Film gia visto al cinema quando uscì, e rivisto in dvd pochi giorni fa e mi è piaciuto ancora di più, specialmente l'utlima scena in cui è Paolo disabile, a rincuorare il padre che piange sicuramente per i troppi anni che ha perso lasciandolo solo, ma che ha superato nonostante tutto, come se l'avesse sempre pazientemente aspettato essendo lui il più forte e vivo.
Kim e Charlotte non si discutono, e il bravissimo Andrea Rossi che ha portato sino in fondo da protagonista un film che, eleva Gianni Amelio ad essere uno dei registi più bravi e sensibili che abbiamo in Italia!
Non capisco le critiche negative che vengono mosse al film, evidentemente certe persone davanti ai sentimenti nudi e crudi, e non americanizzati da effetti speciali e tecniche di 3D che non servono a nulla, si imbarazzano e scrivono cazzate!
Giusto il ritmo lento, film che non fa una piega, e voto 10! Da vedere e rivedere...
Oggi è il 3 dicembre 2011: giornata internazionale delle persone con disabilità. Da disabile, posso dire che questo film - liberamente ispirato al libro "Nati due volte" (2000) di Giuseppe Pontiggia - è stupendo e commovente. Bravissimi tutti gli attori! Gli do un 10 pieno per alzare la media.
Il film non è un capolavoro del cinema italiano ma si mantiene su ottimi livelli, diciamo vale 7-8 ma gli dò un 10 per alzare la media. Gianni Amelio a mio parere si conferma un buon regista italiano e troppe sono le critiche negative, guardate il panorama del cinema italiano come sta ridotto poi ditemi ancora se fa davvero così skifo il film. Non comprendo le ingiurie pronunciate anche ultimamente su questa pellicola, la gente si dimentica che i film sono una trasfigurazione della realtà, che il mondo dei "vivi" è ben altra cosa penso lo sappiamo tutti e ovviamente dipende anche da diversi punti di vista con i quali il regista vuole affrontare l'argomento. Il film è come altri privo di ridondanze, i dialoghi sono concisi e duri, il cast è decisamente ottimo e non diciamo fesserie sul ragazzo che è stato sfruttato e strumentalizzato dalla produzione, Andrea Rossi in realtà è più sveglio di quanto si immagini e lo dimostra l'aver saputo interpretare un ruolo (guardatevi anche qualche intervista del passato) e testimonia anche la voglia di fare e le potenzialità di queste persone troppe volte sottovalutate. Anche se commovente, drammatico, il film non è certo improntato al patetismo e al buonismo anzi con sarcasmo ed un sorriso amaro viene detto esattamente il contrario, che cioè questi ragazzi non sono animaletti da coccolare e assecondare sempre. Viene espressa molto bene la sofferenza e le difficoltà dei genitori, che spesso si sentono inadeguati, imbarazzati con gli altri come per scusarsi della malattia del figlio, genitori che con tutte le loro debolezze provano sentimenti controversi verso i propri figli desiderando a volte la loro morte per non vederne il dolore; e la disperazioni di questi figli che pur non riuscendo in alcuni casi ad esprimersi bene comprendono di essere diversi dagli altri, si sentono emarginati, sanno di non riuscire a comunicare con il mondo che li circonda e che mai potranno farlo perchè tra la volontà e la capacità fisica spesso non c'è collegamento, provano rabbia e tavolta invidia perchè sanno di dover vivere questo breve tratto di esistenza in una prigione di carne dalla quale in molti casi nessuno può liberarli.
dopo aver visto le chiavi di casa mi sono venuti in mente dei parallelismi con film americani che hanno trattato il tema dell'handicap fisico; ho pensato a rain man ad i am samad a beautiful mind, che ai tempi apprezzai molto nella regia e nelle interpretazioni dei grandi attori di mestiere.E' probabile che molti considereranno improponibile questo tipo di confronto: storie diverse, ambiti diversi etc...
ma ciò che ho posto a confronto è stato il modo in cui l'handicap è stato messo in scena.L'ipressione che ho tratto mi ha dato lo spunto per fare un analisi più ampia sulle profonde ( viva dio) differenze tra la cultura cinematografica italiana e quella americana.
Quest'ultima sempre volta verso la ricerca di una perfezione estetica che fa godere la vista a tal punto da lasciare percepire quasi sempre l'artefazione delle storie, quandanche esse siano storie di un handicappato; mi verrebbe da dire che nella cultura cinematografica americana (e forse anche nella cultura americana in generale) ci sia poca umanità.
Il film di amelio, figlio stretto della cultura cinematografica italiana, trasuda umanità in ogni secondo di scena. Ecco, vedendo il film di amelio puoi dire : questa storia è vera, questa storia è una trasposizione su schermo di una realtà reale.
Grande amelio.Grandi emozioni suscitate.W il cinema italiano fatto da questi italiani.
semplice leggero ma allo stesso tempo duro..stupendo lascia quell'amaro in bocca che nn fa mai male...attori fantastici senza ombra di dubbio un film da vedere
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(7/10)
