Racconta in modo eccellente i luoghi la lingua la storia degno di lode .senza dimenticare che il buon rubini ha esperienza avendo lavorato con il grande a.sordi nel marchese del grillo.
La mia profonda stima
Ieri sera su Iris mi sono imbattuto, quasi per caso, in questo piccolo capolavoro. A suo tempo (era il 1997) l’avevo perso, forse per problemi di distribuzione. Un gioiello nel suo genere. Un piccolo capolavoro italiano, passato curiosamente inosservato, che varrebbe la pena riproporre a vari livelli. Il viaggio della nobile Porzia e del bifolco Bartolo travalica ben presto in un robusto racconto di formazione. Ciascuno dei due ha molto da prendere e altrettanto da offrire all'altro. Tutto avviene all’interno di un’Italia seicentesca il cui spaccato viene ricostruito con grande maestria tra le montagne di un meraviglioso Abruzzo. Il Rubini regista è praticamente perfetto, quasi quanto il Rubini attore che riesce a dare al suo personaggio una grande profondità. La Mezzogiorno gli tiene bravamente testa, in un duetto che sa toccare con levità tutti i sentimenti dell’essere umano. Alla fine Porzia e Bartolo torneranno ai rispettivi ruoli sociali, che il lungo viaggio aveva scompaginato per sconfinare nella tenerezza dell’amore. Niente sarà più come prima per i due giovani viaggiatori.
Questo film, che per la bravura degli interpreti e il significato della storia meriterebbe grandi riconoscimenti, mi ha colpito moltissimo per l'accento di verità dei protagonisti. In questo incontro fra Bartolo, un poveraccio ignorante ma dal cuore semplice e capace di stupore, e la bella nobildonna e nelle avversità che insieme devono attraversare emerge una concezione grande e inusuale dell'amore, del voler bene: non possesso dell'altro e appagamento dei propri desideri, ma affermazione del bene dell'altro, riconosciuto nel suo valore infinito.Andrebbe portato in giro nelle scuole, altro che corsi di educazione sessuale!
Non sò se il regista lo ha voluto di proposito ma il significato vero che mi ha trasmesso il film è così ben articolato che mi sembra impossibile la casualità.
Quello che la protagonista Porzia affronta è un viaggio di un popolo (quello cristiano) e perciò Porzia è la Chiesa . Infatti ogni volta che con qualche astuzia cerca delle vie "comode " per affrettare il raggiungimento dello sposo (Cristo) viene ostacolata dagli eventi avversi .Il film tende a sottolineare il vero compito della Chiesa che altro non è che quello di far scoprire all'uomo stesso la sua vocazione per servire il mondo nel disegno di Dio.
Ho rivisto diverse volte questo film e penso che sia davvero molto bello...Il rocambolesco viaggio ambientato in un Sud del primo seicento è rappresentato da Sergio Rubini come una favola, e mi riporta alla mente gli antichi racconti del famosissimo(..e seicentesco) "Lo Cunto de li Cunti" altrimenti detto "Pentamerone" di Giovan Battista Basile.. L'elemento comico e la poesia si fondono armoniosamente, ed in questo processo la sensibilità e la bravura di Rubini sono fondamentali...
Bellissimi i costumi, la fotografia e le musiche... e poi, come non innamorarsi della bravissima Mezzogiorno e dei suoi stupendi occhi?
Per me è un film da Oscar, peccato che in Italia se ne siano accorti in pochi....come al solito.
Trailer italiano (it) per I soliti idioti 3 - Il ritorno (2024), un film di Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Martino Ferro con Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio,.