Splendido film,anche questo.
Grandissima interpretazione di Denzel, tanto per cambiare.E' riuscito a far arrivare allo spettatore i sentimenti di rabbia e di odio provati dal pugile, per essere stato accusato ingiustamente.
La storia fa seriamente pensare, lascia dentro emozioni forti, se si vuole ricordare la crudeltà di certi uomini, il razzismo spietato e sfrontato che ha rinchiuso un uomo dietro le sbarre solo perchè nero e non colpevole.
Questa è la storia dell'uragano Rubin, che ha affrontato una vita piena di ostacoli, è stato capace di riprendersi la libertà strappatagli con crudeltà, smettendo di convincersi di non dover più provare sentimenti e di non dover più avere desideri, di dover vivere solo nella sua mente e nel suo spirito.Tutto questo grazie a degli splendidi amici che l'hanno supportato nella lotta contro una giustizia che di giusto non aveva compiuto niente.Una fantastica colonna sonora.
E la vittoria finale, ancora una volta, sul ring della vita.
Questo film avrebbe dovuto essere ritirato dalle sale e le persone coinvolte nella sua realizzazione denunciate per calunnia.
Sono letteralmente allibilito.
I fatti:
1)Questo film presenta il peso medio Rubin Carter come un top contender alla corona dei medi degli anni '60.
Niente di più falso e distorto.
Carter nel 1964 aveva alle spalle 4 sconfitte da pro, e venne chiamato solo per grazia di Dio per affrontare Giardello per il WBC/WBA.
Perse per decisione unanime, questi i 3 cartellini:66-72,64-69, 67-70.
Nel film assurdamente la decisione sembra contrastante e scandalosa e dipinge Carter come un povero pugile privato della meritata vittoria.
Joey Giardello non appena vide il film fece causa alla produzione e ottenne un risarcimento miliardario per calunnia, tanto era palese la diffamazione.
2)Carter nel 1965 perse contro Dick Tiger e da quel momento il mondo della boxe capiì che era un pugile finito, e lui pure.
Nessuno gli avrebbe più dato una chanche mondiale, e come se non bastasse inanellò una serie impressionante di 4 sconfitte nell'anno seguente. Io ho vissuto quel momento,ho cominciato a seguire la boxe dagli anni '50, e nessuno, rupeto, nessuno, considerava più Carter un pugile degno di mondiale. Assurdamente e paradossalmente, nel film al momento dell'arresto Carter sembra un pugile che sia lì lì per giocarsi un'altra chanche iridata, questo è una mancanza di rispetto verso il pugilato che ha davvero dell'incredibile.
Carter è stato accusato e incarcerato ingiustamente, è vero, non ha mai commesso alcun delitto e fortunatamente questo venne fuori, anche se in ritardo, ma stravolgere i fatti per generare nel pubblico lacrime di commozione mancando di rispetto a grandi pugili come Giardello, Scott e Morris facendoli sembrare dei ladri è inammissibile.
Non posso che dare un dieci pieno
a un film che mi incolla e mi coinvolge per due ore al tv senza farmi distrarre solo per un attimo.
ricco di coinvolgimento emotivo,fila liscio fino alla fine (sono tra i finali che preferisco)... un gran denzel a mio avviso,se non siete persone insensibili guardatelo,perchè di roba così
ne viene prodotta poca ultimamente
(alla faccia dei film "tutto effetti speciali" e trame discutibili, banali e noiose)
ma il tutto, resta riconducibile a un'opinione di un semplice spettatore, cioè io. ciao
leggevo sopra che il film tratto dalla biografia del pugile di colore rubin carter non rispetta la storia reale.
questo è un peccatuccio veniale poichè la trasposizione cinematografica è sempre una rivisitazione del regista e dello sceneggiatore che caricano il film di un significato che si può discostare dalla nuda verità.
detto questo, è il momento della lode meritatissima a questo film che ho visto di seguito per tre volte, tanto mi aveva preso.
quand'è che è un film è bello?...per me un film è tale quando ti lascia delle emozioni dentro, quando il contenuto diventa un messaggio degno di riflessione e qui di messaggi ce ne sono tanti....il periodo profondo della discriminazione razziale in America, quando il merito e la bravura non contano se sei di colore e la societò ti annienta non solo nella carriera, ma pure nella dignità,nella libertà, negli affetti più cari.
ecco il concetto di libertà così come trattato mi ha colpito....si può essere liberi giuridicamente, ma schiavi di condizionamenti indotti dalla società così brava a trasformare semplici desideri in bisogni fasulli a fini puramenti commerciali,.
e hurricane ricostruisce la sua libertà in carcere, sembra un ossimoro.
nel film è così.....lui vivrà secondo le sue regole e i suoi ritmi...a costo di stare sveglio di notte e di non mangiare quello che passa la mensa carceraria.
rinuncia anche all'amore della moglie per non soccombere....non potrei sopportare che loro mi possano improvvisamente togliere la possibilità di una tua visita così ti proibisco di venirmi a trovare....dice hurricane all'incredula moglie.
e che dire della solidarietà del giovane lazarus e dei suoi amici che dedicano parte delle loro vita, rischiando, per riaprire nuovamente il processo andando a cercare prove.
in questo film nessuno molla , nessuno cede allo scoramento, alla sfiducia.
il finale è quello vero ed una volta tanto è un vero happy end e non un escamotage per attirare cuori romantici appassionati di film melodrammatici.
un dieci e lode (esiste una valutazio maggiore?) per tutti e soprattutto per Denzel Washington qui in una performance indimenticabile.
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(9.5/10)
