Bellissima pellicola, probabilmente l'opera più matura del regista irlandese che ci descrive con grande tatto e misura l'amore struggente e impossibile fra un pugile ex galeotto ed una "vedova bianca", una donna, cioè, sposata ad combattente dell'Ira che sta scontando una condanna all'ergastolo.
Rispetto alle sue opere precedenti, più indignate ed arrabbiate, qui Sheridan pone l'accento sulla insensatezza di questo continuo bagno di sangue e sull'odio ceco che finisce per dividere anche i militanti di una stessa fazione.
I cambiamenti politici degli ultimi anni portano il regista ad una nuova consapevolezza ed il messaggio che ne scaturisce è un messaggio di speranza in una sincera riconciliazione che nel film avviene attraverso il pugilato.
Ho appena terminato di vedere questo capolavoro.
Poche parole e moltissime sensazioni, forse troppe per poter essere brevemente riassunte in un forum..
Ancora una volta Sheridan ci regala un'opera straordinariamente completa, degna dei suoi capolavori passati e futuri( 'Nel nome del padre', 'Il mio piede sinistro', 'In America-Il sogno che non c'era'..)..un lavoro di regia davanti al quale sento a questo punto il dovere di inchinarmi, e un'altra storia di una profondità sconcertante..
Tutto raccontato come sempre con una semplicità e al contempo un'efficacia impagabili..
Una storia di rabbia compiuta, di logiche di guerra partorite dall'uomo che di umano e di logico hanno avuto ben poco, di vendette e di sangue...ma anche una meravigliosa storia d'amore, di riscatto, di Vita..
..senza virtuosismi e senza maniera..
Daniel Day-Lewis ancora una volta si conferma uno degli attori più versatili, acuti e 'potenti' di sempre..
ed io, fermo nel pieno della notte, dopo un'opera come questa, con messaggi tanto nobili e dolorosi, non potrò che dormire sonni di Vita.
Grazie Sheridan.
Danny è appena uscito di prigione dopo quattordici anni e vorrebbe riprendere la vita da dove l'aveva lasciata. Ma non tutti sono contenti di rivederlo. In un'Irlanda straziata dalla guerriglia dell'IRA contro l'occupazione inglese, una storia d'amore e pugilato, nuovi ideali e vecchi rancori. Daniel Day-Lewis taciturno e implacabile, Emily Watson tagliente come un rasoio. Film a tratti lento ma mai noioso, che ha qualcosa di straniante: forse per le atmosfere, sempre sospese, tese, e poi per certe scene con pochi dialoghi e pochi suoni, che sembra debbano concludersi da un momento all'altro e invece proseguono, lentamente, come in attesa di una svolta che non viene mai. Buone le sequenze dei combattimenti, un po' alla "Raging Bull" (che resta comunque inimitabile, senza termini di paragone)
D.Day-Lewis è un attore con la A maiuscola, già visto con il regista Sheridan nel film Nel nome del padre. Ma quello rimane secondo me un capolavoro, questo è un po' meno riuscito, tenuto in piedi da due bravi attori. Entrambi prigionieri della loro vita, che va combattuta a pugni chiusi.