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Frenzy

Opinioni presenti: 5
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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psicologicamente approfondito

(8/10) Voto 8di 10

Uno dei migliori film di hitchcockiani, premiato in pieno. Un thriller a sfondo di stupro veramente impressionante, i cui protagonisti trascendono gli stereotipi e sono psicologicamente interessanti. L'elaborazione del carattere di Rusk è ottima, qualificandone l'animo perverso e fintamente allineato, un killer asociale come personaggio pubblico sociale e notevolmente subdolo.



Francesco, 16 anni, Monza (MI).




Banalità del male

(8/10) Voto 8di 10

Londra, primi anni settanta. un serial killer, "l'assassino della cravatta", sparge il terrore nella città strangolando donne con le sue cravatte dopo averle violentate. un ex pilota d'aerei militari iracondo e fallito, richard, perde il proprio lavoro di barman e chiede aiuto all'ex moglie, che è diventata ricca gestendo un'agenzia matrimoniale. a causa di una testimonianza errata frutto di un fraintendimento, richard viene arrestato con l'accusa di essere lo strangolatore. hitchock torna a girare un film in inghilterra dopo circa vent'anni e lo fa con enorme maestria, come al solito senza tralasciare il benché minimo particolare, ma più libero del solito a causa della minore rigidità della censura degli anni settanta rispetto a quella del passato. "frenzy" è un film studiato in ogni minimo dettaglio, girato con una splendida regia, ottimamente interpretato da tutti gli attori (compresi quelli di contorno), ambientato in una scenografia fresca e colorata, ma anche lugubre nella sua inquietante normalità. sapiente la descrizione dell'omicidio nell'appartamento dell'assassino, con la scena non ripresa dalla telecamera bensì soltanto suggerita dalla carrellata all'indietro che dalla porta dell'appartamento scende per le scale e finisce fin sulla strada, a mostrarci che il mondo continua a girare, a muoversi, a vivere, inconsapevole dei drammi, della morte, della follia umana. un misto di tragicità e sottile cinismo, condito da un umorismo nero che ha il suo apice nella scena dei sacchi di patate che nascondono il cadavere e che attraversa tutta quanta la pellicola, a partire dall'apparizione del primo cadavere nel tamigi dopo la frase emblematica: "nelle acque del fiume non ci saranno più corpi estranei...". importante e spassosa la dimensione gastronomica, coi terribili piatti francesi della moglie del poliziotto. il macabro è unito al farsesco, come nella più tipica tradizione hitchockiana. la forza maggiore del film sta nella sua capacità di inquietare mostrandoci la banalità del male e l'indifferenza verso di esso.



Angela, 26 anni, Mn.




Frensy

(9/10) Voto 9di 10

la storia è bellissima anche se il finale è triste.anke gli attori sono favolosi soprattutto step.



Francesca, 16 anni, Civitanova marche.




Altro da sopportare?

(8/10) Voto 8di 10

Il penultimo "pezzo di torta" del "mago del brivido"(definizione alquanto riduttiva per lui!) si apre(ancora una volta!) facendosi beffe del pubblico e mettendolo , tramite dei solari titoli di testa immediatamente seguiti dal primo orribile delitto, in guardia sulla doppiezza del mondo e sulle ingannevoli apparenze della realtà. Dimenticando per un attimo l’esperienza di un film “politicamente impegnato” come “Topaz” e superando (si fa per dire..) pur gravi problemi di salute, Alfred Hitchcock torna nella natale Londra e , in pieno stile Nouvelle Vague(chissà se l’amicizia con Truffaut ha poi influito…) ,decide di realizzare un film che vuole essere anche un omaggio alla città, ai suoi pub, alle sue strade, alla sua gente…in un atmosfera libera, spensierata , quasi “da rimpatriata” pronta a scontrarsi ,irrimediabilmente, con la vicenda narrata. Trama e personaggi a parte, quello che colpisce del film(o meglio del modo in cui Hitch lo realizza) rimane l’estrema violenza di alcune scene che, aiutate da una fotografia in tipico stile horror anni ‘70(a me ricorda molto “Non aprite quella porta”),rendono il film quasi un caso isolato nell’intera filmografia , tutto sommato contenutissima, sotto questo punto di vista, del grande regista. Incredibile risulta poi, la facilità con cui Hitch sistema qua e là nel corso della intera narrazione corpi nudi di donne appena strangolate, scelta giustificata dal racconto certo, ma comunque lontana anni luce dalla filosofia (e dall’estremo pudore) che il cineasta aveva fin da sempre espresso più o meno esplicitamente. Ma dopotutto siamo nel 1972 e , malgrado i suoi 70(e più…) anche il maestro si rende conto che i tempi sono ormai cambiati e che bisogna, in qualche modo adeguarsi per non rimanere troppo indietro…o forse (può sembrare azzardato ma mi piace moltissimo pensarlo!)la spinta innovativa del “Decameron” pasoliniano , con quei corpi nudi in continuo primo piano (ovviamente tutt’altra storia…in Pasolini il sesso è sempre più giocoso che violento)e con la sua nomina di “ispiratore” dell’italianissima “commedia scollacciata” anni’70, riesce ad influenzare, o perlomeno, a rendere meno rigido un grande cineasta come Hitchcock …chi potrà mai saperlo? Ciò per cui invece potremmo mettere la mano sul fuoco, guardando “Frenzy” anche una sola volta(non è né il caso mio né di nessun altro hitchcockiano doc!),è la riproposizione dei temi tipici della filmografia del regista: ancora una volta, abbiamo un innocente ingiustamente accusato, un colpevole insospettabile, un’impotenza alla base di ogni delitto, il senso di colpa che distrugge chi poi colpa non ha, un rapporto madre/figlio con le solite conseguenze estreme, ma, per nostra fortuna, “cambiamenti di rotta” meno incisivi rispetto ad altri film(penso ad esempio a “Psycho”)…in “Frenzy” non c’è sorpresa ma purissima suspanse …e questa è già una gran cosa..dopo tutta quella paura dell'amico/maniaco noi povere donne indifese (?) cosa dovevamo ancora sopportare?!



Barbara, 20 anni, Bologna.




In ricordo degli anni cinquanta

(8/10) Voto 8di 10

Dopo una leggera decadenza con il film topaz, negli anni settanta hitchcock è tornato per regalarci un'altra bella opera, che tratta il tema dello scambio di persona che cerca a modo suo di risolvere la situazione (come in intrigo internazionale). molto emozionante l'inquadratura che mostra tutto il viso della donna uccisa dal fruttivendolo rusk, accompagnata da un istantaneo suono musicale agghiacciante. molto impressionante anche l'inquadratura che dalla casa di rusk, dopo aver portato dentro una sua vittima, si allontana lentamente fuori dall'edificio. mi ha molto emozionato la parte in cui rusk per non lasciare traccia cerca di riprendere la sua spilla dal cadavere dentro il camion carico di patate dove l'aveva nascosto. particolarmente divertenti le scene in cui il commissario deve affrontare le pietanze francesi preparate da sua moglie. certo non è la migliore opera di hitchcock, paragonata a "psycho", "gli uccelli", "intrigo internazionale" ecc., comunque è un gran bel film, con una buona prova da parte di tutti gli attori e di hitchcok, tornato a lavorare in inghilterra dopo circa vent'anni. una vera chicca per gli appassionati come me dei capolavori del maestro



Matteo, 18 anni, Cesena (FO).





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