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Film Rosso

Opinioni presenti: 4
Media Voto: Media Voto: 10 (10/10)

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grande cinema

(10/10) Voto 10di 10

Il titolo dell'opinione sarà una banalità ma tutto quello che mi frulla per la mente dopo aver visto questo capolavoro è appunto "grande cinema". Le poche opinioni precedenti dicono tutto, la storia è un compenetrarsi di esistenze tra due protagonisti (Trintignant attore sconosciuto? mah!), un ex-giudice assillato da sensi di colpa e con la velleità di capire tutto il genere umano (ascoltando le conversazioni telefoniche ed esplorando la psiche degli intercettati), e una giovane studente modella ,un po' disillusa, alla ricerca di un senso alla propria esistenza. Lasciatesi dopo un lungo rapporto fatto di dialoghi, silenzi, confessioni,la vita della ragazza poi, prenderà la strada dell'esistenza sognata dall'ex- giudice e questi infine troverà la serenità e l'amnistia dai suoi sensi di colpa quando vedrà che la ragazza è una dei pochissimi sopravvissuti al naufragio di un traghetto sulla Manica. Che dire di più? di certo questo è un altro tipo di cinema rispetto alle mega produzioni hollywoodiane, lascia spazio alle parole ai ragionamenti alle emozioni altro cinema appunto. astenersi dalla visione ali amanti degli effetti speciali e dei film fracasson/sparacchioni :-)



Massimo, 39 anni, Treviso.




Ma quale libertè,egalitè e fraternitè?

(10/10) Voto 10di 10

La trilogia si riferisce chiaramente al tricolore francese e, a causa di questo, la critica si sforza di ricalcare i concetti di libertà, uguaglianza e fraternità sulla trama dei tre film. posso essere d’accordo per film blu, nel quale la protagonista ritrova la “libertà” di vivere uscendo dall’angoscia in cui l’ha scaraventata il lutto, ma per gli altri due proprio no. il concetto dominante di film bianco è che la virilità maschile è associata a un ruolo psicologico di predominanza nel rapporto di coppia, tantè vero che all’inizio lei ha i soldi, lei è francese in francia, lei dispone e organizza la vita di entrambi e lui non ce la fa. per cui il protagonista arriva ad invischiarsi con la mafia e la speculazione edilizia polacca per ribaltare lo stato di cose e relegare lei a un ruolo subalterno col risultato di ritrovare la potenza sessuale. dal punto di vista cattolico da cui parte il regista in cui uomo e donna hanno pari dignità ma ruoli precisi e distinti, tutto torna ma il concetto di uguaglianza non è certo primario. film rosso invece parla di un uomo che vuol sentirsi dio: sa tutto di tutti e riesce a pilotare la vita degli altri con intercettazioni telefoniche e spiate. tutto questo per riscattare una delusione amorosa avuta in gioventù, ma alla fine il vero dio (o il destino da un punto di vista laico) dimostra come queste volontà siano effimere e quanto sia inutile nella vita montarsi la testa. se questo deve farci sentire tutti fratelli, vale anche per mille altre cose. insomma, ostinandosi a trovare in questi film precisi riferimenti al motto della rivoluzione francese si rischia di sminuirli e di non cogliere messaggi più originali. e non è nemmeno il caso di notare troppo, nella scenografia, i colori blu bianco e rosso. è solo un sentito omaggio alla bandiera di un paese che ha ospitato alla grande krzysztof kieslowski e costruirci sopra ragionamenti complicati non è detto che serva a qualcosa.



Fabrizio, 41 anni, Inzago (MI).




incredibile, intenso

(9/10) Voto 9di 10

Quando vidi questo film per la prima volta non ero abbastanza maturo per comprenderlo, ora, dopo averlo visto ancora, non sono abbastanza maturo per commentarlo!! Tuttavia, malgrado questa lacuna, considero le emozioni che lascia irreprensibili, uniche. Un intreccio di situazioni che catapulta lo spettatore in un turbinio di accadimenti difficilmente assimilabili tutti di un fiato. Chi guarderà questo film dovrà preventivare la possibilità di non coglierne l'essenza. Quindi, detto ciò, esorto chiunque intenda commentarlo ad essere sicuro di aver colto tutti gli aspetti, intrinsechi e non, di quest'opera. Io che comunque penso e spero di averne colti almeno una buona frazione, mi permetto di giudicare quest'opera in maniera molto positiva. Gli attori, seppur sconosciuti ai più, risultano azzeccatamente naturali in ruoli particolarmente difficili da interpretare. Concludendo, sebbene questa resti un'opera elittaria, la regia impeccabile e la scenografia incredibile la rendono, ne tediosa e ne prolissa. Congratulazioni finalmente un film degno di nota!!!



Il Pinguino, 22 anni, Pizzo Calabro.




La vita complice degli stessi avvenimenti che la caratterizzano

(10/10) Voto 10di 10

Vite parallele a Ginevra, che prima si ignorano, poi si accarezzano e infine si intrecciano, condividendo quell’indeterminazione voluta dal caso, che muove l’esistenza degli eroi kieslowskiani. È ricco di simbolismo Tre colori – Film Rosso, disseminato com’è di particolari e metafore, che l’occhio attento dello spettatore – nel quale Kieslowski ripone enorme fiducia – è tenuto a cogliere, per riuscire a chiudere il cerchio nello stesso modo in cui il regista polacco conclude la sua trilogia. Film rosso ha l'andamento lento e frammentato di una fraternità esistenziale sublimata nella capacità di compromettersi con il destino. Un film prezioso, i cui dialoghi non sono mai lasciati al caso, che spiazza e rivela con il suo splendido, atteso finale. Mondi paralleli ai quali - forse, un giorno - sarà concessa la possibilità di avere un punto di incontro. Un'altra possibilità.



Nicola, 34 anni, Creazzo (VI).





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