Sarà che io ho peccato in concentrazione guardando il film, e così non ho potuto cogliere la sua grandezza. O forse semplicemente non mi è piaciuto, non mi ha coinvolto. Eppure è un genere che adoro.
Il tempo del film è effettivamente lento ma si riempe di tutte le riflessioni interiori.
Ho dato moltissime interpretazioni.
Ho notato che ogni stagione è caratterizzata da un animale diverso:
- la primavera, il cane
- l'estate il gallo
- autunno il gatto
- l'inverno il serpente
- e la nuova primavera la tartaruga.
Il cane: il bambino è fedele al maestro, esplora ma ammette di aver fatto un errore e si corregge.
il gallo, il ragazzo va alla conquista
il gatto, l'uomo torna quando ha bisogno. E' nei guai e torna dal maestro
Il serpente, è la lotta.
la tartaruga, uhm... è un animale lento, saggio, credo che possa racchiudere la figura del maestro.
La primavera è la crudeltà innociente del bambino, è la sperimentazione. Inoltre lì scopre la compassione. C'è anche la morte. Quindi è nascita e morte.
L'estate è l'esplosione della natura e dell'uomo, non occorrono commenti.
L'autunno è complesso, è il deserto dell'anima, certo lui nel film ha ucciso, ma potrebbe essere la metafora di un delitto molto più banale, di quelli che si commettono ogni giorno e che ti lasciano il vuoto.
La voglia di fuggire dell'uomo, attraverso il suicidio, è bloccata dal maestro che lo esorta ad affrontare il suo destino. E lo affronta purificato. Il maestro non è crudele in questa fase, è disperato. Il figliol prodigo è tornato, è tornato sporco e vuole morire sporco. Quindi quello del maestro è un tentativo di salvare perlomeno la sua anima.
L'inverno è la rinascita. Fuori c'è il gelo, ma l'uomo ha cominciato già il suo disgelo interiore e soprattutto la Sua lotta. Non è più il suo maestro a lottare per lui.
E ancora primavera... il ciclo ricomincia. Oppure COMINCIA, perchè potrebbe essere un flash back di tutta la storia del maestro e del primo bambino.
Il ciclo dell'uomo sarà sempre il medesimo, e seppure ci siano degli uomini che sono maestri e che sanno già la verità, l'uomo deve esplorare e provare e passare dalla gioia, al dolore, al deserto, alla purificazione, alla salvezza, alla rinascita.
Le porte sono un altro elemento meraviglioso. Sono il rispetto. Non ci sono muri, inizialmente mi ha fatto sorridere, poi ho compreso quanto invece fosse un segno di grande rispetto entrare dalla porta, nonostante si potessi passare dal "non muro". Si deve passare sempre dalla porta d'ingresso, e non dai laterali...
La fotografia è eccezionale. Il posto incantevole.
Credo anche però che dalla "città" e le sue trappole l'uomo debba passare per forza o non ha modo di lottare.
incredibile come in un ora e mezza, si tocchino così tanti aspetti della vita umana... la rabbia, l'amore, il piacere, il rancore, la sofferenza... anche se siamo nati a centinaia di chilometri dalla Corea, è quasi impossibile non rispecchiarsi in almeno una delle vicende narrate
Definirlo semplicemente un film è riduttivo. E' un'esperienza che, se guardata con gli occhi giusti, può cambiare la vita. Assolutamente meraviglioso, un'opera darte che lascia senza parole e senza fiato. Per i commenti negativi e per tutti quelli che lo defniscono noioso o senza senso ho una sola risposta: perle ai porci, tornate a vedere vanzina e qualche americanata con esplosioni dialoghi a profusione e trama avvincente e lasciate l'arte a chi sa apprezzarla.