Ho dato "3" xkè 2 punti se lo merita la bellezza delle protagoniste...dopo un quarto d'ora mi sono addormentato...ed erano le 4 di pomeriggio!! Impostato diversamente poteva diventare interessante
Se devo essere sincero, mi sono alquanto annoiato durante la visione del film, anche perchè un tema importante come quello della prostituzione sarebbe potuto essere affrontato im modo più approfondito, facendo prendere parte al cast le vere protagoniste di questi racconti di vita quotidiana.
un'attrice, per quanto brava, non sarà mai coinvolta a tal punto nel personaggio da raccontare le sensazioni e i sentimenti provati dalle prostitute sulle strade del mondo....!!!
tuttavia posso dire che con qualche aggiustamento il film non sarebbe neanche da buttare...
Dico ke è bello solo xkè x un mese ho assillato i miei amici a guardarlo... se sanno ke mentre tutti loro dormivano io ho cambiato canale mi ucciderebbero....
ma non vale la pena guardarlo!!!!
Colori. Digitalizzazioni feroci. Morphing estremi. Fotografia eccelsa (Ricardo Aronovich, pluripremiato direttore della fotografia) e montaggio sorprendente (Bernat Vilaplana). Ecco le cose che per prime emergono dalla visione di "Yo puta", il film della regista spagnola Luna. E' una pellicola che odora di settimanale di moda, che sa di vogue e cosmopolitan, che è fresca, veloce, accattivante, provocante e per alcuni versi innovativa. Ma che, come questi ultimi, riesce a trasmettere a volte solo vacuità abacinanti e leggiadria di spirito.
Il tema trattato è la prostituzione, sia maschile che femminile, sia privata che pubblica (la pornografia). La regista utilizza uno stile promiscuo, tra realtà e finzione, tra documentario e fiction, usando attori per le interviste con i "mestieranti"(forse) e pornostar vere/i. Affianca alle interviste con stile documentaristico, girate esacerbando gli aspetti di fiction collocando gli/le intervistati/e su uno sfondo posticcio e iridescente (tramonti, nuvole, bagni pubblici, macellerie, ospedali), a una storia girata in maniera "classica": Daryl Anna e Denise Richard che sono vicine di casa e la prima fa da cicerone nel mondo della prostituzione d'alto bordo alla seconda. Questo sembra proprio essere il punto nero del film: inutile, pieno di retorica (vorrebbe essere un modo per dire: "guardate, è così che succede") e recitato mediocremente, appesantisce lo stile veloce e colorato che è la vera perla della pellicola.
In più, linguaggio esplicito come da realtà, forse qualche "mestierante" autentico e quei due o tre spezzoni montati e girati da vero documentario contribuiscono alla creazione di un prodotto ben vendibile e appetibile alle bocche più eterogenee (vedi il provino con la futura pornostar che sta lì lì per concedersi ma che all'inizio nega di voler fare film hard, girato sovraesposto e con telecamera digitale a mano, intervistatore mai ripreso - non si può non vederci Godard).
Luna non si capisce se voglia denunciare o semplicemente illustrare, se voglia muovere a compassione o "demagogare", se voglia intrattenere o denunciare. A confondere è quel suo stile, ripeto, così pieno e "ggiovane", così ditalmente barocco ma assolutamente nuovo e piacevole che prende possesso dell'intera pellicola e la fa da padrone.