Un film che, per esprimersi, faccia forza sul dialogo anzichè sulle immagini è poco "cinema" e tanto "telefilm". Oltretutto le varie opinioni sono piuttosto discutibili. E dov'è la tanto temuta barbarie?
Il film è molto bello e cattura l'integrale (si, integrale!) attenzione dello spettatore esercitando su di esso un continuum di partecipazione, di elaborazione e di riflessione.
Affronta il tema del rapporto intergenerazionale in un modo corretto ed efficace.
Il professore, figura centrale, è l'espressione di un vero e proprio inno alla voglia di vivere pienamente scontando gli inevitabili errori e le fughe un pò squallide. Egli è colto in un momento delicatissimo della sua vita;
la moglie, figura discreta e soft, fornisce una indicazione fondamentale sul piano strategico al figlio. "Imposta il tuo aiuto a tuo padre senza cercare di imporgli il tuo modello e la tua filosofia di vita; rispetta invece la sua impostazione e le sue esigenze, anche se esse non sono da te condivise.
il figlio lascia ammirati per il modo efficiente ed efficace - tenendo però sempre conto dei parametri indicati - con cui attua concretamente la strategia materna trovando soluzioni originali;
la figlia, pur essendo lontana, trova le parolo giuste ed il modo di partecipare con i suoi cari ad una fase così delicata e traumatica della vita del padre e della famiglia.
Fra gli altri personaggi del film - che sembrano rappresentare il coro in un'antica tragedia greca - spiccano sia la figura della ragazza che, pur nel suo tormento esistenziale, riesce a partecipare alla vicenda, che l'amico sposato con la giovane bionda e "bona" che ci regala una molto divertente battuta sulla principale virtù della moglie cui peraltro, non appena si presenta l'occasione, impartisce una lezione di vita piuttosto tosta che vuole far intendere il permanere di una sua capacità autonoma di valutazione.
Non ho visto "Il declino dell'impero americano" cui pare questo film sia strettamente collegato; lo cercherò per vederlo.
Mi sia consentito, infine, di dissentire totalmente dal giudizio del sig. Giorgio, cinquantenne di Verona; il film, pur con alcuni dettagli non condivisibili, è sul senso della vita!!
Se il film descrive un processo,se l'autore vuol dimostrare "dal di dentro" (con qualche compiacimento formale e lacrimuccia) il declino dell'impero americano -(occidentale!) il risultato è pienamente riuscito. Emblematico è il passaggio del "testimone" dal padre morente al figlio con il patetico "ti voglio bene" di questi.Nel teatrino delle relazioni umane le battute sono folgoranti! Un filo di speranza viene dalla giovane drogata e nella contemplazione della natura (residua).Questo film ricco di intelligenza e autoironia merita un bel otto.
Può essere gradito a chi consuma la paccottiglia-film made in USA dove tutto è perfetto da un punto di vista tecnico ma dove,purtroppo,i valori vengono stravolti?(fatti salvi Altman e pochi altri.
Un mio affettuoso plauso,per quel che vale,a tanta critica cinematografica,giorno per giorno sempre più sensibile alla forma e indifferente verso i contenuti. Siamo tutti in scena,chi più chi meno,nel declino dell'impero occidentale.
Da vedere poichè tratta la fine dei nostri giorni in modo almeno originale. il messaggio è chiaramente negativissimo
perchè dice " i soldi sono tutto e con essi puoi tutto "
in ogni modo non mancano personaggi positivi che elenco
1-la ragazza drogata che si salva al contatto della morte
2-il poliziotto antidroga che in fondo aiuta a trovare la droga
3-infermiera che saluta assentendo alla ultima proposta sessuale del moribondo