Io non dovrei dire la mia perchè sono di parte;) Daniel Auteuil per me è un grande attore..sa interpretare qualsiasi parte gli venga affidata. Non è bello, eppure ha un fascino estremo con quello sguardo che sa esprimere emozioni forti...trattenendo lo spettatore incollato allo schermo con il fiato sospeso dall'inizio alla fine del film. E' un uomo vero, reale, non uno di quegli attori da copertina. I suoi modi sono tipicamente francesi, eppure esprime una carica che potrei definire "ribelle" forse dovuta alle sue origini algerine. Anche la storia è carina, un racconto sui buoni sentimenti. E' bello vedere che ci sono ancora films con una morale. Ma non mi sento di prendermi la responsabilità di dare al film 5 stelle perchè onestamente la storia non mi ha colpita eccessivamente.
Un'intensa passione d'amore e un forte sentimento di positivita', raccontati con un linguaggio essenziale e privo di clamore che riesce ad esaltare al massimo grado la potenzialita' della trama.
Vale la pena vedere questo film anche se poco movimentato e forse un po' scontato alla fine. Daniel Auteuil bravissimo come al solito, Juliette Binoche un po' meno però lei è sempre una presenza gradevole. Forse un film non adattissimo per i giovani perché più apprezzabile dagli adulti. Comunque un film ben riuscito.
"L'amore che non muore" mette in scena un conflitto che il cinema ha raccontato già molte volte: quello tra morale individuale e morale sociale.Madame La (Juliette Binoche) e suo marito il Capitano (Daniel Auteil) sono due individui fuori dal comune, a cui non piace sottostare alle regole sociali. Il loro è un continuo trasgredire, sottrarsi, trascurare quel piccolo mondo rigido e un po' ottuso dell'isola di Saint-Pierre. Il loro modo di andare contro le norme sociali, di sottrarsi alla logica del potere, non avrà esiti felici, visto che la vicenda finisce in tragedia. Del resto, il potere se non è adulato e rispettato, alla prima occasione si vendica..Ci si chiede perché il Capitano si accanisca in modo così donchisciottesco contro la rigidità dei suoi superiori assecondando un gioco, quello di sua moglie, dei cui esiti egli è perfettamente consapevole (mentre lei sembra non esserlo). Il film accenna vagamente al passato travagliato del Capitano, facendo intendere precedenti scontri con la mentalità del suo tempo (che gli valsero il trasferimento da Parigi alla fredda isola di Saint-Pierre). Ma in questa vaghezza il film pecca non poco, perché la mancanza di una ragione rende incomprensibile il comportamento del Capitano, indebolendo la struttura del film. Di conseguenza, il modo di fare dei due protagonisti può essere percepito come eccessivamente controproducente, non realistico, gratuito.D'altro canto, la bellezza della vicenda raccontata risiede proprio in questo, nel sentimento di libertà che i due protagonisti ispirano per il loro incessante seguire se stessi senza piegarsi alla logica del compiacere..Dal punto narrativo, la seconda parte è sicuramente migliore della prima: il regista riesce a creare una certa tensione emotiva.Ottima l'interpretazione di Daniel Auteil, perfetto nel ruolo del Capitano innamorato, intransigente e fatalista.Dal punto di vista cinematografico il film non delude: buona la regia e la fotografia..Chi va a vedere questo film deve lasciare a casa il buon senso e il senso della realtà per riuscire a "dribblare" i suoi eccessi e le sue cadute nel patetismo.