Troppo facile criticare per la scena delle pu***tte. E' invece difficile cercare di capire un Fellini che dipinge la sua giovinezza come se la ricorda, senza farsi condizionare dai retaggi della società e della religione. Forse i signori della critica non si sono mai toccati... E non vorrebbero essere inseguiti da una Volpina? E non vorrebbero che la loro donna li desiderasse con la sensualità della Gradisca e li coccolasse come la Miranda? Spesso si cerca di mettere a nudo la realtà, ma quando te la trovi davanti, così semplice e trasognata, la rifiuti perchè ti imbarazza. Fellini se ne frega, ti si racconta senza vergogna e non apprezzarlo è folle.
Un viaggio nella memoria di uno dei piu grandi registi di ogni tempo. "Io mi ricordo", questo il significato in dialetto romagnolo, è una perla assoluta del cinema italiano, e dovrebbe essere studiato ai licei non meno del Manzoni. La leggerezza, la grazia, lo spirito pungente, la satira politica, il gusto dello stupire nella splendida cornice di un autoritratto del regista, che racconta di sè, delle ansie giovanili, dei pensieri proibiti. Un'adolescenza ambientata durante il ventennio, dove questo rimane al margine, con le sue buffonate, le sue violenze dal sapore casereccio, le prepotenze di regime viste con gli occhi di un giovane Fellini, che le ha poi conservate e arricchite per consegnarcele in questo film che non ci si può stancare di rivedere.
Memorabile la scena del nonno nella nebbia, e tutte le presenze femminili, da Magali Noel ne "la Gradisca" a la "volpina" patetica ninfomane di paese, per non dire della tabaccaia,l' essere mitologico che abita nei luoghi della memoria felliniana.
Menzione speciale per Ciccio Ingrassia, che interpreta uno dei più bei pazzi del cinema italiano.
La famosa frase di Fellini "nulla esiste, tutto si immagina" trova in questo film la pietra dove scolpirsi. E noi lo ringraziamo.
Se ci sono 2 persone che sono riuscite a trasferire la poesia del cinema nei loro lavori, questi sono c.chaplin e f. fellini, che nel suo mondo grottesco, ironico, onirico, ma tanto vero (e basta avere conosciuto la romagna di anche solo 20 anni fa, con i suoi personaggi veri e così grotteschi e forse ancora ce n'è qualcuno a savignano sul rubicone, a s.arcangelo, a poggio berni; quel gusto per la battuta e per la voglia di vivere che ancora grazie a dio sopravvive in romagna), riesce a rendere tutta la magia del cinema, la scena del cappelo a pranzo, la gradisca e il suo principe con il generale che esce a passo di una grottesca danza, le ingiurie del padre bloccato in casa col suo cravattino da anarchico,l'olio di ricino, le 1000 miglia, l'internazionale socialista, la visita del duce,i professori e le loro piccole manie, la fisarmonica del matrimonio, l'intimità posteriore, i calamari di quando ti tocchi, le favole del venditore di lupini, la masturbazione collettiva (e chi se è stato un bimbo un pò "monello" non ha fatto cose simili,mi viene in mente benigni e le sue gare con i passaggi a livello...). un viaggio fantastico in un'italia che , senza retorica o rimpianti, non esiste più , nel ricordo di una adolescenza che non può ritornare, ma rimane lì, idealizzata e magnifica nella sua spensieratezza. che poesia.
Certo,è il meno Felliniano dei suoi film, però è uno spasso unico;vedi com'era l'italia degli anni trenta con i suoi paesini con la comari e dall'altro lato i grandi alberghi a 5 stelle e i transatlantici.
Molto bravi tutti gli attori specie Pupella Maggio nel ruolo di Miranda.
Gigante è Fellini persino quando porta la magia e l'incanto nelle piccole cose della realtà! Chi contesta certe scene probabilmente non ha idea di come fosse l'Italia di quel tempo; nemmeno io ovviamente l'ho vissuta ma nei racconti di mio padre riscopro tutto quel vivere anche spicciolo ma spontaneo e pieno di volontà. A quel tempo i ragazzini fischiavano alle donne e si toccavano, andavano al cinema se gli andava bene con qualche mancetta! In che altro modo Fellini poteva evocare i ''piccoli divertimenti'' di quei tempi se non con quelle scene? Non c'era tutto quello che c'è oggi. I divertimenti dei ragazzi erano ''solo'' quelli e non ''anche'' quelli come potremmo dire ora.
Fellini ci guida con grande capacità evocativa e semplicità in un quadro che raffigura molto dei nostri antenati, delle nostre radici.