Lavoro per una multinazionale francese e gurda caso sta accadendo proprio da un quindicennio, quanto narrato nel film.
Peccato che streotipi e pessimi attori oltre che una sorta di ipocrisia, o scarsa conoscenza 'nonostante il pessimo libro' non racconti la verità vera. Banalità : il capo milanese, da noi un AD era romano, ripeto multinazionale francese, con sede a Milano. Naturalmente senza arte nè parte, però prestanome di una potente famiglia, per non parlare poi di chi arriva in azienda, senza colpo ferire, senza storia 'Consigliando a tutti di menare le tolle' ma restandoci fino all'arrivo dei capelli bianchi, non grigi ,bianchi. Sindacati paraculi, insomma un sottobosco, che poi è la vera vita aziendale nella quale tutto è determinato non da professionalità, ora la meritocrazia, sono TUTTE PALLE. Le uniche regole sono gli equilibri politici, anche in senso letterale, per non dimenticare i cardinali. Insomma è meno pericoloso far parte di una banda di rapinatori, piuttosto che avere a che fare con chi attraversa i corrridoi di una multinazionale. Quanto agli smaneger pur se interpretato in maniera pessima, 'ma non abbiamo a che fare con Clooney, Brad Pit putroppo sono facce da soap, per non paralere di reciatazione' sono come abbozzato nel film. Non si gurarda in faccia a nesssuno, tranne che agli amici, o al padrino che li protegge, gli obbiettivi ed incentivi, che vengono regolarmente intascati, mentre si taglia personale, si delocalizza, si corrompe etc. Parlateci dei vostri universi, sono uguali a quello del film. Bastardi, tagliagole, mignotte 'Questo è uno stereotipo che manca nel film, ma non nella raltà'. Ma pensandoci bene è questa la verità vera, questa la natura umana, non le stronzate quali trasparenza, onestà, anche lavorare di più , serve solo a non far preoccupare quello sopra di te che ti sfutta e dorme sonni tranquilli.voto ZERO
E' impressionante vedere un film così reale per chi ha lavorato come me in ambienti internazionali e nazionali. Solo per questo merita il massimo.
Avevo visto anche Mobbing e Cacciatore di teste sul tema "lavorare oggi", molto interessanti e stupendo quello di Gravas. Ma quello che mi ha colpito di questo è che la caratterizzazione dei personaggi lavorativi, rispecchia terribilmente la realtà, tranne che per il ravvedimento.
Un film che consiglio a chi è interessanto all'argomento è l'ultimo di Ken Loach.
Ho appena terminato di vedere il film. Stupendo,mi sono ritrovata in tutto e per tutto con le caratteristiche caratteriali del protagonista. Il mio ragazzo è il Marco Pressi della situazione. Ad un certo punto ho addirittura pensato che prima di scrivere la sceneggiatura l'avessero seguito.
Incredibile..ma è possibile che i capi del personale abbiamo tutti lo stesso atteggiamento? Anche nel modo di affrontare la vita relazionale, sono omologati???
Io nel contesto sarei la Laura della situzione e a breve prenderò la sua stessa decisione..com'è possibile che esistano persone cosi aride?
Non ci voleva poi tanto a portare sullo schermo una situazione che oggigiorno è presente in tutte le multinazionali e grosse aziende. In questo caso però si è anche riusciti a dare una connotazione psicologica sia al licenziatario (coi suoi dubbi e col deterioramento del rapporto con amici e colleghi) che ai liceziandi...Molto grigio, molto cupo, molto "aziendale" coi termini inglesi che fan molto "master communication" e senza happy-end (Pasotti non si è preso neanche il portasigarette in argento :)): ottimo! finalmente un film italiano con poche ipocrisie e senza l'untuoso "volemosse bbene" che ha drogato il cinema made in italy negli ultimi 10 anni.