E' davvero un film stupendo, soprattutto per chi ha letto il libro e vuole riprovare in modo alternativo ,attraverso l'immagine, quelle sconvolgenti sensazioni suscitate dalla lettura.
Si attiene molto al libro di Orwell, forse anche troppo.Molte situazioni sono date dal regista per scontate quando per chi non ha letto il libro non lo sono. L'unica parte del film che non mi ha colpito come dovrebbe è il finale, che secondo me non riesce a descrivere appieno la crudeltà della situazione. Ma sono solo piccoli nei in un corpo perfetto, e un altro 10 a questo film non lo leva nessuno.
È grandioso, l'ho guardato insieme ad un'altra persona poco dopo aver letto il libro ed entrambi più d'una volta abbiamo esclamato "questa parte l'avevo immaginata proprio così, con quei particolari" e sicuramente l'atmosfera combacia alla perfezione. Direi che il freddo che comunica è agghiacciante, specie nel finale dove tutte le tensioni convergono. E dove peraltro ho notato una discrepanza con il romanzo, in realtà segnalata in una nota dell'edizione nuova che ho letto. Infatti, stando a quanto riporta il nuovo traduttore l'equazione 2+2 non è lasciata in sospeso, ma fa esattamente 5 (si dice che nelle edizioni precedenti come nel film che non è recentissimo a causa di un errore della macchina di stampa, dovuto alla caduta di un carattere, nella prima edizione si fosse protratta questa espressione sospesa in disaccordo con l'idea originaria dell'autore per cui 2+2=5 e non 2+2= ), in segno di totale accettazione del trattamento di tortura e non rassegnata, bensì serena accettazione da parte dei protagonisti (la mente è ora davvero d'accordo con il partito, ne è parte). Questa è la differenza più importante con l'idea dell'autore originale, per il resto la ricostruzione è stata meticolosa e sublime. Anche come tempi il film è tagliato benissimo, i rapporti tra le tre parti sono mantenuti con grande equilibrio e la lentezza narrativa rispecchia quella di Orwell, quasi a volerci dare il tempo di osservare bene i particolari più importanti come li raccontò l'autore. La piccola pecca è che forse non si capisce, nel caso in cui non si sia letto prima il romanzo, cosa possa fare il teleschermo dal primo momento (non solo proiettare le trasmissioni...), cosa che invece nel libro sembra molto più chiara ed esplicita da subito (forse ricordo male, vado a memoria, ma mentre il libro ricorda più volte come il partito segua tutte le mosse di ogni persona, nel film questo si lascia un po' intendere). In generale nel film si avverte un po' meno il senso di essere osservati (immedesimandosi nel protagonista), è più sottaciuto. Secondo me comunque merita un giudizio pieno perchè è un'opera visivamente memorabile. La scelta dei personaggi è perfetta. Le musiche sono davvero suggestive e non invadenti, come si sarebbe potuto rischiare, le lunghe pause musicali e i silenzi vi si mescolano cautamente. Personalmente lo lascerei proprio così.
Il film di Radford si colloca nella migliore cinematografia mondiale.
Il dramma apocalittico è sconvolgente; la degenerazione della dittatura socialista viene rappresentata con una precisione perfetta.
L'opera merita comunque di essere analizzata anche sotto il profilo musicale, la colonna sonora degli Eurithmics è molto suggestiva: Julia, camera 101, sex crime.
La vicenda ormai la conoscono tutti, spero. In questi ultimi anni ci fanno anche i reality . Mettete assieme due calibri di valore assoluto come Burton e Hurt , ed una regia che più glaciale e cattiva di così non si poteva, ed avrete un film da collezione, direi più unico che raro, nonostante il titolo alquanto generico e somigliante più a qualcosa del tipo: “calibro 9… violenza nella città”.
Ho la cassetta, ormai vecchia, stravista e appannata. Una levigata, straziante vicenda su un futuro prossimo che potrebbe essere dietro l’angolo, che fa tornare alla mente regimi ancora vigorosi, soprusi e torture che conosciamo tutti ma che non ci vengono mai mostrate per “riguardo” alla sensibilità comune. Bellissimo e orribile al tempo stesso, con una fotografia spietata, dai toni apocalittici che a me ricorda in qualche modo il celeberrimo “Orizzonti di Gloria” (Kubric e K. Douglas, giovani entrambi).
E’ una delle poche occasioni per conoscere, in modo sempre vago e di certo annacquato, come possa funzionare quello che si definisce “lavaggio del cervello”. Tutto è sofferenza, sembra urlare dentro di sé, il malcapitato John Hurt che vaga con occhio spento per le strade e lavora come uno zombie alla rimozione scientifica di un passato scomodo, o appena non in linea con le direttive statali. Un passato che cambia continuamente di giorno in giorno, di ora in ora, a seconda che una parola o un nome risulti di colpo “non parola” per chi tira i fili. Dopo la riabilitazione sociale ci sarà ancora la brace sotto la cenere, o no ? Brilla come un diamante…. e fa passare l’appetito.
Certo che radfordo ha dato tutto il suo genio in questo film... e altrettanto orwell nello scriverlo...
provare per credere...
ho visto il film in tv, ma la cassetta e' introvabile come fare?
grazie per un eventuale risposta.
laura 24 anni treviso