Ragazzi, per me questo è un film troppo divertente, almeno è da due mesi che io ed il mio amico recitiamo le battutte di questo film, ed ogni volta che lo facciamo è un susseguirsi di risate. "Iachinu u sti**hiu bellu iè? - Mi**ia i Lussu! - Amuni' mangià, amuni' ca ni ni iemu a ficcari!"; "Si scannassinu fra ri iddi Lo Giudice, chi mi**ia ni ni futti a nuiautri"; "Bonggionno Mago Zores, ma com'è ca a proscessioni nun c'è nuddu. - Chi boi ca ti ricu? - Su Pari ancora ta scippu a ricchij". Comunque è vero che il film non ha un senso logico, ma per me rimane di grande comicità, forse perchè sono un siciliano D.O.C.
Beh che posso dirvi ragazzi, consiglio la visione di questo film soprattutto ai siciliani, anche perchè gli attori parlano in dialetto, e lo consiglio soprattutto per delle persone che amano delle battute che poi alla fine non sono battute, ed è proprio questo il bello di questo film, è questo dove un siciliano vero ride, perchè si sente in queste battutte proprio la spontanietà. Comunque, ragazzi vedetelo, io mi sono divertito, spero vale anche per voi, e poi "Come dice il proverbio.......Bongionno!!!"
Voi siete tutti matti , questo film è vomitevole. Certo era divertente su raitre vedere il ciccione nudo che gettava fiori e scoregge alternandole ma fare un film su quel filone è veramente abominevole.La scena iniziale dell'asina prostituta già fa ampiamente capire che sarebbe meglio spegnere ma poi altre perle si susseguono.La cosa più schifosa che mi sia mai capitato di vedere.Adesso vado a mettere sù il dvd di Giovannona Coscialunga che è meglio.E fatelo anche voi pseudointellettuali.Voto inclassificabile
un mio caro amico mi ha consigliato questo film dicendo che se riuscivo a vederlo tutto avrei dovuto raccontargli il finale perchè lui era riuscito a guardarlo fino a un quarto d'ora dalla fine...dopo cinque minuti di film ho capito il perchè...sarà un filmone nel suo genere ma mi sa che questo genere non fa proprio per me...
comunque sono riuscita a guardarlo fino in fondo ma non sono riuscita a raccontargli la fine...ancora lo sto ringraziando per la serata entusiasmante(???)che mi ha regalato!!!!
Ho profonda stima,e sempre ce l’avrò,nei confronti di Daniele Ciprì e Franco Maresco.Tutti i loro sketch di “Cinico tv”(che,purtroppo, Rai 3 non trasmette quasi più)mi hanno sempre divertito tantissimo,anche quelli più,e troppo,volgari.Ma devo dire in tutta onestà che mette in una condizione “imbarazzante” il dover opinionare “Lo zio di Brooklyn”,il loro film d’esordio registico.Innanzitutto perché non si tratta di un vero e proprio film:può apparire,più che altro,un’aggregazione di sketch slegati,marcatamente disgustosi,nei quali il presunto messaggio metaforico(se ce né uno) non traspare nemmeno minimamente.Ciò che ho rilevato positivamente,invece,è la descrizione di un certo clima di mafia che aleggia fortemente sull’isola(i boss,lo zio venuto da Brooklyn,l’omertà),e,in secondo luogo,lo scorrere ininterrotto di immagini periferiche ricche di uno squallore indescrivibile(è giusto mostrare con tragicomica crudezza la realtà di degrado e abbandono delle città del profondo Sud per far,tra una risata e l’altra,seriamente riflettere).Ciò che non manca sono proprio alcune scene di puro ribrezzo:una mostruosità umana che si leva un occhio;un anziano che si strozza col pollo e lo vomita a non finire;peti sonorosissimi;l’accoppiamento fra un uomo e un’asina…insomma,ce né per tutti i gusti.I due autori siciliani sostengono di far tutto questo per sviluppare il tema narrativo del “cinema del brutto”.Posso anche essere d’accordo,cari Ciprì e Maresco,ma manca lo stile:non c’è regia cinematografica;la trama è inconsistente;troppe scene orride che sopprimono un eventuale nobile messaggio da voler comunicare allo spettatore;nessuno spunto serio di ironica critica sociale o civile del nostro Paese. Pasolini è lontanissimo,almeno per questo “film”:lui sapeva conferire grande ricchezza culturale ai suoi lavori, e sapeva cosa significava dover cinematograficamente costruire una pellicola.”Cinico tv”va bene per il piccolo schermo:ma,per la sala, ci vuole ben altro che una copia eccessivamente ed inutilmente disgustosa di esso. Ad ogni modo,tecnicamente,mi sento sinceramente spinto a far salvi,del film,la fotografia(un bianco e nero unico) e le naturali scenografie urbanistiche(degrado infinito!).Comunque,tra gli “attori”, vanno simpaticamente segnalati Giuseppe Paviglianiti(lo scorreggione grassone che mangia con i cani,e il ciclista Francesco Tirone,morto qualche tempo fa).Penso,quindi,che “Lo zio di Brooklyn”abbia costituito un ‘occasione fin troppo sprecata.Si poteva davvero tirar fuori un lavoro di intelligente ironia.Invece è un maldestro e disgustoso tentativo di “denunciare” con tragica “comicità” la buia realtà,non solo umana,della Sicilia.Si ridacchia,con senso di forte schifo.La pernacchia che chiude il film ha un chè di veritiero.Se i critici lo accodano al cinema pecoreccio, gli si può dar torto?.Con tutta la buona volontà,no.Ciprì e Maresco hanno delle buone capacità,senza dubbio.Ma bisogna migliorare parecchio per non ricommettere simili passi falsi.
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(7/10)
