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Ovunque sei

Opinioni presenti: 184
Media Voto: Media Voto: 5.5 (5.5/10)

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La vita continua

(8/10) Voto 8di 10

so che può sembrare cinico e un pò freddo pensarlo, ma la verità è che anche quando subiamo delle enormi perdite o i nostri sogni vengono distrutti, non puoi far altro che continuare a vivere e a ricercare nuove occasioni di felicità nel ricordo e nella nostalgia di ciò che è stato. La moglie di Matteo quasi prova ribrezzo per quell'uomo con cui ha tradito il marito eppure alla fine anche se ancora sente e continuerà a sentire il sapore di Matteo sulla sua tazza, non può non lasciarsi vivere e il suo amante diventa il suo compagno perchè è giusto che sia così. Anche la piccola, che ho trovato il personaggio più vero, non riesce a negarsi il padre e ne accetta un surrogato se vogliamo, ma pur sempre un padre. Lei, il suo vero padre continuerà ad averlo accanto, è il suo ricordo, ma la vita va vissuta non solo ricordata. Credo che la sceneggiatura avrebbe potuto funzionare meglio in teatro, non sono certo dialoghi cinematografici questi, anzi riecheggiava Shakespeare di tanto in tanto e se il teatro lo ami certe cose impari a riconoscerle e ad apprezzarle. Forse in questo senso il film può risultare difficile, anche se l'emozione della piccola che "rivede" il padre alla fine e lo chiama con tanta naturalezza come se tutto fosse rimasto immutato, è veramente forte. Nella vita è così, ovunque tu sia adesso, sei stato altrove in passato e qualcosa di te rimane sempre, ovunque.



Anna, 26 anni, Agnadello (CR).




Pessimo

(1/10) Voto 1di 10

Uno dei film piu brutti degli ultimi anni... pessimo stefano accorsi, inespressiva violante placido, si salva solo la bobulova. regia confusa e inconcludente. sceneggiatura frammentata e scritta male. insomma, davvero un brutto film



Daniele, 24 anni, Ancona.




Complicato...

(8/10) Voto 8di 10

io sono d'accordo con nicola del fatto che emma ed elena sono la stessa persona. Penso che matteo, dopo la sua morte voglia rivivere solo i momenti più felici trascorsi con emma, che in campo ultraterreno è elena. Infatti, il cuore di questo film è l'amore premordiale, l'amore che si ritrova nel passato, l'amore materno, l'amore di adamo ed eva. L'ultima scena (bellissima! Sembra quasi un quadro.)vuole dimostrare proprio questo: il primo amore del mondo.



Sara, 18 anni, Anguillara.




Un'opera d'arte

(10/10) Voto 10di 10

Il film affronta il tema della morte. Lo accosterei in una splendida trilogia a "La stanza del figlio" di Moretti e "Ritorno a casa" di De Oliveira. Tre modi cosi' diversi di trattare lo stesso argomento... Nel film di Placido il protagonista, Stefano Accorsi, e' morto fin dall'inizio della pellicola, solo che il pubblico non lo sa e non se ne accorge. Il momento in cui la cosa si manifestera' sara' soggettivo, ognuno lo acquisira' in un certo momento e da allora l'ottica con cui si assistera' al resto della proiezione sara' diverso da prima. E' una pellicola che va quindi, necessariamente, rivista due volte, o, meglio, almeno due volte, perche' il film e' ricco di particolari emblematici e niente in esso e' lasciato al caso, tutto ha un significato. Molti acquisiscono che il protagonista del film e' morto quando questi ha un incidente con l'ambulanza che sta guidando; a causare l'incidente e' l'uomo con cui la moglie (vedova) del protagonista ha appena fatto l'amore: una sorta di tradimento da parte di lei che coincide con lo scrollarsi di dosso il ricordo del fu marito, che solo allora definitivamente muore agli occhi dell'amata. Lo stesso defunto, simbolicamente, vive nel film grazie al "ricordo" della storia d'amore con la propria consorte. Un film grandioso, dove la morte si confonde col passato, che, in realta', e' qualcosa che non esiste piu', ma che, com'e' detto nel film, e' l'unica cosa che ci fa vivere davvero. Comprendo che gran parte del pubblico non abbia apprezzato questo film, non e' un film facile, e' adatto ai piu' riflessivi, occorre essere dotati d'una certa sensibilita' per apprezzarlo; quello che non comprendo e' la critica, che lo ha letteralmente demolito e mi chiedo come si diventi critico cinematografico di professione senza neanche provarsi, alla visione d'un film, a rifletterci un po' sopra.



Saverio, 17 anni, Anzio (RM).




L'emozione sulla pellicola

(10/10) Voto 10di 10

Stasera ho visto "Ovunque sei" e devo ammetterlo viviamo in una società senza speranza se non riusciamo a commuoverci di fronte ad un film del genere, mi ha toccato nell'anima e davvero non capisco le critiche negative, il rapporto di chi ci lascia con gli affetti che lascia, ecco come mi sentirei di sintetizzarlo, davvero grazie Michele !!!



Giuseppe, 37 anni, Aragona (AG).





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