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Ladri di biciclette

Opinioni presenti: 34
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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supervalutato

(2/10) Voto 2di 10

Non mi ha mai convinto. Credo che la trasposizione di Zavattini del libro di Bartolini sia caratterizzata da un poverismo demagogico, da un messaggio votato più a scatenare emozioni sanguigne che a far riflettere. La visione è quella di un borghese che guarda la povertà dall'alto e che non fa nulla per comprenderla. Ci sarebbe voluto un grande intellettuale per risolvere le cose. De Sica, in generale ottimo attore più che ottimo regista, non era un intellettuale, si fidava di Zavattini, ne era condizionato, nel contempo voleva essere all'altezza della vulcanicità dell'amico e della sua capacità di spettacolarizzare anche la miseria. Zavattini era indubbiamente in buona fede, ma pretendeva troppo da sè. Il film è monotono e scontato, seppur ciematograficamente non dozzinale. De Sica si commuove e ci commuove, ma la sua e la nostra è una commozione dozzinale, da mensa dei poveri, stando però al di qua del bancone. Ritengo sia stato sopravvalutato per ragioni politiche, ma anche per un taglio tematico inconsueto e benefico per il futuro del cinema. Il neorealismo appare oggi una montatura intellettualistica, a bagno maria nel melodramma (Roma città aperta, Sciuscià, Umberto D - un'autentica, involontaria nefandezza -, e più tardi Rocco e i suoi fratelli, ne sono forse gli esempi più allarmanti). Quello meno famoso, tuttavia lo salva: penso soprattutto a Il bidone di Fellini, a Io la conoscevo bene di Pietrangeli, a La ragazza con la valigia d Zurlini, a certo cinema di Germi e, perchè no, anche a certo cinema di Totò, soprattutto a certe sceneggiature di suoi film (La banda degli onesti, Totò Peppino e la malafemmina, Arrangiatevi).



Dario Lodi, 64 anni, Vignate (MI).




Capolavoro

(10/10) Voto 10di 10

Il film è un capolavoro e chi non se ne accorge probabilmente è troppo giovane per capire la realtà sociale descritta (ma l'arte che c'è dietro non si discute). E poi oltre alla straordinaria regia di De Sica, questo è un film di Cesare Zavattini e non una trasposizione filmica del libro di Bartolini come si legge in molti siti web. Il libro di quest'ultimo non c'entra nulla col film tranne che nel titolo. Se il titolo fosse diverso di Bartolini non se ne sarebbe nemmeno parlato.



Roberto, 61 anni, Reggio Emilia (RE).




Commovente e geniale

(10/10) Voto 10di 10

Dopo tanti spezzoni finalmente l'ho visto per intero e nel finale le lacrime mi scorrevano irrefrenabili. Eppure nessuno era morto, non c'erano stati amori tragici, e non era avvenuta nessuna delle classiche sciagure lacrimevoli dei film veramente "scontati". Il regista è riuscito a farci partecipi della storia a tal punto che ci ha fatto piangere per un episodio apparentemente banale. Questa è per me la genialità del film! Certo non è un film di azione, non troviamo attori di grido o effetti speciali: chi cerca questo tipo di cinema si rivolga altrove. Qui trova solo un assoluto capolavoro che va visto anche ricordandosi che è un film del 1948. Questa datazione però non deve scoraggiare i più giovani: se cercate un film intenso e commovente non potete perdervi "Ladri di biciclette", che lascerà sicuramente un segno nel vostro cuore.



Anna, 53 anni, Macerata.




ziogiafo - Ladri di biciclette- 1^ parte

(10/10) Voto 10di 10

ziogiafo - Ladri di biciclette- 1^ parte - Un meraviglioso esempio di cinema puro, interpretato da attori non professionisti, ambientato nella tragica realtà del dopoguerra. "La vita degli umili in un'opera d'arte" ... recita il sottotitolo della locandina dell'epoca."Ladri di biciclette" è veramente un'opera unica,un capolavoro,un grande classico del neorealismo italiano, girato interamente in esterni da un magico Vittorio De Sica. Il film racconta la drammatica storia di un operaio, Antonio, che in seguito al furto della sua preziosa bicicletta, preso da un'indescrivibile ansia cerca di reagire e inizia una corsa forsennata contro il tempo, per recuperare a tutti i costi il maltolto. Uno sfibrante tour de force, lo porta a vagare per un giorno intero per le strade di Roma, insieme al figlioletto Bruno, alla disperata ricerca della bicicletta rubata. Aggrappato ad una labile speranza di ritrovare al più presto quel fondamentale "strumento di lavoro", senza del quale avrebbe sicuramente perso l'incarico di attacchino appena conquistato. Stanco e disorientato quando le ricerche risultano ormai vane, perde di vista anche il figlio che gli trotterellava sempre intorno fino ad un minuto prima, allora, entra nel panico totale. In un momento di lucidità, cerca di ravvedersi e dopo aver ritrovato Bruno ed essersi tranquillizzato, si ferma in una trattoria per mangiare e per fare il punto della situazione. Padre e figlio vivono la stessa angoscia ma non si arrendono e continuano le ricerche. .../... continua nella 2^ parte



Ziogiafo, 50 anni, Napoli (NA).




ziogiafo - Ladri di biciclette- 2^ parte

(10/10) Voto 10di 10

ziogiafo - Ladri di biciclette- 2^ parte - .../... si riprende dalla 1^ parte- La tragica atmosfera, lo stato d'animo dei protagonisti, si avverte anche in assenza di raffinate scomposizioni delle sequenze cinematografiche,dissolvenze o eventuali superflui primi piani, che il grande regista volutamente omette. All'epoca, per questo film, si era parlato anche di un probabile ingaggio del famoso Cary Grant, come protagonista, ma alla fine questo ruolo fu affidato sapientemente al bravo Lamberto Maggiorani, che, da illustre sconosciuto, almeno fino ad allora, ... si collocò all'interno della storia, in maniera così naturale da rafforzarne perfino la credibilità. Con il passar del tempo lo spettro della disoccupazione si faceva sempre più avanti, Antonio in preda allo sconforto, tenta di allontanare il figlio mandandolo a casa, per essere più libero di mettere in atto quello che aveva in mente. Entra in azione ... e, in maniera scoordinata,tenta di impossessarsi di una bicicletta appoggiata ad un portone,sale in sella e scappa, ma viene raggiunto rapidamente sia dal proprietario che non smette di gridare al ladro! ... al ladro! Sia dalle altre persone accorse che lo rincorrono e lo bloccano. Dopo schiaffi e pugni che neanche sentiva in quel drammatico momento,Antonio si accorge di subire questa grande umiliazione sotto gli occhi del figlio, che intanto era ritornato sui suoi passi, quasi avesse intuito le intenzioni del padre. In un finale struggente,Bruno (Enzo Staiola) va a difendere tenacemente il padre, che fortunatamente viene rilasciato per compassione, senza essere denunciato. Il bambino infila la sua mano in quella del padre stringendogliela, quasi a far capire: "Combatteremo sempre insieme in questa vita difficile!". E ... comunque, non ti preoccupare, perchè ci sono anch'io. Un commovente Enzo Staiola, bravissimo in tutto il film.- Il grande cinema italiano ...nel mondo. Da vedere assolutamente !!!- Cordialmente, ziogiafo



Ziogiafo, 50 anni, Napoli (NA).





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