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Parlami d'amore

Opinioni presenti: 42
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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Scuola di seduzione

(10/10) Voto 10di 10

Leggendo il nome del regista, ti immagini di andare a vedere un film leggero, per ragazzi, "stile Moccia". Infatti,la sala è piena di ragazzi e ragazze e tu ti senti vecchia insieme alle tue amiche coetanee. Poi inizia il film e già dalle prime scene capisci che ti sei sbagliata. Il film, non solo non è leggero, ma è anche molto riflessivo. Silvio Muccino, come regista-esordiente, "ci sa fare". Da un'intervista letta pochi giorni prima di andare al cinema, sembra che lui abbia voluto parlare un po' di sé e della sua vita prima di diventare un attore di successo. "Nessuna donna non può non essere conquistata". Tutto parte da questo sottotitolo che apre un ventaglio di emozioni, difficoltà psicologiche, tentativi di approccio con le donne, droga, gioco d'azzardo fino allo sfinimento, tutto completato da una colonna sonora non indifferente. I tre attori principali sono Silvio Muccino, Aitana Sanchez-Gijon (molto brava nel gioco della seduzione)e Carolina Crescentini. Tutti e tre poco conosciuti (lui come regista e loro come attrici, almeno per me), ma molto ben amalgamati nella trama che si snoda lentamente, ma inesorabilmente, verso un rischio di catastrofe per lui che ha tentato di "vivere", come suggerito, di non restare "al palo", amando una persona che non ha nemmeno avvisato (Carolina Crescentini). E allora Silvio si fa insegnare l'arte della seduzione da una che se ne intende (Aitana Sanchez-Gijon). Lui impara, ma forse troppo, fino a scatenare dentro di sé gli istinti più cattivi che afferma di aver ereditato dai genitori. Tutto sommato, però, è buono nell'animo e riesce ancora a distinguere il bene dal male e si salva senza perdere il gusto di "vivere". Molti temi, anche scottanti, come la droga e il gioco d'azzardo al limite, trattati con una vena di malinconia e di delicatezza che forse fanno parte del carattere del regista esordiente Silvio Muccino. Da vedere e da sentire.



Maria Alessandra Agostini, 55 anni, Sondrio (SO).




................parliamone!

(6/10) Voto 6di 10

Il film ci fa spettatori del quotidiano di una famiglia che, all’apparenza sembra serena e dinamica, (molto belle le soggettive!). Poi...la burrasca improvvisa; si comprende che la coppia non è felice e che sta attraversando un periodo di crisi; crisi già avvenuta ma che i personaggi stanno controllando ed elaborando (molto brava la protagonista, lui...completamente statico!). Il film si incentra soprattutto sulla tensione e pressione psicologica che la donna subisce da parte del marito (geloso, poco disponibile al dialogo ed a comprendere le ragioni di lei) e sul tentativo della stessa di “rivivere” senza di lui, di separarsi e di capire meglio se stessa. Lo scopo era parlare d'amore ma i tentativi sono distaccati e freddi. Il tema è senza dubbio molto coinvolgente ma sviluppato in maniera troppo superficiale.



Filomena, 42 anni, Vinovo (TO).




Come maltrattare il grande schermo

(1/10) Voto 1di 10

Vedendo questo film la sensazione è quella che Muccino Jr si sia messo nelle mani di produttori in vena di fare cassa sfruttando l'indubbio appeal che il giovane attore esercita sui giovani soprattutto. Essendo giovane e inesperto evidentemente si è fatto prendere la mano addebitandosi una operazione che va al di là delle sue possibilità. Il peggior modo per iniziare una carriera cinematografica da regista. Perchè il cinema è una forma d'arte, che necessita di autentica ispirazione. Qui di ispirato non c'è nulla: è una insalata di clichè insopportabili (a cominciare da personaggi schematici e monodimensionali) che umiliano la dignità del grande schermo. Con l'aggravante della pretenziosità: tutti sembrano impegnati in una opera da intellettuali, sfruttando tematiche molto delicate, banalizzandole. Ulteriore contraddizione è quella di aver fatto un film evidentementemente votato ai grandi incassi(a cominciare dalla capillare distribuzione) con alte pretese autoriali, due cose che cozzano tremendamente. Non basta mettere addosso a un giovane panni trasandati (in modo calibrato, quasi modaiolo) per raccontarne le difficoltà, le tremende prove che la vita impone a ogni giovane. Perchè si rischia di appiattire tutto, di semplificare quello che non è semplificabile. Facendo un paragone calcistico non si può far esodire in serie A un giovane inesperto nella partita + importante senza rischiare di bruciarlo, perchè nel 99,9% dei casi si brucerà a patto che non sia Maradona: e sul fatto che Muccino Jr non sia Fellini penso siano tutti d'accordo.



Lampuga, 40 anni, Torino.




bravo Muccino

(10/10) Voto 10di 10

Ho capito da un sondaggio fra conoscenti che questo film è stato maggiormente apprezzato da un pubblico adulto e in prevalenza da donne. Sarà per il fatto che le problematiche dei protagonisti (tutte diverse) come la solitudine prima fra tutte, i sensi di colpa, le paure irrisolte, la dipendenza da alcool e droghe, le reali difficoltà di inserimento dopo certe nefaste esperienze...sono realtà drammatiche che a noi adulti spesso ci scorrono davanti senza che ce ne accorgiamo più e ai ragazzi da quasi fastidio vedere al cinema. E' stata per me una possibilità di rilessione, una cascata di sentimenti e una bellissima storia d'amore, a tratti possibile ma non scontata, con un protagonista che nonostante la sua giovane età è un giovane cresciuto troppo in fretta e con una Nicole nascosta dietro le sue paure. Ho trovato bravissimo il giovane Muccino ed ha la stoffa di chi farà tanta strada. Mi è piaciuta la storia, il modo in cui viene rappresentata, la fotografia, la sceneggiatura, le battute che fanno anche teneramente ridere e le musiche di tonino guerra (ho comprato il cd) meravigliose e penetranti. Da vedere assolutamente



Sara, 40 anni, Palermo.




E basta co 'sta psicologia da 4 $

(1/10) Voto 1di 10

Sono stanca di assistere alla banalizzazione di temi psicoanalitici fondamentali(complessi edipici, crisi di abbandono ecc) da parte di "registi" che non sanno manco dove stanno di casa. i riferimenti alla madre, al marcio che non va via, a lui che aspettava fuori dalla stanzetta dove la madre veniva rinchiusa quando era in crisi di astinenza, quella ridicola scena di panico nel wc del bar... basta basta basta. un film pessimo, noioso, insulso, personaggi senza spessore, una ricercatezza estrema dei dettagli per un risultato che è fastidioso ed esasperante.io conosco bene la psicologia e il dolore vero di chi ha sofferto e questo film mi è risultato offensivo e svilente nei comfronti di chi, nelle vita, ha sofferto veramente. e quella crescentini poi, ma vattene a lavorare e struccati bene la faccia... ma fai attenzione però perchè "dopo brucia". bisbetica



Barbara, 37 anni, Sr (SR).





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