la houston e garcia si sa, sono grandi, ma secondo me la vera sorpresa è la classe di mick, indimenticabile... e se avesse seguito la carriera cinematografica lasciando il rock in secondo piano? chissà...
Il titolo italiano è, come spesso accade fuorviante (infatti quello originale è semplicemente “The Man from Elysian Fields”), il film, diretto da George Hickenlooper (“Giochi sporchi”), infatti non ha nulla di provocatorio, erotico, sensuale e neppure malizioso, è fondamentalmente un film che parla di una storia d’amore tra il protagonista e sua moglie e per il quale, nonostante i problemi, le incomprensioni e gli abbandoni il lieto fine è assicurato. Decisamente singolare il personaggio di Mick Jagger, ambiguo e schietto (alla domanda di Bayron “Questi affari non ti fanno vergognare un pò?” lui risponde “No. Ma la povertà si”) ma anche romantico: da trent’anni è innamorato della sua cliente più affezionata, interpretata dalla imperturbabile Anjelica Huston.
Andy Garcia (qui anche in veste di produttore) è bello e disarmante come sempre e il ruolo del marito “in difficoltà” sembra calzargli a pennello (fin dai tempi di “Amarsi” a fianco di Meg Ryan).
Brava Julianna Margulies (l’infermiera Carol Hathaway di “E.R.”) nel difficile ruolo di moglie “tradita” ma comprensiva perché molto innamorata del marito e per questo disposta, col tempo, a perdonarlo.
Il compianto James Coburn è qui in una delle sue ultime apparizioni.
Il titolo e' l'unica cosa sbagliata di questo film, il resto e' assolutamente da vedere e consigliare , non banale ma semplice, il film rimane impalpabile volutamente, non ha sussulti clamorosi perche' e' un film non d'amore, bensi' sull'amore. inoltre il tema della dignita' dell'uomo e' trattato con una delicatezza estrema. chi non e' single e l'ha visto da solo (come me), alla fine non avra' fatto altro che pensare al proprio rapporto con la persona amata.
un film assolutamente non americano come approccio al tema e successivo sviluppo. fotografia e colonna sonora eccellenti. attori assolutamente convincenti anche nei dettagli.
E' vero che ognuno si pone in ottica differente a seconda delle sue esperienze ma è anche vero che in un periodo in cui in televisione non passa nulla che sia degno di chiamarsi cinema o che non sia già passato almeno una cinquantina di volte negli ultimi dieci anni. Fatto sta che "L'ultimo gigolò" mi ha emozionato, mi ha fatto ritornare la voglia di film, mi ha stuzzicato la mente, e mi ha anche divertito. Rivedere Mick Jagger dopo tanto tempo e ritrovare Angelika Houston in una particina che la riconferma comunque splendida in tutte le occasioni per non dimenticarmi delle interpretazioni principali di Garcia e Coubun che ho trovato completamente immersi nella parte con dei personaggi perfettamente cuciti sulla loro pelle mi è proprio piaciuto. Ne sono molto soddisfatta. Grazie all'amico (Gio') che me l'ha consigliato.
Margherita
Bravissimo Jagger e la Houston, in effetti Garcia alla sua eta' è poco credibile per fare lo gigolo come il collega in eta' molto avanzata che ricorda la cliente che ha chiesto di farsi leccare i piedi, se ci penso quale donna pagherebbe per farsi leccare i piedi da un anziano? Credo nessuna a parte queste due piccole pecche il film è bello, interessante, e la Houston è davvero brava.