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Zatoichi

Opinioni presenti: 77
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Non ci starà prendendo in giro?

(2/10) Voto 2di 10

Fra facce inebetite di cinesi stravolti od infoiati, tra pedofili ante litteram, tra fango, pioggia e fontanelle di sangue spillanti da colli e da pezzi di arti chiaramente posticci, l'eroe cieco (ma lo sarà veramente?)ovvero il "massaggiatore" errante annienterà l'intera banda di cattivi (una cinquantina e più)con la forza dell'udito e dell'olfatto. Alla fine, come sempre con i film di Kitano, la domanda angosciosa: ma non ci avrà preso in giro spacciando un polpettone rimasticato per capolavoro?



Patrizio, 60 anni, Roma (RM).




Geniale!

(8/10) Voto 8di 10

Forse non è un capolavoro nel senso stretto del termine. La storia segue la trama, un po' banale, del classico film di samurai, con sprusi e vendette, però la vicenda, pur con qualche buco (chi è Zaitochi?) è raccontata con alcuni tratti inusuali e originali. Favolosi gli intermezzi di percussioni ritmiche e travolgenti, fino al finale in stile Bollywood. Ho apprezzato l'esaltazione dell'arte della spada, che NON utilizza i ridicoli svolazzi su tetti e alberi come, ad esempio, ne "La tigre e il dragone". Alcune figure potevano essere sviluppate meglio, come quella del Ronin, ma nel complesso, le invenzioni originali superano i piccoli difetti.



Mauro, 57 anni, Torino (TO).




Molto interessante

(8/10) Voto 8di 10

Ho visto il film ad una delle serate culturali promosse dal piccolo comune dove abito, in una sala della biblioteca comunale, con un proiettore semi amatoriale ed un pubblico di signori e sopratutto signore abituati forse più a concerti e teatro dialettale che ad un film del creatore di gag di "mai dire banzai". Devo dire che l'impatto è stato sconvolgente. Alla fine della proiezione nessuno è riuscito a fare nessun commento. Immagino che pochi abbiano capito Kitano e quello che aveva fatto, Personalmente lo considero un "grande" artista. No so se abbia raggiunto lo stadio di "non arte" della filosofia zen o semplicemente va dove lo porta il cuore riuscendo a esprimere ciò che sente senza pregiudizi.



Stefano, 52 anni, Ponte San Nicolò (PD).




Visionario e spettacolare

(10/10) Voto 10di 10

Il fiume di sangue che scorre in questo film, non è violenza gratuita. Serve a farci capire le visioni di un finto cieco che chiude gli occhi, e cerca di liberarsi dei piccoli e grandi sorprusi che subiscono gli uomini nel quotidiano in un Giappone feudale (parrallelamente succedeva nostro medioevo). All fine Zatoichi aprirà gli occhi e cosa vede? Vittime e carnefici ballano insieme accompagnati da uno spettacolare rullo di tamburi, la danza è moderna perché Kitano ora ci mostra com'è il presente. Zatoichi avrà aperto gli occhi invano e il sogno di liberarsi dei sorprusi e dei prepotenti rimane tale. Ps chi mette una stella lo fa solo perchè è assueffatto da film vuoti di cassetta e americanate di serie C.



Omino, 50 anni, Roma (RM).




quanto sangue sprecato

(4/10) Voto 4di 10

Zatoichi sempre più spesso in quest'età di confusione, transizione, rivoluzione tecnologica, l'arte tende a contaminare generi e linguaggi diversi. del resto niente di nuovo sotto il sole se si pensa ad altri periodi storici di snodo, come il barocco, che aveva i suoi vistosi "effetti speciali" negli spettacoli di teatro, nelle feste di corte, nell'architettura e in ogni altra espressione culturale e artistica. e a questa libera associazione di citazioni del passato, di forme di recitazione tradizionale e no, di uso del digitale, di musicalità dell'oggi, è certamente da riportare l'ultimo film di cui è regista e interprete takeshi kitano. da questo a dire che lo strano mélange sia riuscito e attraente per il pubblico, ne corre. si ha infatti l'impressione di un racconto perlopiù ripetitivo e scontato, dove l'ironia non riesce ad assumere corpo e malinconia come in altri suoi film (vedi l'estate di kikujiro), ma spesso è a livello di gag tipo il peggiore stanlio ed olio. né valgono i richiami più o meno espliciti a kurosawa, come la scena del duello sotto la pioggia, a dare nerbo a personaggi sostanzialmente statici, specialmente nella prima parte del film. certo le scene dei combattimenti di spada sono realizzate con grande maestria e ritmo sicuro con l'aiuto della computer grafica, ma alla fine non se ne può più di sangue zampillante, arti che volano, teste che si spaccano. il personaggio di zatoichi, uno degli eroi famosi del dramma storico giapponese, già ripreso dal cinema e dalla tv di quel paese, nell'opera di kitano ha solo il ruolo del vendicatore, ma nessun altro risvolto o sfumatura che non sia il giochino finale con il punto interrogativo sulla sua cecità ed in quanto tale non richiede nemmeno particolari doti dall'interprete se non quella del saper maneggiare la spada alla maniera dei samurai. nè capacità diverse sono richieste alla figura del suo rivale, la guardia del corpo hattori (tadanobu asano), che, nonostante il suo bel viso potenzialmente espressivo, non riesce a dare rilievo alcuno al personaggio. certo non mancano nel corso del film sequenze da ricordare, come quella lodatissima del balletto finale, sostenuto dalla ritmica trascinante del gruppo nipponico "the "stripes", che mescola danza popolare, dance music, tip-tap e percussioni o all'ipnotizzante e ieratico linguaggio del corpo delle geishe. ma il resto è noia e ci vuole veramente uno sforzo di buona volontà per definire divertente l'opera. l'intreccio è semplice, al limite del già visto e sentito più volte. qualche interesse nasce solo a partire dall'entrata in scena di un affascinante duo di finte geishe che sono giunte nel villaggio dove si svolge l'azione per vendicare la strage dei loro familiari ad opera dell'anima nera della banda che terrorizza la popolazione locale. con l'aiuto della terribile spada in fodero rosso del vecchio zatiochi, i responsabili saranno smascherati e puniti con un happy end purificatore dopo tanto scorrere di fiumi di sangue.



Olga, 50 anni, Perugia (PG).





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