Corpi impazienti...impazienti di amare,di sentirsi,di toccarsi,di accarezzarsi,di avere una prova tangibile che qualcosa di bello possa davvero esistere.Charlotte chiede solo questo al suo fidanzato Paul quando,malata di cancro ai polmoni,scopre la relazione tra lui e la cugina.Urla,lo chiama in piena notte al cellulare,piange...e poi decide di fare sesso insieme a loro due quasi per nutrirsi,forse per l'ultima volta,di quel desiderio che avvinghia completamente due corpi impazienti di amare,di sentirsi,di toccarsi,di accarezzarsi...di esorcizzare un terribile dolore.Una scena bellissima,in cui l'amore è puro e passionale come solo quello di due giovani può essere(come la scena di sesso tra i tre ragazzi nel bellissimo Ken Park),già,due giovani,e non tre,perchè alla fine Charlotte rimane fuori dal "gioco" ed è costretta a guardare la cugina ed il fidanzato fare quello che lei può solo ricordare.E quando nella sequenza successiva vediamo i tre che dormono abbracciati tra di loro,forse penso di aver capito(con un tuffo al cuore pazzesco!!!).Forse...in fondo cos'è poi l'amore?E' lasciar perdere,per quanto difficile, tutte le cose più dolorose ed assorbire tutto l'amore possibile anche se non è diretto a noi stessi,anche se non si consuma tra noi e la persona che amiamo e convincerci che questo non significhi accontentarci,bensì creare un compromesso tra la solitudine e qualcosa che non sarà tutto ma almeno è una parte.In fondo l'amore non è un compromesso?O forse è fatto di compromessi!!!Ricordo che qui non si parla di affari,ma di amore.La sequenza finale parla chiaro:Charlotte è accudita da fidanzato(forse ex,ma non ha poi molta importanza)e cugina con amore e sincero trasporto,fidanzato e cugina che poi dormono abbracciati sul divano.L'amore non va mai rinnegato,qualsiasi forma abbia!!!
Poche parole, sguardi ed espressioni eloquenti, si percepisce l'attrazione fisica, si sentono quasi gli odori dei corpi perchè le immagini non sono patinate, la fotografia è essenziale ma tremendamente realistica.
l'intuito femminile, le reazioni di lui che si volta nel letto e le dice di smetterla, come è tutto così verosimile! l'attrazione fisica, l'animale che ci rende schiavi delle nostre passioni non si ferma neanche davanti alla malattia e alla morte, non si possono indicare colpevoli i tre giovani sono tutti vittime seppure di diversi carnefici.
ultima nota: stupenda e irresistibile ninon.
Un'analisi sofferta, lucida, implacabile delle reazioni di tre ragazzi, Charlotte, Paul e Ninon, di fronte alla incontrollabile intensità della malattia e delle passioni. Con sorprendente sobrietà, l'esordiente Giannoli descrive lo straziante intreccio di paura, desiderio e disgusto che infiamma questo triangolo clinico-amoroso, mai precipitando nel ricattatorio o nel voyeuristico. La scelta di una messa in scena spoglia e disadorna (digitale "fenomenologico" e illuminazione essenziale del prodigioso Yorick Le Saux) sopprime ogni pietismo, radiografando l'anima dei personaggi con toccante asciuttezza. Giusto il paragone con "Son frère" di Patrice Chéreau. Ma se nel film di Chéreau i corpi sono raccontati come se fossero psicologie, Giannoli fa esattamente il contrario, osserva le psicologie come corpi in azione: opacità inafferrabili. Laura Smet (Charlotte) e Marie Denardaud (Ninon) scrivono le loro interpretazioni con un'adesione aspra e sensuale, Nicolas Duvauchelle (Paul) con un'economia stupefacente, quasi ostile nella sottrazione estrema della recitazione. Un'ultima cosa, letteralmente nauseante. In molte città italiane questo film non è passato in sala. Il più bell'esordio francese del 2003 non è passato in sala. Questo fa pensare.
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(8.5/10)
