È un film da critico cinematografico, belle immagini ma la storia è una banale descrizione di una vita in periferia di una classe disagiata.....lento come la morte non mi ha preso per niente anche se l'ho comunque visto fino alla fine. a me di solito piacciono i film impegnati o che vogliano dire qualcosa ma qui la noia e troppo grossa che quasi la tocchi con le mani. e comunque il messaggi non è così profondo.
Straordinaria misura narrativa. Equilibrio, misura, felicita' di tocco. Il nulla della middle-class inglese trasformato in mito. L'inconsistente sgradevolezza delle vite comuni scolpita nel marmo. Capolavoro del cinema di ogni tempo e paese. Timothy Spall che batte se stesso. Leslie Manville che regge un ruolo di incredibile difficolta' recitativa. Dialoghi lavoratissimi. Incantevole. E' anche noioso questo film? Certo, e' anche noioso. Ci si annoia a vedere Shakespeare, ci si annoia a leggere Victor Hugo, ed e' giusto che ci si annoi a guardare questo colpo d'arte che si chiama All or Nothing. Ma che possa cadere il cielo sulle nostre teste, se quest'uomo, questo Mike Leigh, non e' un grande.
Certamente un film da vedere, che lascia un segno.un ottimo esempio di come da una situazione di estremo degrado e solitudine si possa arrivare ad un recupero insperato dei rapporti interpersonali.l'abbraccio tra phill e la moglie è un raggio di luce improvviso che squarcia il buio e l'incomprensione tra i due,che nel finale sembrano rigenerati dalla voglia di ricominciare...
film duro che non sconta niente sulla condizione di disagio e difficoltà di un gruppo di persone nella depressa periferia Londinese.
Film di qualità da vedere per riflettere e per non dimenticare.
Dolorosissimo entrare in queste immagini, nei suoi dialoghi crudelmente umani, troppo umani.Quello che viene descritto sembra un paesaggio devastato, un territorio svuotato d'ogni possibilità. Questo apparente deserto morale e affettivo viene raccontato per cenni, con riferimento a personaggi e a situazioni che tornano nell'indifferenza della circolarità narrativa, e di cui non si colgono i legami reciproci. Ognuno così emerge ai ns. occhi in una sua sconfortata solitudine trascinando giorno dopo giorno un'esistenza senza senso: sussuri e grida, mai parole e discorsi completi. Basterebbe una parola, il coraggio di uno sguardo. Anche se d'improvviso, nonostante ogni miseria e ogni abbandono, il niente che li minaccia si apre, e il tutto dei loro cuori e delle loro anime corre su ponti di parole.