Paganini

Paganini non ripete...in questo caso, per fortuna!

(1/10)

Adoro sia Paganini che Klaus Kinski, ma questo film, mi spiace dirlo, è veramente una delle più grandi ciofeche della storia del cinema!

Myrra, 36 anni, Savona.
(8 Dicembre 2011)

che fine hanno fatto le frasi virgolettate?

(1/10)

eccole: (...) Memore delle esperienze herzoghiane il regista Kinski si adegua all'attore e come qualche acuto critico ebbe a dire: "brandendo la cinepresa come un mitra dirige un film sperimentale, in ritardo" (...) Per chiudere la recensione mi affido alle parole di Kinski-Paganini, rivolto alla piccola folla assiepata durante un'improvvisata esibizione per strada: "Paganini vi saluta. Andate a casa. A cena." Lapidario.

Nessuno, 31 anni, Cuneo.
(9 Luglio 2003)

Paganini non ripete

(1/10)

e meno male! Il testamento di Klaus Kinski dovrà restare unico e consegnato ai posteri in tutta la sua (in)sana potenza. Anno 1987. Dopo il successo senza precedenti dell'Amadeus Mozart di Formann è il turno di questo grottesco Paganini. La (sublime) follia dell'attore è qui portata agli estremi dietro la macchina da presa. Memore delle esperienze herzoghiane il regista Kinski si adegua all'attore e come qualche acuto critico ebbe a dire: dirige un . Credendosi ancora Nosferatu: banchetta a formaggio e vermi (!!!) e si aggira nei tetri (?) palazzi genovesi con candelabri in mano. Interminabili ralentì (in Piazza San Marco lo vediamo avanzare alla moviola per 10 minuti e più) scemenze dialogighe di rara potenza ("suonando, il membro di Paganini diventava eretto"), insistenze ingiustificate della macchina da presa (dove andranno mai tutte le carrozze che si vedono nel film?) sequenze al limite dell'hard... Il folle autore presta la propria voce al musicista genovese (rivolgendosi in "perfetto" italiano ottocentesco al figliolo: "vedi, il violino è come un cuscioloto") e si cimenta quindi in una serie di arditi incontri sessuali (raccontati come stupri graditi alle concupite) dividendosi un ruolo fatto di amor filiale e sesso animalesco. Tra le attrici impegnate troviamo: Dalila di Lazzaro, la sempre generosa Eva Grimaldi, una giovanissima Debora Caprioglio al debutto e udite-udite: Donatella Rettore! Sì, miss "splendido splendente". Uno dei capolavori trash della storia del cinema, accanto ai "must" del regista Ed Wood e al pecoreccio Bambola di Bigas Luna. Che ci faccia poi lo Stradivari di Salvatore Accardo in questa galera è un mistero. Per chiudere la recensione mi affido alle parole di Kinski-Paganini, rivolto alla piccola folla assiepata durante un'improvvisata esibizione per strada: Lapidario.

Nessuno, 31 anni, Cuneo.
(7 Luglio 2003)

Stupendo

(9/10)

ebbene, invece di abbattersi contro questo capolavoro mi sembra giusto parlarne un pochino più approfonditamente visto che essendo un patito di Kinski, l'ho studiato non poco.Ebbene il film è datato 1987, dopo che KINSKY ha cercato inutilmente di prorporre il progetto a vari registi, decide di prendere in manolui la regia e farne un'opera personalissima...Dopo aver scritturato la allora giovanissima compagna Deborah Caprioglio(nei titoli di testa chiamata signora Kinky) e un nutrito cast di giovani attrici di serie b italiane (Di Lazzaro e Grimaldi e un'inedita comparsata della Rettore e della Daquinio) e il figlioletto Nocolai il film viene presentato ai tester italiani sucitando non poche perplessità...il produttore mise mano pesante sul film tagliandolo, rimontandolo, addolcendolo, censurandolo e cambiandone il senso logico originario e si decise così di sitribuirlo nonostante le amarezze di Kinsky che vide la sua opera muilata di circa 20 minuti(come dimostra la scatenata e arabbiatissima presentazione a Cannes con un'infuocato diverbio)...il film chiaramente non fu capito, fu stroncato, ritenuto osceno, hardcore, un puro esercizio di autocompiacimento... a mio parere un capolavoro, da gustarsi nella ora mai introvabile edizione speciale limitata in dvd, con il film nella versione normalmente circolata, la versione originale come voleva il regista, un dietro le quinte di un'ora, presentazioni a Cannes, scene alternative, gallerie fotografiche e opuscolo di 10 pagine...

Ale, 30 anni, Ravenna.
(18 Novembre 2004)

Non è affatto un delirio!

(7/10)

Per comprendere ottimamente il film bisogna conoscere a fondo la biografia del musicista genovese (dalla moglie isterica, al fallimento del casino' paganini a parigi, al rapporto epistolare con l' amico germi e molto altro).il regista kinski, che con la vita del violinista ci mostra anche la sua, lavora in maniera impressionistica e non cronologica dando vita ad un lavoro basato su ghiribizzi e passioni improvvise (anche erotiche). non aspettatevi un ritmo come quello di amadeus!

Francesco, 29 anni, Segrate (MO).
(9 Febbraio 2005)