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Lanterne rosse

Opinioni presenti: 14
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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Ma cos'e' cambiato?

(10/10) Voto 10di 10

Gli uomini, come le pietre, rimangono sempre gli stessi. Così è in questo film, un film di rottura con la tradizione cinese, proibito in quel paese fino a non molto tempo fa. Cosa c'è da dire? Innanzi tutto, si respira un forte anelito di libertà. Libertà di espressione, di linguaggio, di capacità di osare mostrare i sentimenti. Non definirei assolutamente Zhang Yimou un regista prettamente orientale, vista l'universalità del suo linguaggio. Tratto dal libro "Mogli e concubine", questo film è un'apologia su come gli esseri umani, e i sentimenti, non cambiano mai, nonostante una presunta modernità. Le donne, invece di essere solidali tra di loro (e ci guadagnerebbero molto) sono delle vipere che godono nel farsi del male e nel tendersi continuamente delle trappole. La meravigliosa Gong Li, la più intelligente, sensibile e ribelle di questo infido gruppo di donne, è destinata inevitabilmente a soccombere, vittima dei suoi sentimenti. Ma questo film non parla solo dei rapporti delle donne fra di loro. La tristezza della condizione femminile, da secoli vittima di un potere arcaico che la strumentalizza, viene completamene fuori. Si è destinate, nella vita, ad essere mogli o concubine, o entrambe. Ed ecco allora le Lanterne Rosse, un simbolo di potere a cui non si deve assolutamente rinunciare, a costo di rovinare se stesse. Un vero nido di serpenti, che ci lscia giustamente angosciati, visto anche il drammatico finale: la perdita della comprensione per un mondo che schiaccia e che opprime. Uno dei film più importanti che mi sia capitato di vedere, basato sulla logica del potere. Considero Zhang Yimou un vero genio, nell'universalità del suo linguaggio. Possono passare i secoli e gli anni ma l'animo umano rimane sempre uguale. Lo ha sempre affermato Shakeaspeare, e ce lo dimostra questo magnifico film. Almeno, la libertà di guardarlo e di trarne delle conclusioni, dentro di noi, l'abbiamo. Ed è già qualcosa.



Alessandra verdino, 51 anni, Savona (SV).




Capolavoro

(10/10) Voto 10di 10

In un mondo chiuso e autoreferenziale, fatto di riti immutabili e con la costante e opprimente presenza del 'padrone' che, con autorità assoluta, regola e decide della vita delle persone che abitano questo microcosmo. Può un essere umano vivere serenamente in queste condizioni? non può, e infatti ognuna delle quattro mogli ha adottato una strategia diversa per sopravvivere. La più intelligente ha un rifiuto inconscio per il suo ruolo di 'quarta signora', trascina alla morte la povera serva Ya e la 'terza signora', mette in piedi la commedia autodistruttiva della gravidanza e, alla fine, si rifugia nella pazzia. Capolavoro assoluto di psicologia, regia e fotografia.



Andrea, 48 anni, Torino.




e in italia?

(8/10) Voto 8di 10

lo so che quello che sto per scrivere non è una critica cinematografica..premesso che è un film che da moltissimo sotto tutti i punti di vista regia e attori..ma il tema della condizione femminile è molto attuale e non lo confinerei in cina..certi fenomeni in misura minore non "legalizzata" e occulta ci sono anche qui da noi..donne ancora non libere o uomini che non "crescono" mai da certi modelli?



Claudia, 41 anni, Livorno.




Bello!

(8/10) Voto 8di 10

Ciao a tutti, vorrei consigliare a tutti la visione di questo film. La regia è davvero ben curata, la fotografia e il montaggio pure. La trama è semplice, lineare, ma affatto scontata. Insomma da non perdere!



Davide, 30 anni, Ferrara.




Buona pellicola

(8/10) Voto 8di 10

Un film cinese di grande spessore e drammaticità, certamente avrebbe meritato più fortuna, sia per la storia che narra con grande realismo la situazione delle donne nella Cina degli anni venti, brutalmente sottomesse al maschio-padrone, sia per i costumi e il sonoro. Un film che consiglio a tutti.



Mauro, 30 anni, Messina.





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