Almodòvar lascia ancora senza parole.A vedere come anche il resto della gente esca dal cinema in silenzio quando sullo schermo i titoli di coda scendono pesanti sull'ultimo motivo di Iglesias,che anche stavolta in grande stile ha firmato la colonna sonora del film.
Il cinema spagnolo avrà onore di una prova registica di tale livello,di una tale spregiudicata onestà d'autore.
Almòdovar riporta lo spaccato di una società tanto moderna e tanto bigotta come quella spagnola,di un paese bastardo e ferito da secoli di tradizione cattolica,di censura inquisitoria e "sacri" passaggi al potere.
Ne viene via una storia malmenata e sconcia,bellissima e sporca.
si va a vedere questo film aspettandosi qualcosa di particolare, come sempre accade nei film di Almodovar , e si esce con la sensazione che una volta di più questo grande regista abbia superato se stesso.
cosa si può volere di più da un film? storia intrigante e appasionante, riflessioni profonde, sentimenti messi in mostra senza pudore, ogni immagine del film ti colpisce come una coltellata, i toni sono violenti,le situazioni spesso estreme, gli attori perfettamente calati nelle loro parti, l'intreccio che sicuramente è dispersivo, riesce a catturarrti e a prenderti in modo che il filo condutttore si trova sempre;l'attore che interpreta la parte di Juan è bravissimo nell'alternare momenti di dolcezza incredibile (colloquio con la madre) ad altri di ipocrisia e durezza,riuscendo a dare un quadro a tutto tondo di un personaggio al contempo pieno di risvolti ma semplice ed evidente, quasi ingenuo nel suo modo di essere.Anche la scenografia ha una sua rilevanza:i colori sono accesi, i contrasti di colore esasperati, gli ambienti ricchi di particolari nessuno dei quali è inutile.Insomma, dopo Tutto su mia madre e Parla con lei non sono uscita delusa da questo film anche se è difficile da credere che l'inventiva di questo regista sia sempre al top.
l'ho visto ieri sera x per la prima volta; non conosco nessuna opera del regista almovodar: ho trovato la trama complicata , non sono riuscita a capire molto, forse non mi sono concentrata abbastanza, o forse semplicemente è un film che va rivisto più volte per capirlo bene. Per i temi che tratta penso sia consigliato a un pubblico adulto e alquanto intelligente. le scene di sesso omo sono forti ed esplicite, non penso siano necessarie ai fini della storia, si potevano anche evitare; non c'è l'ombra di una donna, e si vede! la figura di padre manolo l'ho trovata crudele e skifida
Potremmo definirlo un "noir" gay con tanta, tanta passione. Condivido molte delle opinioni espresse in precedenza e non voglio ripetermi. C'è solo questo aspetto del "noir" che mi ha colpito e che stranamente non viene evidenziato. Con tutto il parlare che si è fatto e si farà, sembra quasi passare inosservato il fatto che la passione degeneri in un omicidio premeditato. Sia nel film che dentro il film. Notevole in tutto, lo consiglio senza indugi. Roberto
Ero in trepida attesa per l'uscita dell'ultimo lavoro di Pedro Almodòvar. E' un Capolavoro.
Opera sontuosa,elegante,meticolosa,intelligente,...ecc,sono alcuni aggettivi per definire la messa in opera di questo bellissimo film. Trovo invece aspra la critica che Almodòvar fa al potere ecclesiastico spagnolo,nonostante gli sforzi positivi che sta facendo il Governo Zapatero per rendere lo Stato un poco più "laico" rispetto agli anni scorsi (vedi l'approvazione della legge sui matrimoni gay). La storia è ricca ed intrigante. Si legge fra le righe un vago sapore autobiografico (citata in una sua intervista) che non guasta. L'Autore mette a nudo tutto se stesso,senza ipocrisia. Gli attori sono splendidi. Sorprendente il messicano Gael Garcia Bernal (ha lavorato con Ripstein) che con l'aiuto di bravi truccatori ha sfoderato una interpretazione eccellente di "Zahara". Confermato il talento di Javier Càmara (il Benigno di "Parla con lei")nel ruolo di Paca/Paquito.
Anche il tema musicale che attraversa il film è struggente.