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Mi piace lavorare - Mobbing

Opinioni presenti: 30
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Quanto é vero!

(10/10) Voto 10di 10

A tutti coloro che criticano questo film definendolo "fantozziano", "troppo esagerato" "brutto" e "demotivante"...vi auguro di non trovarvi MAI nei panni della vittima del mobbing. La sottoscritta deve continuamente sopportare surprusi, violenze psicologiche e soprattutto critiche dai superiori, che forti del proprio posto (e come no? sono uomini - condizione fondamentale per avere successo e sperare in una fiammante carriera all'interno di qualsiasi azienda) si lasciano andare, ti passano tutto il lavoro che compete a LORO senza ovviamente riconoscerti nulla né a livello morale, né (fondamentale) a livello monetario, ovviamente criticando qualsiasi tua opinione. Non solo le donne sono le vittime, sia chiaro, ma sono la grande maggioranza. Purtroppo non ci si rende conto che nel nostro Paese, nel 2005 le donne rappresentano ancora il sesso "debole", non hanno gli stessi diritti degli uomini, ma soprattutto non sono trattate e ripagate giustamente in base ai propri compiti e alle proprie capacità. Forse perché non hanno il coraggio di ribellarsi? Maggiori controlli del tempo passato in bagno, alla macchinetta del caffè, quanti giorni si sta a casa in malattia….ma i “capi” nessuno li controlla?? Pensateci bene, gente.



Selvaggia, 35 anni, Milano.




La migliore lezione sul mobbing

(10/10) Voto 10di 10

Ho seguito molto attentamente questo film. credo sia la migliore lezione possibile sul mobbing, un problema grave. il mobbing é la dimostrazione palese di quento sappiamo essere vigliacchi e ignoranti, tutti perché il mobbing non lo subiscono solo le donne.....che si sappia. consiglio ai docenti di farlo vedere ai ragazzi in modo che non ci siano altri casi dolorosi come anna. concludo inviando a nicoletta braschi un messaggio: un interpretazione magistrale.



Giuseppe, 25 anni, Garbagnate Milanese (MI).




profondo

(9/10) Voto 9di 10

ho trovato il film molto bello.. alla fine mi ha lasciato 1 senso di tristezza e anche 1 po' di mal di stomaco da com'era trattata la braschi (bravissima, come la bambina). le parti lente e ripetitive trasmettevano benissimo la noia e la depressione che provava la protagonista. brava comencini



Sara, 25 anni, Mestre (VE).




Crudo e fastidioso, quindi funziona

(8/10) Voto 8di 10

Una storia che riguarda il "mobbing" l'ho trovata fin da subito interessante, perchè ai tempi, più di dieci anni fa, si cominciava a parlare di questi "dispetti" a carico dei dipendenti, per esortarli a lasciare (possibilmente in malo modo, alzando la voce, e sbattendo la porta) il loro incarico. Dispetti che a un osservatore esterno possono sembrare ridicoli, ma che per chi li vive, sono una versione riveduta, corretta e più viscida, del nonnismo da caserma. A chi dice che il film è "piatto", "incolore", "monotematico" rispondo: la strategia attuata dall'azienda nei confronti di Anna/Nicoletta, è tanto più dinamica? Ad occhi distratti sarà scappata una scena agghiacciante: quella della ragazza, ovviamente fresca di parto, costretta a chiudersi in bagno e a "ciucciarsi" il latte col tiralatte, buttandolo nel lavandino. Scena chiave dalla potenza devastante, che fa capire che il nuovo ordinamento dell'azienda non ha nè tempo, nè soldi, nè tantomeno rispetto per le neomamme. La scena del colloquio finale con l'amministratore delegato, poi, è un autentico capolavoro di cinismo e cattiveria: a parte che un cretino del genere, più che amministratore, in una ditta del genere andrebbe bene a malapena come parcheggiatore: "Gli operai hanno quasi fatto sciopero per colpa sua" - "Possiamo a questo punto diventare un po'cattivi" - "Quello che ha visto finora non è niente, rispetto a quello che le capiterà". Un frasario da tamarretto del bar, buono per una querela di quelle fatte bene. E oltre che di cattivo gusto, questo personaggio si è dimostrato anche un grandissimo cafone, tirando in mezzo nella discussione la figlia dell'impiegata. Lui si aspettava che lei accettasse il benservito senza riserve, o che mendicasse un ricollocamento, invece niente: fredda, lucida, spietata, e di un cinismo che trasuda classe, come solo chi ha conosciuto davvero l'esasperazione può raggiungere.



Paolo, 39 anni, Milano (MI).




Un riscatto per il Cinema italiano

(8/10) Voto 8di 10

Il film l'ho visto in tv qualche settimana fa e mi è piaciuto molto. nicoletta braschi è davvero una brava attrice, espressiva e coinvolgente, così come anche la bambina quindi un ottimo cast per un film forse un tantino sottovalutato e ritunuto da segmento di nicchia. era ora che un film trattasse l'argomento mobbing mai visto su di una pellicola, una denuncia e una rappresentazione drammatica ed efficace di ciò che accade a centinaia di persona, anche se in effetti a tratti troppo surreale o esasperata ma purtroppo esistono anche casi come questo, appunto esasperati ed eccessivi che portano le vittime ad esaurimento nervoso e stati depressivi profondi. una denuncia che però è passata quasi inosservata e come in altri casi questo è un argomento scottante per il quale la gente non è propensa a parlare, ne esiste un reale supporto per coloro che ne sono vittime; il finale a lieto fine è bello ma quasi mai c'è un vero aiuto da parte di qualcuno tantomeno dalla cgil.



Alessio, 22 anni, Napoli.





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