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Terra di confine

Opinioni presenti: 53
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Un capolavoro

(10/10) Voto 10di 10

Costner si deve veramente trovare a suo agio nel vecchio west. Dopo BALLA COI LUPI ecco un'altra memorabile chicca. OPEN RANGE è un western atipico, sconsigliato a chi ama il fracasso delle sparatorie alla sergio leone o i western in cui ad ogni colpo col winchester corrisponde unmorto. Il realismo dello scontro finale è fantastico e personalmente l'ho rivisto 3 volte per godermi la sensazione di essere lì con i protagonisti a cercare di mirare senza riuscirci ed a scappare per la paura di un colpo decisivo. Davvero bello e peccato che ,come sempre - ma c'era da aspettarselo - il popolume italiota l'abbia completamente ignorato.



Stefano, 36 anni, Mezzago (MI).




Si respira classicità

(10/10) Voto 10di 10

Si respira classicità in questo nuovo film di Kevin Costner, una classicità che si costituisce elemento portante di tutto il film. Si ha l'impressione che il regista di "Balla coi Lupi" l'abbia voluta eleggere a cifra stilistica di spicco, rendendo ben chiaro il suo punto di vista nei confronti del western. I protagonisti sono uomini in fuga da se stessi, incapaci di trovare la giusta dimensione o di accettare il passato, ma tuttavia meno tormentati del tenente John Dunbar, animati anche da un salutare spirito di auto-conservazione che dona al film delle sfumature di pragmatismo d'altri tempi stridente con il classico immaginario western. La prima parte del film è interamente giocata sull'attesa dell'ineluttabile, quel conflitto che i protagonisti di certo non cercavano, ma che capiscono di non poter evitare in ossequio alle leggi non scritte della prateria. Boss Spearman (il sempre carismatico Duvall, saldamente in parte) è il più vecchio dei due, ed è lui che con placida rassegnazione decide di muovere guerra all'arrogante padrone del villaggio (di nome Baxter, citazione di Leone o coincidenza? Opterei per la seconda) colpevole di aver offeso e ricattato per primo: mi asterrò dal cercare riferimenti alla politica estera americana, convinto che Costner abbia fatto lo stesso. Con l'arrivo nella cittadina scopriamo di più sul rapporto umano tra due vecchi amici, legati dal destino di outcast ma divisi da una reciproca diffidenza di fondo. La condanna all'espiazione interiore non consente quindi un'apertura all'altro, tant'è che solo le circostanze straordinarie e la gentilezza di Annette Bening cambieranno le carte in tavola. Il momento del confronto tra i due mandriani sotto la pioggia torrenziale, davanti al saloon in cui hanno gridato la loro rivolta di fronte alla popolazione cittadina, sottolinea la fragile ma ferma convinzione negli occhi di Duvall e Costner. E proprio gli agenti atmosferici giocano un ruolo importante: la pioggia incessante, da sempre suggestivo elemento cinematografico, fin dall'inizio governa la storia costringendo i due cowboys alla sosta e seguendo le loro vicende nella città. Spesso è anche lo spunto per approfondire il disagio del protagonista immerso in un ambiente "alieno", nella fattispecie la casa di Annette Bening, sporcata dal fango di Charley con grande imbarazzo di quest'ultimo. Scene che sembrano farsi vanto della loro prevedibilità, fino al momento dell'atto finale. Una sparatoria prolungata, cui Costner non si sottrae, e di cui anzi azzecca in pieno la rappresentazione, squarciando l'atmosfera fin lì creata con la pesantezza e il frastuono degli spari. Come a voler dire che passi l'introspezione del cowboy, ma quando c'è da far fuoco pigiare sull'acceleratore è sempre la soluzione migliore. Eppure è questa la parte migliore del film, una messa in scena potente e inaspettata, una sequenza dall'ottima fisicità che stordisce e inchioda lo spettatore.



Mauro, 26 anni, Rovato (BS).




Stai tranquillo!

(10/10) Voto 10di 10

Sono la svitata che ha dato due volte 10 a questo film... scrivo solo per rassicurare Enrico: la media di 6.5 c'era da ben prima che io mettessi i miei voti... e rimarrà se lo metto una terza volta... quanto ai western, mi piacciono "Balla coi Lupi" (sempre che lo vogliamo considerare "solo" un western), "Silverado", "Gli Spietati" e buona parte dei classici (Mezzogiorno di Fuoco e simili, per capirci). Non sono una fan di Sergio Leone, proprio per niente... per caso sarebbero quelli i western non telefilm che vorresti farmi vedere? Quelli con i paesaggi americani che non sono americani e Clint Eastwood (che io pure apprezzo moltissimo) con due sole espressioni, con il cappello o senza? Non me la sono presa: come ho scritto un film è ben poca cosa in confronto a quasi tutto il resto... ma capitavo per il sito e ho visto che sembravi un po' sconcertato dalla media... volevo solo precisare che non è roba mia... ciao!



Giulia, 16 anni, Rabbi (TN).




Non ho mai dato un voto più alto di 8 ma questo si merita 10!!!

(10/10) Voto 10di 10

Veramente un ottimo film! Da vedere sia per gli amanti del western che non. Questo film è lento??? Probabilmente non avete mai visto "Il buono , il brutto , il cattivo" o "Giù la testa" o "Per un pugno di dollari" o "Per qualche dolaro in più" (tra l'altro un film più bello dell'altro)... E' un film che tiene incollati davanti alla tv dal primo all'ultimo minuto... Rispetto le opinioni di tutti, ma dire che questo film è brutto...è un delitto!!!



Francesco, 26 anni, Ancona (AN).




Evviva la lentezza!

(10/10) Voto 10di 10

Insomma che cosa c'è che non va nel ritmo di questo film? non è una pappa, solo calmo e sereno, forse per sottolineare il carattere riflessivo dei personaggi che si rivela in un sacco di momenti a loro modo istruttivi: nel bosco boss e charley non uccidono quei mercenari assassini ma si limitano ad avvertirli. non uccidono nemmeno gli uomini sulla collina. alla fine, boss fa un discorso fantastico a charley sulla differenza tra giustizia e vendetta impedendogli così di uccidere un uomo già vinto, cosa che lo avrebbe fatto diventare come gli assassini stessi. c'è rispetto in un comportamento come questo, e se sentite il commento di costner nel dvd capirete che il motivo pr cui charley ha tanti dubbi e rimorsi è perchè sa che la violenza non porta a nulla e che tutt'al più può essere inevitabile, non giustificata: ciò non toglie che sia orrenda e lui si sente in colpa ancora prima di aver sparato, anche se sa che lo fa per difendere la sua vita, quella dei suoi amici e di un'intera città agli ordini di un avido prepotente. ci sono poi paesaggi bellissimi, musica altrettanto, e una storia d'amore diversa dal solito che a me è piaciuta un sacco... dove lo si trova uno così gentile e premuroso al giorno d'oggi? perciò, a voi spettatori iperveloci che volete solo filmacci pieni di effetti speciali, botti, scoppi, dialoghi da mezzo secondo e sentimenti totalmente assenti (già siamo nell'era dei telefonini... non si spreca tempo per dire le parole tutte intere, neanche per pensare, ovviamente), dico solo... evviva la lentezza... p.s.qualcuno sa dove potrei trovare il romanzo da cui è tratto il film?



Celeste, 16 anni, Rabbi (TN).





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