalle campagne per lavorare come pescatori, infettati dalle prostitute, vedove di altri pescatori infetti, costrette per sopravvivere a prostituirsi senza poter utilizzare i preservativi perchè di fede cattolica... un incubo!
...ma nessuno deve sapere...
…non ci si deve porre domande, i cittadini, ovunque essi vivano, devono solo pensare a lavorare e a consumare.
Non importa se è proprio questa ignoranza, questa mancanza di trasparenza a generare gli incubi più atroci, a generare il male di milioni di persone.
In questo film lo spettatore occidentale ha un'occasione unica di comprendere chiaramente le cause e gli effetti della nostra disinformazione e di come questa si ripercuota indecentemente sulle popolazione delle aree più povere della terra oltre che su di noi stessi.
In questo capolavoro ci si rimette in discussione come uomini perchè ci si riconosce privi di umanità, perchè privati di una coscienza sociale.
DARWIN’S NIGHTMARE è una grande esperienza cinematografica per il cuore e il cervello che torneranno a pulsare emozioni fortissime.
Così come è avvenuto e avviene per i documentari di Michael Moore il film di Hubert Sauper apre le porte dell'indignazione e invita il pubblico a riflettere sul Male.
Incuneati nei meandri di un incubo dove la dignità dell'essere umano è continuamente calpestata e ti verrebbe voglia di capire le ragioni, le responsabilità, i perchè di tutta questa ingiustizia, torniamo a casa ammutoliti ma convinti di aver visto un film utile oltre che ben fatto.
Un montaggio trascinante, una fotografia bellissima, sporca, spietata, poetica.
Questo è un film documentario che dovrebbero vedere tutti.
Francesco Costantini
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(9/10)
