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Tutta la conoscenza del mondo

Opinioni presenti: 7
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Incompiuto

(6/10) Voto 6di 10

Film pretenzioso, a cominciare dal titolo che tradisce un obiettivo ambizioso quanto lontano dall'essere raggiunto. Il "senso della vita" che Puglielli ci vorrebbe spiegare nei 99' della pellicola viene soffocato da una sceneggiatura debole, da una regia che non riesce a tenere il passo di una trama originale, un sogno onirico popolato di strani personaggi a metà strada tra Bunuel e Almodovar... Eppure l'idea c'è. La recitazione anche (la Mezzogiorno in particolare non tradisce le aspettative). Voto 6 di "incoraggiamento" per un'incompiuta. Belle le musiche di Giuliano Taviani.



Filippo, 22 anni, Ischia (NA).




Un film raro

(8/10) Voto 8di 10

Raro nelle intenzioni, raro nei contenuti, raro perché un film del genere non può vendere e dunque tradisce la "religione" contemporanea, raro perché semplicemente mal distribuito. Finalmente qualcuno che parla di spirito, in romanaccio, al Cinema. Complimenti.



Giovanbattista, 28 anni, Roma (RM).




Niente male

(9/10) Voto 9di 10

“Tutta la conoscenza del mondo” rappresenta di sicuro un esempio di cinema interessante; rientra nel filone delle pellicole “new age”(cinema sperimentale) ed il suo autore, Eros Puglielli, tiene fede a questa corrente artistica sviluppando una tematica abbastanza grottesca: quella dei fenomeni paranormali e del rapporto tra l’uomo e la fantascienza. Contrariamente ad ogni mia personale aspettativa, mi sono trovato di fronte ad un film bizzarro ma molto esilarante, ricco di una comicità(o per meglio dire di un’ironia) gustosa e divertentissima, per quanto sia, comunque, “disimpegnata”. La trama in se stessa è non facile da capire: mi riferisco al messaggio metaforico che il giovane regista intende comunicare allo spettatore. Sicuramente, però, emerge la bravura stilistica nell’aver amalgamato curiosi avvenimenti fantastici alla vita quotidiana di personaggi buffi e qualunque. Per Puglielli solo accostandosi alla conoscenza profonda di fenomeni paranormali si può scoprire l’essenza interiore del nostro io, e accostarci ad una visione spirituale della vita, dell’uomo e del suo rapporto col mondo. Questo aiuta ad affrontare più serenamente la vita(lontani dai problemi di ogni giorno) e a trovare in noi stessi le risposte ai problemi esistenziali che ci affliggono. Davvero divertenti tutte le vicende del film: lo zio paralitico che si fa una cultura su fenomeni paranormali e sugli avvistamenti d’ufo; il giovane Marco che, dopo un incredibile miracolo, va alla ricerca del “padre spirituale”, causando disavventure al suo gruppo musicale, gli strampalati “Soncino”; la studentessa Giovanna innamorata persa del suo professore di teologia, matusalemme e depravato; il barbuto e saggio aiuto bibliotecario. Sono personaggi che rimangono: colpiscono non solo per il modo ironico di inseguire i loro desideri, ma anche perché(al di là della cornice di eventi bizzarri e fantastici che avvolgono le loro esistenze) simboleggiano frustrazioni, aspirazioni e vuoti d’animo in cui ciascuno di noi potrebbe facilmente riconoscersi. Bravi tutti gli attori: ma Giovanna Mezzogiorno è super! Bravissima e, soprattutto, bellissima!ha degli occhi stupendi(ne sono proprio cotto!).Peccato solo che la pellicola non abbia trovato un’ampia distribuzione: ma è la solita riprova che, ai primi posti, capitano sempre i super-famosi e i loro titoli prodotti dalle solite potenti società-majors. Puglielli, invece, ha messo su con pochi mezzi un lavoro che sta al di sopra di quelli di tanti suoi futili, giovani colleghi, trasformando la creatività in arte.Decisamente ben fatti anche alcuni effetti speciali e le tecniche di ripresa. Inviterei, quindi, molti a vederlo: il film intrattiene con buon divertimento e,anche se non è un capolavoro, induce a riflessioni intelligentemente curiose. “La pianta non è verde, il verde è solo nella tua testa, e ti impedisce di vedere la verità” spiega lo zio di Giovanna all’incredula nipote: e chissà che non abbia davvero ragione.



Daniele, 23 anni, Napoli (NA).




Al di là del razionale

(7/10) Voto 7di 10

Non sempre è facile entrare in sintonia con ogni dettaglio della natura e del mondo, senza forzatamente tentare di comprenderlo anche negli eventi più irrazionali ed inspiegabili, in quanto non abbiamo ancora gli strumenti necessari per farlo. Non sempre è facile far cadere quel velo di razionalità o presunta conoscenza che abbiamo in nostro possesso, il quale è anzi paradossalmente fuorviante ai fini del nostro avvicinarci alla verità e della nostra partecipazione emotiva a ciò che ci circonda. Marco e Claudio sono i protagonisti di un bizzarro e incomprensibile episodio che segnerà le loro vite: il primo ne cercherà la spiegazione tra le pagine di improbabili libri che parlano di ufo od angeli, scritti da chi può solo supporre o fantasticare. Egli inseguirà la figura di un “maestro spirituale” come baluardo salvifico, perdendosi in questa frenetica ricerca e non cogliendo, o perdendo di vista, che il punto di partenza dovrebbe essere dentro sé e non all’esterno. Claudio si contrapporrà da subito alle spiegazioni comunemente riconosciute, siano esse di stampo razionalistico o fantastico, per dedicarsi a raccogliere e catalogare gli episodi di cronaca “insabbiati”, analoghi a quello capitato a lui, con la speranza che venga assunta una consapevolezza collettiva che non tutto è spiegabile.Il vociare degli imbonitori, così come le spiegazioni ostinatamente scientifiche a tutto ciò che non può essere compreso dalla mente, non differiscono dal sapere cattedratico di un professore di filosofia teoretica, ebbro di se stesso e spesso farneticante quanto i finti “maestri spirituali”, che non tarderà a rivelarsi proprio il personaggio più irrazionale e negativo. Claudio, con umiltà e tenacia, troverà la propria strada, in primis risolvendo i propri problemi personali e debellando le frustrazioni, rendendosi consapevole che solo con animo scevro da retaggi cognitivi o razionali possiamo gioire dell’esistenza allo stato puro, in tutta la sua bellezza e bizzarrìa. Il velo che ci separa dall’essenza della vita è proprio costituito dalla nostra presunzione a voler spiegare tutto con mezzi che non abbiamo; la vita va accettata così, anche nei suoi fenomeni più irrazionali e incomprensibili, la cui spiegazione non può essere alla nostra portata, nemmeno possedendo tutta la conoscenza del mondo.



Rossella, 31 anni, Genova (GE).




Strano! Ma è bello!?

(7/10) Voto 7di 10

Veramente strano! Solitamente disprezzo i film italiani, ma questo riesce ad essere una delle eccezione. A parte la recitazione scarsa di alcuni attori (come il paraplegico e il cantante)è un'opera ben fatta. Abbastanza aggrovigliato da da mantener vivo l'interesse e farti pensare quale sia il messaggio e lo scopo del film. Un messaggio che alla fine non c'è. E' un filosofeggiare sul nulla molto attraente, un cazzeggiare filosofico. La pellicola e la regia sono ottime per l'italia. Da vedere!



Ryot'84, 19 anni, Sassari (SS).





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