Film che mi ha un po' deluso. da ozon mi aspetto di più. non ho assolutamente capito cosa c'entrino le canzoni italiane anni sessanta, con il film, paolo conte invece va sempre bene, tutti lo saccheggiano per i titoli di coda...
valeria bt mi era piaciuta molto in la seconda volta, con moretti. ma dopo, é passata da un personaggio all'altro, comnvincendomi sempre meno. e soprattutto, ha questo problema terribile della voce. voglio dire, una attrice non bella, con una brutta voce: cosa resta?
Di Francois Ozon avevo già visto Gocce d'acqua su pietre roventi, Sotto la sabbia, 8 donne e un mistero e tutti mi sono piaciuti (ammirando soprattutto l'abilità del regista di passare facilmente da un genere all'altro). Lo stesso mi è accaduto con questo Cinqueperdue, su cui invece la critica si è nettamente divisa. A mio parere è da ammirare non solo il particolare modo di raccontare la storia (modo che crea quasi una notevole suspence), ma soprattutto l'intelligenza dei dialoghi, l'eleganza della confezione, la colonna sonora accattivante, il coinvolgimento dello spettatore in una rappresentazione della vita come molto spesso è. Ottima la prova degli attori, da un bravissimo Stéphane Freiss ai bentornati Francoise Fabian e Michael Lonsdale. Un discorso a parte per Valeria Bruni-Tedeschi, in un ruolo per lei nuovo: molto intensa e partecipata la sua prestazione, da grande attrice. Ma quando apre la bocca… Una voce non gradevole la sua ma che soprattutto è incapace di sfumature. Triste, disperata, gioiosa, spensierata… il tono è sempre lo stesso. Peccato.
Non ho visto il film dall'inizio e vabbè. Non conoscevo il regista ma sembrava ben fatto (non sempre succede) per l'atmosfera particolare e la rappresentazione dei personaggi. Alla fine riconosco le capacità del regista ma la trama è assolutamente improbabile (esattamente come nella maggior parte dei nuovi film italiani) in cui vengono sempre ricercare e descritte le situazioni della vita più strane ed improbabili. Quando mai alla stessa coppia succedono in pochi anni e nei momenti topici della vita, situazioni quali: il tradimento nel giorno di nozze; l'assenza volontaria!! del padre alla nascita del primo figlio; lo stupro (che per fortuna non ho visto) immediatamente dopo il divorzio. Questo, e vale principalmente per i nostri registi, non è assolutamente la rappresentazione della realtà, ma solo delle patologie più strane dei suoi esseri più malati.
..che inizia con la fine di una storia d'amore e finisce con l'inizio di questo amore. Il tutto trattato con sensibilità, fragilità e sentimento. Bello!
.............lo massacriamo con le solite storie sulla crisi del cinema italiano.
è un film senza infamia e senza lode, praticamente inutile.
da Ozon è lecito attendersi ben altro mordente.........
per stavolta 6 di stima.............
Trailer italiano (it) per La natura dell'amore (2023), un film di Monia Chokri con Francis-William Rhéaume, Magalie Lépine Blondeau, Pierre-Yves Cardinal.