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Caterina va in città

Opinioni presenti: 190
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Forza, caterina!

(8/10) Voto 8di 10

Signori, tanto di cappello al buon Paolo Virzì. Ovosodo al confronto era un gioco da ragazzi. Il talentuoso livornese si avventura sul terreno minato del mondo degli adolescenti e degli sventurati suoi coetanei proffe-genitori con un arguzia ed una sensibilità m o s t r u o s a. Nonostante debba necessariamente far ricorso a stereotipi, dato che il film a loro è manifestamente dedicato, il regista riesce a coinvolgere lo spettatore con una ventata emozionale che fa giustizia di tutti, ma proprio tutti…. Cadono teste reali e quelle di anziani cortigiani, sul set di Virzì…. Il Potere è nudo, destra e sinistra mai coincideranno per lui, ma quelli che da entrambe le parti prevalgono sono solo e soltanto sempre e comunque gli stessi, i pre-destinati al potere, con le loro magagne e le loro perplessità che tanto li fanno assomigliare, ma mai assimilare, agli altri, ai poveri cristi, ai “perdenti” che hanno invece una sola chanche, quella di sparire. E, intorno a tutto questo, la faccia, gli occhi, la grazia genuina e disperatamente ordinaria e vera, di Caterina. Lei e un maledetto difficile, infido, mondo davanti. Per fortuna però ancora solo e soltanto suo. Forza Caterina!



Daniele, 50 anni, Firenze.




Il topo di città e il topo di campagna

(8/10) Voto 8di 10

caterina va in citta' - olga di comite dalla provincia alla capitale, dalle frustrazioni alla liberazione, dalla prima alla seconda adolescenza: questi alcuni dei percorsi presenti nell'ultimo lavoro di paolo virzì (già autore di ferie d'agosto, ovosodo, my name is tanino), ma la parola chiave del film potrebbe essere "conventicola", poiché la critica dell'autore si appunta su questa piaga della politica e della vita italiana dove gruppi teoricamente eterogenei finiscono con l'essere quasi omologhi, perché hanno come obiettivo il potere che scolora qualsiasi differenza etica ed ideale. tale problema che molti di noi avvertono non sentendosi più rappresentati da politici riuniti in gruppi e gruppetti, di cui cambiano i riti ma non la sostanza, trova in parte un interprete nel personaggio del padre di caterina. prima voglioso di far parte di uno dei due schieramenti comunque, disposto ad essere ruffiano e meschino, capisce infine che il suo disagio non interessa a nessuno e che solo la libertà interiore può risolverlo. ma quando comprende di dover rivalutare i rapporti veri che ha a portata di mano, quello con la moglie e quello con la figlia, è tardi. entrambi gli sfuggono, perché nel frattempo anch'esse hanno trovato la propria identità. questo nucleo di riflessione, trattato un po' moralisticamente ma senza ottusità, con una vena amaro-ironica che non dispiace e una mano sicura di regista, è ancora una volta al centro del lavoro di virzì, così come la condizione adolescenziale di figli lasciati troppo soli in famiglia. non si fa fatica a riconoscere nel quadro dipinto con abilità tante caratteristiche di persone singole o gruppi sociali che ciascuno di noi ogni giorno vede agire sul palcoscenico della realtà. il regista ha però il dono di saper dipingere caratteri senza farne macchiette, pur movendosi nell'ambito della commedia all'italiana. i suoi personaggi sono veri e ricchi di angolature e sfumature, sgradevoli o positive a seconda dei casi. per raggiungere il risultato, l'autore si è valso di un cast che vede alcuni dei migliori attori nostrani, come margherita buy e sergio castellitto. bravo quest'ultimo nel rendere le corde isteriche, frustrate, opportunistiche, ma non prive di intelligenza ed umanità, del padre di caterina. anche la prestazione di claudio amendola, nel ruolo del politico di destra è un piccolo capolavoro di sorniona misura. a caterina (alice teghil) basta il musetto pulito, aperto sul mondo, per conquistarci.



Olga, 50 anni, Perugia (PG).




Libello contro il governo

(2/10) Voto 2di 10

Con la scusa di narrare le disavventure di una sprovveduta tredicenne, del padre frustrato e irresponsabile, della madre mezza tonta, il film non è che un libello contro l'attuale governo con la soccorrevole partecipazione di Benigni e della Melandri. Il regista sarà loro grato per la comparsata.



Roberto, 49 anni, Milano (MI).




Bhè è un film.. che deve essere visto a mio parere

(5/10) Voto 5di 10

Film,come ho appena detto come " titolo", da vedere, ma non solo..un film.. quasi incompreso, ma che ti permette di ragionare.un film italia 2003, un paolo virzì in forma smagliante( che si occupa anche delle musiche)e accompagnato da francesco bruni,un montaggio veramente realistico di cecilia zanuso, interpreti e personaggi davvero molto sorprendenti,sorprendente a dirsi... un ' alice theghil, scovata tra migliaia di ragazzine è stata una scelta ottima,un sergio castellitto sempre convincente al massimo,e come sempre una margherita buy,discreta ma realistica.da non dimenticare un claudio amnedola,come inaspettata "news". in tutte queste opinioni, tranne alcune, non ho ancora visto una vera è propia opinione del tutto vera, è normale che ci sia chi è contro e chi non.. ma nessuna è stata del tutto giusta (a mio parere)è vero.. che x scrivere tutto, come vorrei fare io, in questo momento, impiegherò molto del mio tempo, e molto spazio di questa pagina..ma credo che bisogni parlare chiaro e in maniera equilibrata.una storia avvincente,che riesce quasi a colpirti, e riesci ad avvincerti perfino.qualche difettuccio, è normale che ci siano; a partire dalla prima cosa che è rimasta dentro di me subito guardando il film, ovvero: ma caterina, è veramente figlia di giancarlo iacovoni(castellitto)??? è una domanda interessante, se pensate, che quando"scompare", come dire... è più libera di prima, e nn si domanda neanche dove possa essere andando suo padre, xchè infondo credo.. che lo sia.. o almeno spero..!!!erroraccio x alcuni, nn x altri.e l 'interpretazione del ragazzo americano (poco più grande della protagonista)che osserva tutto, dalla famosa e ormai rivista e stravista "finestra di fronte", bhè si vede che a virzì, ha colpito molto quel film, ma meglio nn alludere troppo.un' altra domanda che mi sono posto è stata unicamente questa..: ma i ragazzi, adesso sono ridotti in questo stato?! è veramanete una realtà preoccupante, ragazzine tredicenni come donne vissute.. a partire dall' abbigliamento, fino ad arrivare al modo di parlare e di fare.una differenza tra destra e sinistra, che nn è più di tipo " politico" ma di "vita".ed una caterina, spaesata da questo mondo addirittura "strano" e incomprensibile.. penso che chiunque si sentirebbe cosi!!e poi, e poi,potrei stare qui a parlare ancora, e come se non bastasse nn potevo dimenticare la sorprendente margherita, coinvincente, goffa e ironica, ha saputo dare (per quanto possa), uno stile in più al film.a questo punto, potrei dirvi, che il film è anche accettabile, perchè infondo lo è.. ma rendetevi conto voi dopo quello che ho appena scritto se lo è fino infondo.complimenti per questo film, che ha attirato molta gente nelle sale dei cinema, ma che ha anche fatto molto scalpore per errori che potevano anche nn esserci.tutto sommato i film servono per riflettere e nn solo..i gusti son gusti .. si vede che a virzì è piaciuto mettere su un film stravolgente, ma che poi infondo non è nulla di chè.



E-competente-e, 47 anni, America.




Finalmente un film che suscita emozioni.

(9/10) Voto 9di 10

Premetto che non sono una critica cinematografica ma ho semplicemente un figlio dell'eta'di Caterina,devo dire che ho ritrovato le problematiche di questa generazione in questa storia :l'incertezza,il modo di affrontare i problemi degli adulti con una maturita'inizialmente sconcertante ma che poi rivela una fragilita'interiore che siscita tenerezza .Tutto questo si contrappone alla categoria dei ragazzi "viziati"figli del nostro tempo ,figli delle nostre paure,lasciati per troppo tempo troppo soli proprio perche' li riteniamo troppo maturi .Sono veramente sorpresa di le leggere critiche negative ad un film che in momenti commuove e ti impone un riflessione :dove abbiamo sbagliato con i nostri figli?



Claudia, 46 anni, Bologna.





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