Vidi il film appena uscito nelle sale, la scena iniziale faceva presagire bene, ma ad un certo punto indusse in me e nei miei 3 amici un sonno profondissimo. Ancora oggi stiamo dormendo. Lo consiglio a chi ha problemi di sonno.
Ching, donna cinese sconvolta dalla morete del marito corsaro, ucciso dai suoi finanziatori, nel Settecento diviene piratessa ed arriva ad attaccare anche le navi dell'imperatore. Quando quest'ultimo le chiede una resa, accetta la proposta per evitare la guerra.
Film "difficile", altamente poetico, permeato di simbologia, non adatto ad un ampio pubblico perché costruito attraverso un linguaggio non a tutti accessibile. E' senza dubbio non consueto, né facilmente comprensibile, né veloce; tuttavia non vuole essere tutto ciò, bensì trasmettere un messaggio profondo, l'importanza della pace e del perdono, e farlo attraverso l'arte, la musica, i colori, l'espediente della fiaba. Il grande Ermanno Olmi costruisce scenari incantati, utilizza metafore delicate (come quella degli aquiloni colorati che cadono sulla nave corsara al posto delle bombe, esce dagli schemi insistendo, come sempre fa, sugli sguardi e sulle atmosfere anziché sulle parole. I dialoghi sono ridottissimi, profondissimi ed anch'essi metaforici. Splendida è la fotografia di Fabio olmi (figlio del regista) e bellissima, complessa e raffinata la scelta di mettere in scena il teatro nel cinema, con una continua alternanza di recitazione e flashback di ciò che, secoli dopo essere accaduto, viene narrato all'interno di un teatro-bordello cinese. Molto convincente Bud Spencer nella parte, per lui inconsueta, del vecchio marinaio narratore. Complessivamente un film fuori dagli schemi, impegnato ed impegnativo, che non a tutti può piacere, ma decisamente un bellissimo film, carico di significati positivi e profondi, colorato come un dipinto, magico come una fiaba e delicato come una dolce musica di violino.
Non si discute la bravura di Olmi, bellissime le scene e i costumi, molto bella la colonna sonora e adguata al tema, bravi gli attori (un sorprendente Bud Spencer in particolare), bella la favola e il tema del perdono, ma...
Come diceva un lettore precedente l'arte deve farsi vedere. Mi sembra che la partenza del film sia troppo complicata, fa fatica a decollare e se la lentezza non è certo il problema, è vero che a volte alcune scene sono eccessivamente lente, così come alcuni passaggi dal teatro al 1700 sono un po' difficili da capire. Se si vuole comunicare un messaggio bello come quello di questo film, penso che bisogna anche riuscire ad usare un linguaggio più accessibile.