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La sottile linea rossa

Opinioni presenti: 189
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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noiosissimo

(1/10) Voto 1di 10

Cat di attori stellare, bella la fotografia, ma film noiosissimo. non sono di quelli che creiticano un film perchè lento. la lentezza spesso consente di riflettere. ma qui non si tratta di lentezza, si tratta di guardare qualcosa di soporifero. evitatelo!



giulius33, 37 anni, milano (MI).




"guardo quel ragazzo che sta morendo, non sento niente"

(9/10) Voto 9di 10

ho visto questo film sapendo solo e soltanto che fosse sulla guerra, ma dopo la visione penso che definirlo cosi sia abbastanza riduttivo perchè non è il solito polpettone dove gli americani vanno alla conquista di qualche territorio o di un'isola fluttuante del mondo di avatar, ma molto, molto di più; già dall'inizio si nota una certa originalità, un certo stile e messaggi forti; c'è da dire che da un lato il film è molto riflessivo e struggente, dall'altro tutto quanto è supportato dalla prova encomiabile della maggior parte degli attori che ricoprono ruoli importanti (e non sono pochi... credo sia raro vedere un cast talmente pieno di grandi nomi hollywoodiani che alcuni di essi vengono relegati a parti marginali), da cui spicca caviezel non solo perchè interpreta il personaggio che più esula dal discorso della guerra, della rabbia, ecc., ma anche per la scena in cui viene ucciso, che è l'apice del messaggio che vuole trasmettere il film, ovvero perchè? perchè tutto questo male e odio? altri film come "i 3 giorni del condor" darebbero una risposta abbastanza ovvia e pragmatica, cioè perchè è il prezzo della libertà, il prezzo per il benessere in cui viviamo, il prezzo per condurre un certo tenore di vita a danno di altri; nel film di malick in realtà non si vuole trattare l'aspetto reale, bensì quello esistenziale, inteso come perchè della violenza, perchè farsi del male, perchè la vita è cosi cruda e spietata, senza puntare il dito contro qualcuno (tant'è che sia i giapponesi che gli americani in realtà non vengono dipinti come buoni/cattivi, piuttosto come pedine quasi inconsapevoli di un "gioco" dove bisogna ammazzarsi e basta); di grande impatto emotivo certe sequenze, tra cui le urla, la follia e il panico degli ostaggi giapponesi, gente tramortita e mutilata a terra che viene tranquillizzata dai propri alleati in un contesto dove ogni individuo è "come un piccolo carbone tolto dal fuoco" e dove qualcuno si accorge che uccidere un proprio simile dovrebbe essere prima di tutto una grossa mazzata alla propria coscienza (e non un qualcosa di meccanico e asettico, come suggerisce il titolo della mia opinione, nonchè frase presa in prestito dal film); il distacco da questo orrore lo si nota soprattutto comparandolo con le immagini di caviezel nella tranquillità del villaggio degli autoctoni e nella spensieratezza dei soldati che si tuffano nelle acque del meraviglioso paradiso terrestre dove è ambientata la vicenda; tra i film che criticano l'assurdità della guerra è quasi sicuramente uno dei migliori, impossibile non riflettere anche un secondo dopo la visione; da proiettare nelle scuole e, magari, pure nelle caserme



raffa, 24 anni, bari.




il male

(9/10) Voto 9di 10

questo non è un film sulla guerra, è un film sul male. la battaglia è solo uno sfondo. assistiamo al dramma vero degli esseri umani messi in condizione di potere fare del male (siamo in guerra, si può fare), e allora ci troviamo a pensare: "è questa la vera natura umana? o c'è spazio per un barlume di umanità?" questo è il tasto che batte la pellicola: perchè il male?



alessio, 27 anni, verona.




Esasperante

(3/10) Voto 3di 10

Amo i film di guerra. E non necessariamente infarciti di azione e sangue a tutti i costi, anzi. Ma reputo tale film una vera prova di forza per pazienza, concentrazione e volontà di portarlo a termine. Lento, LENTISSIMO, pomposo e ruffiano, eccessivamente introspettivo in modo del tutto forzato, come hanno scritto in tanti sotto di me "filosofeggiante" fino allo sfinimento e statico come pochi titoli ho visto nella mia vita. Nota positiva: il sempre ottimo Sean Penn.



Andre, 23 anni, Milano (MI).




La guerra secondo Malick

(8/10) Voto 8di 10

La sottile linea rossa si presenta come un film diverso dagli altri (Salvate il soldato Ryan, Full Metal Jacket e Apocalypse Now). Malick oltre agli spari, alle urla strazianti dei soldati feriti aggiunge pensieri e riflessioni su come l'uomo si distrugge con la guerra. La fotografia splendida e la convincente interpretazione degli attori danno forza al film. Anche le scene di guerra sulla collina sono realizzate molto bene. Ma il film può annoiare per chi è abituato a vedere film di guerra diversi.



Giacomo Molay, 26 anni, Milano (MI).





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