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Il mucchio selvaggio

Opinioni presenti: 15
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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Finalmente!

(10/10) Voto 10di 10

Una buona notizia di cui tutti i cultori di questo capolavoro forse sono già a conoscenza. Sta per uscire anche la versione italiana con un doppio dvd già prenotabile in rete ad un prezzo di circa 20 euro. Quanto al film c'è poco da dire. O meglio ci sarebbe moltissimo, troppo. Non basterebbero un'intera giornata e trecentomila caratteri. Dico solo che è un poema sinfonico, un'epopea di una potenza sconvolgente. Inutile dire che ho già prenotato l'album. Cordialità vivissime



Angiolo, 65 anni, San Giovanni Valdarno (AR).




Una brutta copia rifatta

(1/10) Voto 1di 10

Nel 1969 vidi il film "il mucchio selvaggio" di sam peckimpah. una vera rivoluzione nella storia del cinema. le riprese al rallentatore, le figure che cadevano, il segno dei colpi e le conseguenze ben visibili accentuate dal rallenty lo rendevano una cosa unica. lo rividi dopo alcuni anni, edulcorato, con le scene al rallenty tagliate tra cui la famosa dove il cavaliere in giallo rovina col cavallo nella vetrina. in quella versione si riduceva ad una cosa da pochi secondi e via. ricordo, nella prima versione del 1969 le scene finali con la sparatoria e le scene sempre al rallenty che ti rapivano e ti emozionavano. ho acquistato il dvd che veniva pubblicizzato come la copia originale del film. un aborto!!!!! le scene sono tagliate e le famose riprese al rallentatore sono pochissime ed per lo piu' ridotte. ho buttato via 25 euro. pazienza. che delusione !!!! il film rimane una pietra miliare ed ancora come e' adesso rimane godibile ma per chi come me vide la prima versione e' una offesa al cinema. saluti



Albino, 61 anni, Torino (TO).




Il più grande

(10/10) Voto 10di 10

Il film di Sam Peckinpah è in assoluto il più grande western che io abbia mai visto. Ha un valore epico e culturale altissimo. E' il simbolo di un'epoca e di una rivolta generazionale. Come ha detto qualcuno è scandaloso che non si trovi in giro, che sia difficile reperirlo in vhs e che a tutt'oggi nessuno lo abbia ancora riproposto in dvd. C'era chi bruciava i libri degli eretici e chi li condannava alla damnatio memoriae pur di impedire la conoscenza di alcune posizioni o trasgressioni. Oggi l'indice dell'inquisizione passa anche attraverso i cataloghi dei video. Un film come mucchio selvaggio non esiste più e per molti ragazzi giovani è un film che non è mai esistito. Credo che andrebbe fatta una petizione.. ridateci il Mucchio, fuori Wild Bunch dalle galere dell'oblio, Sam libero e a disposizione di tutti. Se qualcuno ha intenzione di fare un'associazione per restituire Peckinpah all'immaginario collettivo me lo faccia sapere. Sarà un piacere farne parte. Claudio



Claudio, 52 anni, Roma (RM).




Grande Sam!

(10/10) Voto 10di 10

Sam Pekimpah era un genio è questo film è il suo capolavoro.Dovrebbe già bastare. Con questo film comincia la breve stagione del cosi detto western crepuscolare,genere assolutamente innovativo e non solo per il western in senso stretto.Finisce l'epoca dei capelli corti e impomatati sotto gli Stetson,delle facce ben rasate anche dopo giorni di cavalcate nel deserto,delle colt tirate a lucido anche dopo aver sparato centinaia di colpi,dei morti ammazzati senza tracce di fori e sangue nei corpi,degli indiani di origine irlandese o tedesca con gli occhi azzurri e i nasini all'insù e la faccia coperta di cerone,delle maestrine sessualmente morigerate che aspettano i loro ganzi davanti al ranch di famiglia,dei cattivi (quasi sempre banditi,messicani,indiani,confederati ecc.)da una parte e dei buoni e immacolati dall'altra.Pekimpah è pura rivoluzione cinematografica e questo meraviglioso affresco che è Il Mucchio Selvaggio ne è il puro esempio.La violenza del film è brutale ed inedita per quei tempi,ma esteticamente sublime,con le comparse colpite dai proiettili al ralenty,il sangue che schizza fuori senza retorica dalle ferite,i bambini innocenti e crudeli che danno fuoco a formiche e scorpioni(veri embrioni di coloro che che attueranno le peggiori atrocità in un secolo da poco cominciato).Tutto ciò non va confuso come un rozzo inno alla violenza,come una sadica masturbazione del regista intento a scioccare un pubblico non ancora abituato a tutto questo,è solo coerenza coraggiosa (La gente deve sapere cosa provoca l'impatto di un proiettile contro il corpo umano-da un'intervista con lo stesso Pekimpah-).Il film è anche un opera sull'amicizia virile,quella autentica,un film in cui il confine tra i buoni e i cattivi è cosi labile che è praticamente impossibile distinguere gli uni dagli altri.I protagonisti (i grandi Holden,Borgnine,Oates ecc.)all'inizio cinicamente indifferenti alle cause rivoluzionarie del compagno Angel ed unicamente interessati al profitto materiale delle loro imprese,finiscono con il sacrificare loro stessi in nome dell'amicizia e della lealtà.La scena in cui i quattro armati fino ai denti si dirigono verso il quartier generale di Mapache e dei i suoi sgherri,il tutto con un sottofondo meraviglioso di tamburi di guerra che si confondono con canzoni popolari messicane,è semplicemente stupenda,la sparatoria finale (a dir poco Wagneriana)in cui trovano la morte Mapache e il suo contorno di feccia e depravazione,è liberatoria.Il Mucchio Selvaggio è un capolavoro senza tempo, che meriterebbe un trattamento decisamente più alla sua altezza, per quanto riguarda la grande distribuzione (leggi dvd).



Claudio, 46 anni, Novafeltria (PS).




Senza Leone "Il mucchio selvaggio" non sarebbe mai esistito!

(9/10) Voto 9di 10

Che “Il Mucchio selvaggio” sia un gran bel film è fuori discussione. Affermare, però, che Peckinpah è meglio di Leone è esagerato. Entrambi i registi, con le loro innovazioni, seppero regalare qualche anno di vita ad un genere che, a metà degli anni ’60, era già morto. Entrambi descrissero la fine di un’epopea storica americana che, per molti versi, rappresentò la fine di un genere cinematografico. Entrambi ebbero un proprio inconfondibile stile registico, capace d’influenzare i migliori registi di action movies delle decadi successive (per quanto concerne, in particolare, Sam Peckinpah, l’uso del rallenty nelle scene di azione fu un suo marchio di fabbrica ed ispira tutt’oggi grandi registi quali John Woo e Quentin Tarantino). Tuttavia chi, per primo, ebbe il coraggio di discostarsi dai canoni classici dei films western fu Leone. Lui fu il vero innovatore, dal punto di vista narrativo, dei films western. Lui, per primo, pose al centro della narrazione l’antieroe: il bandito, il bounty killer, la canaglia, il manigoldo, le cui gesta erano spinte unicamente dal desiderio del vil denaro, salvo poi redimersi o, addirittura, sacrificarsi sull’altare dell’onore o dell’amicizia. Da questo punto di vista, Peckinpah non ha fatto altro che proseguire nel solco tracciato da Leone. Lo stesso regista americano lo ammise, dichiarando in un’intervista che non avrebbe mai girato films come “Il mucchio selvaggio” o “Pat Garret & Billy The Kid” se prima non avesse visto le pellicole di Leone.



Alessandro, 34 anni, Peschiera Borromeo (MI).





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