Mi associo alla opinione di molti, Nicolas Cage è da Oscar.
Cos'altro aggiungere? Le musiche sono bellissime con il grande Frank Sinatra in primo piano.
La rappresentazione della ingenuità delle vittime della strana coppia è benevola ma sottolineata abbastanza per dire: "nonfidatevimaiditipicomeloro".
Mi è sembrata troppo frettolosa la conclusione.
La storia si è dipanata troppo sulla caratterizzazione di Roy, con Nicolas Cage che si è prestato benissimo, ma alla conclusione, che ovviamente non raccontiamo, è stato dedicato troppo poco tempo.
Forse per fare stare il film nelle canoniche due ore il regista poteva "sforbiciare" il resto del film e lasciare dieci minuti di più al finale. Che ne pensate?
Il genio della truffa
da sempre la figura del truffatore non suscita in noi ostilità o rifiuto ma piuttosto simpatia; sarà che riconosciamo a chi sa buggerare gli altri una sorta di abilità e intelligenza quasi artistica, uno speciale saper fare, sarà che non scorre il sangue, sarà che questo particolare delinquente riesce a demolire il totem del dio denaro, togliendolo ad altri. basti pensare al boccaccio e al suo buffalmacco, a totò-truffa o al più recente "la stangata". perciò quando ho letto che era in programmazione "il genio della truffa" sono andata volentieri a vederlo, nonostante alcune mie riserve su nicolas cage per il suo ultimo ruolo ne "il ladro di orchidee", viziato da un eccesso di carica interpretativa. ed eccolo il truffaldino roy che, con socio regolamentare, si è arricchito a spese altrui con colpi più o meno raffinati e redditizi. ma il nostro è un nevrotico affetto da mille tic e fobie, dalla paura dello spazio aperto all'igiene ossessiva della moquette. nella sua vita precedente c'è un buco nero, rappresentato da un matrimonio fallito, e una figlia che non ha fatto in tempo a conoscere perché la consorte lo ha mollato prima. roy quindi è molto solo, perseguitato da un profondo senso di colpa che fa aumentare il suo disadattamento alla vita. diciamo che fino a questo punto la storia mi ha preso perché aveva una sua leggerezza e misura, ma poi, quando il protagonista conosce la figlia cimentandosi con il ruolo di padre e viene da lei conquistato fino a farla partecipare alle sue "imprese", le cose cambiano. la narrazione, poco a poco, va scivolando nel banale e in colpi di scena abbastanza scontati nella sostanza, anche se contorti nel modo di presentarli. il film gira a vuoto, prende una svolta drammatica e pesante, con punte farraginose e superflue. di pari passo anche nicolas cage eccede in smorfie, mugolii, tentazioni patetiche con un surplus di ricerca di effetti che non si accorda al tono iniziale. d'altra parte anche la regia di r. scott (regista de "i duellanti" e "blad runner"), molto diseguale nelle performance successive, mi è sembrata preda di un virtuosismo tecnico che tende all'ossessione del particolare, con un ritmo di macchina ansimante e gratuito, una fotografia dilatata ed esagerata nell'uso del primo piano ed espedienti formali troppo scoperti e freddi. e così fino alla fine. alison lhoman ce l'ha messa tutta nell'interpretare, lei ventiquattrenne, la figlia ragazzina, accattivante e bugiarda, ma anche in quel ruolo si sente qualcosa di falso. ho trovato invece ben calibrata la prova dell'amico di truffe, frank (sam rockwell), già visto in "confessioni di una mente pericolosa". efficace anche l'ambientazione in una località della california ,con architetture tra anni '50 e modernismo tecnologico, nonché la colonna sonora con un frank sinatra da culto. in definitiva, per questo genio della truffa, non ho sentito vibrare di simpatia quella parte di noi che ci porta spesso a solidarizzare con l'imbroglione
Sinceramente non sarebbe stata mai una scelta - visto per caso si e' rilevato una piacevole sorpresa - nessun dubbio sul valore di cage ne' tanto meno sulle capacita' del regista anche se dopo il gladiatore e' uscito dalla top list dei registi che vale la pena vedere - film molto gradevole e ben fatto da consigliare visto quello che "passa il convento"
E' un film che si fa scoprire un po' alla volta e che ti riserva sempre sorprese ed emozioni fino al termine. Cage colossale e chi gli sta attorno, "figlia" compresa sono altrettanto superlativi.
Ridley Scott si conferma un grande della macchina da presa.