Ho visto la lettera, per caso non di mia intenzione, sono rimasto affascinato, rapito ed alla fine mi sono pure commosso, credo bisognerebbe guardare un pò di più il nostro cinema,e soprattutto i nostri attori (che bravi). Da vedere assolutamente
Ho visto pochi film del grande Maestro portoghese, adesso ultracentenario, e cmq mi hanno sempre impressionato per la forza dei dialoghi, le ambientazioni e i messaggi trasmessi. Anche questo fa fede alle mie aspettative ed è anzi un altro saggio delle immense capacità di Oliveira in questo caso nel portare nel grande schermo e sostanzialmente ambientare ai giorni nostri un'opera (di cui ahimè non ricordo il nome ;)) scritta da un'autrice francese del XVII secolo. Trattasi di un classico romanzo sentimentale, di un infelicità coniugale e della continua ricerca della protagonista dello "spirito" e della forza che dovrebbe cmq trasmettere un unione tra due persone. Messa a dura prova da un incallito spasimante e macerandosi sempre più nei sensi di colpa ecco arrivare un'illuminazione finale, una scintilla a cui affidare il proprio destino, poi descritta mirabilmente in una lettera (da cui il titolo) indirizzata ad un'amica suora a cui sono state confessate tutte le sue angoscie sentimentali. Certo il trasporto della vicenda seicentesca ai giorni nostri è stata una scommessa, lo spasimante "odierno" (il cantante portoghese, che interpreta se stesso Abrunhosa) che poi secondo me non merita tutte queste "macerazioni d'animo" forse ha una recitazione un po' forzata. Però da contraltare c'e' la splendida figura della protagonista (Chiara Mastroianni) le cui pene, i suoi silenzi e gli sguardi valgono di più della sua recitazione complessiva. Nel complesso voto 9 e lunga vita a Manoel De Oliveira!
Non ho visto il film quindi non posso dare un'opinione ed ho inserito un voto per non alterare la media. Perchè allora scrivo vi chiederete. In effetti non ne avevo alcuna intenzione ma trovo che certi atteggiamenti debbano essere discussi e commentati. Mi riferisco al commento di Giancarlo da Bari. In merito voglio esprimere la mia indignazione non per ideali politici, che posso anche condividere da quel che trapela dalle sue parole, ma per la conclusione estremamente classista e snob riguardo alle massaie e ai ciellini (ma soprattutto alle massaie) come se quest'ultime avessero limitate facoltà intellettive e di conseguenza potessero comprendere soltanto film di basso contenuto culturale. Frequento l'ambiente universitario da 10 anni ed in molte occasioni ho riscontrato molta più ignoranza che non parlando con quell'umile signora che mi aiuta in casa e che si fa un mazzo così per mantenere i propri figli all'università con sacrifici che io non sarei capace di fare e per la quale nutro la più alta stima. Forse Giancarlo la vita ti si è presentata piena di comodità e di agi e ti auguro che possa continuare così. Tuttavia non tutti sono fortunati e questo non vuol dire che debbano essere etichettati da un "27enne vissuto" che spara sentenze da un piedistallo.
C'e un vizio tutto italiano di buttarla in politica. e il caso del nostro giancarlo da bari, forse in crisi di astinenza da qualche film di moretti o bellocchio. non e mia abitudine scrivere ai forum, ma questa supponenza che hanno alcuni supposti cinefili nel giudicare i film mi irrita molto. io ho visto, casualmente, la lettera e l'ho trovato un film sincero e, a tratti, poetico. capisco che per alcuni la poesia che non alzi un inno alle loro masturbazioni cerebrali conti poco, ma dovrebbero avere piu rispetto e tolleranza per chi non la pensa come loro. inoltre, il nostro giancarlo, il film forse non l'ha visto nemmeno bene, visto le incongruenze che dice nel raccontarne la storia. non vorremmo, in definitiva, trovarci di fronte al classico vizio italico della malafede. ma non si preoccupi il nostro giancarlo, presto arrivera un altro film di moretti e bellocchio sugli schermi, x la goduria sua che capisce i nostri tempi. lui che non e massaia, ciellino e altro. ma tant'e, nessuno puo essere cosi fortunato.
valerio da roma