A chi legge questi commenti per farsi un'idea sul film e decidere se vederlo o meno, dico che a qualcuno potrà sembrare un film piatto se quello che si cerca è l'azione. Ma, a chi piace vedere un film con una bella colonna sonora, e in questo qui le scene e la musica si mescolano come non avevo mai sentito in nessun altro film, lo consiglio vivamente e consiglio poi di ascoltare in particolare la traccia "Playground". A volte bisognerebbe concentrarsi un po' di più sui meriti della colonna sonora nel rendere emozionante una storia. Se in più Edward Norton piace perché trasuda fascino in ogni movimento, c'è una motivazione in più per vederlo!
Davvero un grandissimo film. Favoloso. Non può non piacere! È un capolavoro, sotto ogni aspetto. Figuratevi che a me Norton non piace, anzi... Eppure qui è favoloso (che sia bravo è innegabile). Un film che va decisamente visto... Voto? Merita 9
E' sicuramente l'opera definitiva di Spike Lee, un autore discontinuo che negli anni non ha sempre confermato la straordinaria ispirazione dimostrata in film come Fà la cosa giusta e Jungle Fever. Qui realizza il film che sancisce la sua definitiva maturazione, il suo capolavoro. E lo fa partendo da quello che sa descrivere meglio: New York. Come solo Allen e Scorsese seppero fare, qui la città simbolo dell'America assume il ruolo di coprotagonista. Vedi i protagonisti muovercisi all'interno e ti accorgi che essa è più di un semplice scenario bensì è l'esemplificazione del sentimento di dolore che un favoloso Edward Norton porta dentro di sè. Attore e set si muovono all'unisono creando un tutt'uno imprescindibile, di folgorante malinconia. La scena dello specchio, riciclata con una classe disarmante dal precedente Fà la cosa giusta, entrerà di diritto nella storia del cinema. Norton si conferma probabilmente il miglior attore della sua generazione ed intorno al suo personaggio si muove una schiera di professionisti di fantastica capacità. Barry Pepper, Philip Seymour Hoffman, Brian Cox e Rosario Dawson, attori troppo spesso sottoutlizzati (e sottovalutati), disegnano con grande maestria i propri personaggi e sarebbe ingiusto considerarli comprimari in quanto ognuno di loro è capace di lasciare il segno.
I film troppo perfetti mi mettono un pò a disagio. Del cinema mi piacciono le storie, anche spicciole, anche se all'apparenza banali. Al resto do meno importanza. Invece qui c'è una storia, e c'è tutto il resto, c'è "il cinema". La storia è anche piccola, quella di Monty (Edward Norton), furbo bianco che si fa strada spacciando. La cornice è una bellissima New York, qulla ferita del dopo l'11 settembre. La musica è imponente, è forte quanto le immagini e alimentano una tensione, sottile, che è sempre presente. Il film ha un ritmo sincopato. Monty finisce nei guai, tradito, e non sa da chi. Cerca di capire e si rivolge ai suoi amici più fidati, quelli dell'infanzia; uno fa il professore al college, l'altro il trader di borsa (Philip Seymour Hoffman). Personaggi che parlano di New York e dell'america: personaggi lineari. Monty ha una ragazza stupenda, portoricana, che si chiama Naturelle (Anna Paquin) ma non sa più se crederle. Monty ha una guardia del corpo, un ragazzone di 200 chili, ucraino. Monty ha un cane bellissimo, strappato alla morte. Al Monty tradito si prospetta la galera. Monty si guarda allo specchio e manda al diavolo tutto, in preda all'angoscia e forse ad un senso di ingiustizia: una carrellata sulle contraddizioni razziali americane. Quando l'ora della verità arriva, Monty chiude gli occhi. Sullo sfondo, più forte che mai, la bandiera americana che sventola, il sogno americano che vuole restare vivo, nonostante tutto. Questo è Cinema, più che una storia.
... come d'altronde sono quasi tutti i film di Spike Lee. Una storia bellissima e un finale che ti coinvolge talmente tanto a stringerti il cuore per la fine che farà Monty. Mi piace anche perchè è molto riflessivo e si riescono a capire benissimo i suoi deliri e le sue paure..