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Tokyo Fist

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Originale ed espressivo

(10/10) Voto 10di 10

Situato nella sua cinematografia come anello di congiunzione tra l’estremismo visivo dei primi lavori(tetsuo) e i piu “sobri” film dalla seconda parte dei 90 in poi(a snake of june) , “tokyo fist” è a mio parere il miglior film di tsukamoto: mai come in questo film il regista è riuscito a fondere così bene il reale e il surreale. se ci si sforza di incasellare questo film in un genere si potrebbe inserirlo nel drammatico-sentimentale, anche se molto atipico. tutta la trama ruota infatti attorno ai sentimenti dei personaggi: l’apatia della vita di coppia, la gelosia, l’amicizia tradita, il desiderio di vendetta, il rancore. la storia è la seguente: tsuda, assicuratore, e hizuru, la sua convivente, vivono a tokyo e conducono una vita di coppia a dir poco grigia; lui si interessa a lei solo per mortificarla, lei invece sembra amare il compagno anche se forse solo per abitudine. un giorno tsuda incontra kojima, un vecchio compagno di scuola, ora mediocre pugile dilettante, ma non è contento di rivederlo. da quel momento kojima sarà sempre più invadente nei confronti della coppia fino a molestare sessualmente la stessa hizuru trovata sola in casa. tsuda lo viene a sapere e corre dal rivale per dargli una lezione ma viene messo ko con un poderoso pugno. da quel momento hizuru che ha assistito alla scena, comincia a sviluppare un interesse morboso per la violenza, quasi come se vedere quel pugno l’avesse risvegliata dal torpore in cui l’aveva rinchiusa il compagno in anni di piatta convivenza, quindi cambia radicalmente vita, abbandona tsuda per kojima e infligge al suo corpo piercing e tatuaggi. tsuda trama vendetta e comincia anche lui con la boxe iscrivendosi alla stessa palestra di kojima solo per il desiderio di ucciderlo sul ring. si scopre però che kojima ha voluto soffiare la ragazza a tsuda non per amore di lei ma per vendicarsi dello stesso ex-amico perchè si è rifiutato di punire un gruppo di teppisti che aveva ucciso la sua ragazza e che all’epoca aveva giurato di eliminare appena questi fossero usciti dal carcere. il resto ve lo risparmio per non rovinarvi la sorpresa vi dico solo che kojima riuscirà nell’intento di togliere a tsuda “quello sguardo indifferente”. importanti quanto la trama sono gli effetti visivi “artigianali”, ma sempre efficaci, che tendono a trasformare per qualche secondo il film in manga (come nella scena del pugno o nel convulso finale). gli incontri di boxe infine sono forse i più espressivi della storia del cinema e rendono l’idea di questo sport addirittura meglio che in “toro scatenato”(del quale comunque è ripreso qui qualche particolare). un piccolo grande capolavoro del cinema mondiale.



Michele, 28 anni, Vicenza (VI).




Originale ed espressivo

(10/10) Voto 10di 10

Situato nella sua cinematografia come anello di congiunzione tra l’estremismo visivo dei primi lavori(Tetsuo) e i piu “sobri” film dalla seconda parte dei 90 in poi(A snake of June) , “Tokyo fist” è a mio parere il miglior film di Tsukamoto: mai come in questo film il regista è riuscito a fondere così bene il reale e il surreale. Se ci si sforza di incasellare questo film in un genere si potrebbe inserirlo nel drammatico-sentimentale, anche se molto atipico. Tutta la trama ruota infatti attorno ai sentimenti dei personaggi: l’apatia della vita di coppia, la gelosia, l’amicizia tradita, il desiderio di vendetta, il rancore. La storia è la seguente: Tsuda, assicuratore, e Hizuru, la sua convivente, vivono a Tokyo e conducono una vita di coppia a dir poco grigia; lui si interessa a lei solo per mortificarla, lei invece sembra amare il compagno anche se forse solo per abitudine. Un giorno Tsuda incontra Kojima, un vecchio compagno di scuola, ora mediocre pugile dilettante, ma non è contento di rivederlo. Da quel momento Kojima sarà sempre più invadente nei confronti della coppia fino a molestare sessualmente la stessa Hizuru trovata sola in casa. Tsuda lo viene a sapere e corre dal rivale per dargli una lezione ma viene messo KO con un poderoso pugno. Da quel momento Hizuru che ha assistito alla scena, comincia a sviluppare un interesse morboso per la violenza, quasi come se vedere quel pugno l’avesse risvegliata dal torpore in cui l’aveva rinchiusa il compagno in anni di piatta convivenza, quindi cambia radicalmente vita, abbandona Tsuda per Kojima e infligge al suo corpo piercing e tatuaggi. Tsuda trama vendetta e comincia anche lui con la boxe iscrivendosi alla stessa palestra di Kojima solo per il desiderio di ucciderlo sul ring. Si scopre però che Kojima ha voluto soffiare la ragazza a Tsuda non per amore di lei ma per vendicarsi dello stesso ex-amico perchè si è rifiutato di punire un gruppo di teppisti che aveva ucciso la sua ragazza e che all’epoca aveva giurato di eliminare appena questi fossero usciti dal carcere. Il resto ve lo risparmio per non rovinarvi la sorpresa vi dico solo che Kojima riuscirà nell’intento di togliere a Tsuda “quello sguardo indifferente”. Importanti quanto la trama sono gli effetti visivi “artigianali”, ma sempre efficaci, che tendono a trasformare per qualche secondo il film in manga (come nella scena del pugno o nel convulso finale). Gli incontri di boxe infine sono forse i più espressivi della storia del cinema e rendono l’idea di questo sport addirittura meglio che in “Toro scatenato”(del quale comunque è ripreso qui qualche particolare). Un piccolo grande capolavoro del cinema mondiale.



Michele, 28 anni, Vicenza (VI).




Sangue a go-go

(9/10) Voto 9di 10

Film semi-sconosciuto del 1995 (cercatelo!), prodotto, scritto, fotografato, montato ed interpretato da Shinya Tsukamoto, è una pietra miliare del film splatter alla giapponese (quelli con fiotti di sangue a go-go, per intenderci) Il tuttofare Tsukamoto (che come al solito si occupa di tutto tranne che della musica) parte da una classica storia di triangolo amoroso, ma crea un eccezionale miscuglio di generi (drammatico, azione, romantico, splatter...) in apparenza incompatibili. Il film è un crescendo di violenza, alla fine di tipo cartoonistico. La fotografia è eccezionale e ogni scena è di grande effetto. Il genere ha chiaramente ispirato Tarantino per Kill Bill (sembra sia nei programmi di Tarantino la realizzazione di un film a 4 mani con Tsukamoto), questo film ha inoltre forti analogie con Fight Club (per esempio in entrambi la violenza esorcizza la banalità quotidiana... ma ci sono altre analogie).



Francesco, 25 anni, Ancona (AN).





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