Devo spendere piu di una parola a favore dell'indiscusso
capolavoro almeno per me di d'alatri:"i giardini dell'eden"
accusato ingiustificatamente di relativismo, io non direi
in quanto il gesu'che ci viene presentato nella massima semplicita'umana cerca seppure a fatica guardandosi dentro
di giungere alla verita'universale ed assoluta quella dell'amore e della fratellanza senza rifarsi a canoni preconfezionati di stile confessionale e ancor piu dogmatico.la genuita' del regista sta appunto nella evidenziazione di alcuni punti che fanno di questa piccola opera sicuramente un opera grandiosa come il tema della tradizione giudaica a cui lo stesso yoshua e'legato piu da un dovere che da una convinzione personale, e ad un certo punto della sua vita se ne allontana pur rimanendone fedele
cercando pero' delle risposte dall'anima, queste risposte arriveranno dopo un lungo e travagliato precorso umano e spirituale che lo porteranno alla conoscenza della verita'
solo dopo aver sperimentato i limiti della natura umana legata all'effimero;celebre la frase che yoshua rivolge al compagno di studi nella comunita'essena "le regole sono per gli uomini non gli uomini per le regole" e d e' proprio questo il grande insegnamento che ci viene dal film raggiungere la maturita'spirituale attraverso l'esperienza limitata che appartiene al contigente quindi alla sfera umana,l'esperienza di fede la si puo'sperimentare indipendentemente da precetti imposti da uomini e parlare direttamente con dio come afferma yoshua ai confratelli,
in sostanza il gesu' di d'alatri rompe si schemi classici di icona santino pero mantenedosi fedele sempre ai grandi valori universali e solo alla fine riuscira' a carpire l'essenza dell'assoluto solo dopo aver sperimentato la sofferenza interiore attraverso la ricerca di se tessi,
le ultime scene del film fanno capire chiaramente come yoshua abbia finalmente trovato una dimensione di fede
e grazie ad essa proclamera'il messaggio universale per eccellenza quello dell'amore per dio e per il prossimo
"tutto questo forse sole attraverso strade diverse".il gesu' di d'alatri diventa quindi grande proprio attraverso l'anonimato perche mescolato tra i i giovani del suo tempo
alla fine con la sua umilta' ci da dei grandi insegnamenti lungi dalla retorica noiosa dei grandi maestri quindi il film merita una valutazione eccelente.
Gran bel film. un film vero. finalmente un prodotto che non riporta nessuna interpretazione dei vangeli. e'tratto dai manoscritti di qumran del mar morto. un film storico: gesù che ha dei fratelli; gesù che lavora in falegnameria; gesù che fa il suo praticantato dagli esseni e poi gira il mondo pagano. un film che da vita alle ipotesi/tesi di molti storici. poi anche i miracoli e le tentazioni mostrate con un semplicità portano ,secondo me, ancor di più a riflettere sul mistero che aleggia attorno a quest'uomo di 2000 anni fa. un gesù umano, un gesù ebreo così come lo era realmente. . putroppo in un paese di intlletualismo religioso/medievale come l'italia ,il film è passato quasi in silenzio tra le opinioni del pubblico, anche se è stato definito dalla presidenza del consiglio dei ministri dipartimento dello spettacolo e cultura "film di cultura ed interesse nazionale".finalmente un film non condizionato dalla dottrina cattolica e soprattutto non girato per la chiesa. grazie alessandro d'alatri. unico errore tecnico: gesù da bambino è mediorientale, da grande ha gli occhi azzurri di un occidentale. ma su questo possiamo anche passarci sopra.