Il film più alcoolico della storia del cinema. 90 minuti frenetici girati interamente in digitale per le vie di Bologna in una massacrante maratona alcoolica a base di vino e birra. Vince chi arriva alla fine senza vomitare.
Un film non destinato alla grande distribuzione, già vincitore di alcuni premi, ben girato, con personaggi ben costruiti e abilmente diretti dal regista (pensate che li ha fatti ubriacare davvero da un certo punto in poi). Se vi capita...non fatevelo sfuggire.
"Crollare all'alba...svegliarsi di sera...è solo un altro ritmo". La musica di Radio K e la voce di Michele, un dj pugliese, scandiscono le tappe di una strana maratona "alcolica", organizzata dai proprietari di quattro bar, che mettono in palio un premio misterioso. Non ci sono regole, tutto è permesso, "doparsi", "trombare"...unico vincolo "chi straccia è perduto".
Nel caos della gara, in cui anche la cinepresa sembra subire la perdita di equilibrio tipica della sbornia, si fondono i racconti introspettivi del Pappa, del Trippo con i suoi "porcod***", di Rama e della Letizia con i loro problemi di coppia, di Mario, disinibito nel far pipì, sotto un portico in pieno giorno, di Osvaldo, uno dei proprietari, con la sua maglietta a difesa della gnocca, di Gabry che dalla prima sbronza afferma "cocaina, marjuana...non c'è droga che tenga", di Zani che partecipa da casa, fuori concorso, perché, in malattia, teme la visita fiscale. Personaggi strani, ma molto veri, in una via del Pratello, a Bologna che ho riconosciuto tale, anche se in modo molto esasperato.
Chi riesce ad arrivare fino in fondo "senza stracciare"...vince la Luna!