Diciamo...nel film c'è tutto. Amore, amicizia, tema razziale, famiglia, accenni allo sport (box), nevrosi...magnifici Hopkins e Miller indimenticabile Ingegner Scofield della fortunata serie Prison Break (Miller interpreta il giovane Hopkins) e anche la bellissima quanto spettinatissima e sexy come mai Nicole Kidman. Ottimi anche Gary Batman Sinise nei panni dello scrittore salvato dalla noia e dalla paura dal grande Anthony Hopkins e Ed Abyss Harris. Film non velocissimo ma che fa dei temi affrontati e della profondità dei dialoghi e delle relazioni la sua arma vincente. Da vedere.
per capire il film bisognerebbe leggere il romanzo di Philip Roth; io ancora non l'ho fatto, ma spesso un buon libro può divenire un film mediocre, o comunque non reggere le attese sperate. per quanto riguarda questo film, c'è qualcosa che non va...forse nella storia o forse proprio nella sceneggiatura, fatto sta che non si riesce a cogliere una sesazione di unità; i sentimenti sembrano appiccicati addosso ai personaggi, ovvero non si capisce perché debbano comportarsi proprio in quel modo: lo scavo psicologico non mette in luce il tormento interiore che sostiene le azioni. Se l'intento del regista è quello di dare l'impressione di una certa paralisi allora l'intento è riuscito, ma sembra che la trama si sviluppi dall'esterno de non parta dai personaggi. Tuttavia, bella e impietosa è la rappresentazione del formalismo morale che condiziona non poco la nostra vita, che si trasforma poi un una sorta di chiusura interiore del protagonista, incapace di confessare la sua verità.
Nel complesso il film prometteva bene, ma lascia "quoddam inexpletum" ossia qualcosa di inappagato.
come la maggior parte dei film usciti dalla industria cinematografica chiamata Hollywood, anche questo non perde l'occasione di essere semplicemente pretenzioso. ed è tutto quanto si può dire su questo film. scolegato, senza un perché, senza nessun calore umano, è un'altra prova che quanto ci arriva da oltreoceano o ci mandano le sparatotoie ben confezionate e frenetiche oppure sentimentalismi che, non si sa per quale motivo, devono essere di una lentezza disarmante. ma, sia ciaro, la lentezza non è un problema se ha una giustificazione e comunque un ritmo al suo interno. una fotografia a volte ricercata a volte invece stereotipata, senza un vero regista che sa quello che vuole, un montaggio mediocre, questo film sicuramente è costato molto di più del suo effettivo valore artistico. conclusione? a un regista di origine e istruzione europea probebilmente non riuscirebbe bene un film western o tipo "guerre stellari" sarebbe un misero tentativo di raggiungere qualcosa che non gli appartiene e il consiglio sarebbe quello di lasciare perdere. per quanto riguarda i temi sui rapporti umani e la loro elaborazione psicologica, eccetto rarissimi casi, ai registi e produttori americani lo stesso consiglio.