Ma QUANTO ho potuto ridere vedendo questo film??!Un film corale in cui tutti e dico tutti, sono bravissimi e caraterizzati al punto giusto. Si, forse alcune cose sono tratteggiate in maniera un pò superficiale dai registi ma credo proprio che la loro sia stata una scelta, punto e basta. Senza nulla togliere agli altri - tutti completamente nella parte e decisamente versatili- una menzione speciale per le battute a raffica di Maurizio Mattioli e alla simpatia/bravura di Rocco Papaleo. Per non parlare di Massimo Ghini, bravissimo nella parte del marito fedifrago e traditore. Da rivedere e rivedere.
Mi sono avvicinato a questo film quasi per caso, non ricordo nemmono se fosse stato molto pubblicizzato al momento della uscita al cinema, e ne sono rimasto favorevolmente impressionato.
Come anno precisato gli autori delle due recensioni, non si tratta di un capolavoro, ma non ha queste pretese, il film raggiunge lo scopo di farti sorridere in alcune scene e pensare in altre, non mancano le gag e non mancano i problemi della vita di tutti i giorni.
Sicuramente è una pellicola dai buoni sentimenti e come in ogni commedia che si rispetti possiede un ottimo lieto fine, ma non è analizzando i contenuti psicologici del film che bisogna parlarne, infatti i temi trattati sono tanti e nessuno approfondito veramente, ma più per scelta dei registi che per colpa. Si tratta dunque di un buon film dove gli attori scelti saggiamente svolgono il loro ruolo a puntino, molto brava Elena Sofia Ricci, caratterizzando a sufficienza i loro personaggi.
Il film ti intriga, ti fa sorridere e ti lascia di buon umore, insomma non manca nulla per non farselo sfuggire...buona visione!!
E' forse fino ad oggi il film migliore e più maturo dei fratelli Vanzina, considerati da sempre la "feccia" cinematografica per antonomasia, anche dal quel pubblico che va a vedere i loro film facendo loro incassare miliardi ogni anno. Tre famiglie abituate da anni a riunirsi ogni domenica per il rito molto borghese del pranzo dalla madre rimasta vedova, si trovano a dover fare i conti con tutta una serie di problemi non da poco, e dover a rimettere in discussione tutti i loro rapporti e le loro dinamiche interne dopo che la donna è finita all’ospedale per un incidente domestico. Una commedia dal soggetto più serio e denso di riferimenti all'attualità, ma tenuta sempre su un registro leggero. I Vanzina ce la mettono tutta per emulare il Benvenuti di "Benvenuti in casa Gori" e seguito, e il Monicelli di "Parenti serpenti", ma si vede che la mano del regista è più leggera, ha un altro stile più “spettacolare” com'é loro consuetudine e non affonda più di tanto. In diverse sequenze, tuttavia, soprattutto in quella iniziale del pranzo che da il titolo al film, gli autori si avvicinano molto ai celebri modelli, pur senza soffermarsi troppo sui momenti di malinconia e di riflessione, e bilanciandoli subito dopo con la loro comicità più di cassetta. Personaggi tutti molto bene caratterizzati, molto bravi e ben scelti tutti gli interpreti, un cast pregiato come non si vedeva da un po’, con una menzione particolare per Massimo Ghini, un’ottimo e insospettato acquisto per la commedia nostrana, che si spera non rimanga una parentesi isolata, e la ritrovata Giovanna Ralli, in ottima forma come sempre nel ruolo della madre dal carattere insopportabile ma sinceramente attaccata alle tre figlie e disposta a tutto per il bene loro e delle loro famiglie; e Rocco Papaleo, a cui tocca il personaggio migliore, più simpatico e più significativo, un giornalista molto di sinistra idealista e combattivo, che non riesce a mantenere a lungo un posto di lavoro per la sua coerenza e la viscerale incapacità di accettare compromessi. Se qualcuno aveva dei dubbi sugli orientamenti politici dei Vanzina, considerati talvolta “di destra”, eccolo servito. I due autori sembrano persino smentire loro stessi, che si definiscono, come il loro padre (ma anche qui ci sarebbe da discutere), “liberali” (“veniamo da una famiglia liberale”), e “fortemente legati a questa tradizione politica. Ma in un’accezione assolutamente lontana da quella che le viene conferito oggi”, precisa il regista. E’ infatti fin troppo evidente, e anche abbastanza sorprendente, a chi vanno le loro simpatie nel film, assai più che liberali e assolutamente non berlusconiane, sebbene affermino che il film non abbia un suo “distinto colore politico” (vedi l'intervista sul sito di "Vacanze di Natale"). Una bella sorpresa, che merita sicuramente di essere vista, senza aspettarsi di ritrovare i modelli più “alti” di cui sopra, e senza partire prevenuti come al solito, della serie “tanto è la solita stronzata dei Vanzina".