Opera prima un po' "clandestina" (super8, audio artigianale) del ns Nanni, chi ha seguito tutti i suoi lavori di certo non rimarrà spiazzato da questa sua prima fatica. C'e' sempre il disincanto, la rottura, la ribellione, il fatalismo tipiche delle commedie Morettiane il tutto associato a dei valenti attori e caratteristi (c'e' pure con una piccola parte il Minzolini del tg1). Nota di merito al bambino Andrea e direi spassosa la scena della rappresentazione (sognata) con pubblico inferocito ed urlante. Concordo con il primo commento, magari una restauratina alla pellicola non sarebbe male in qualche frangente mi sembrava di assistere a un qualche film sovietico degli anni '60 di Končalovskij (ovviamente massimo rispetto) :))
Questo film è stato di una ipocrisia tremenda....è estremamente palese la voglia del regista di andare contro corrente ,senza delle solide basi e puntando esclusivamente su una ricerca di clamore
C'è già tutto. Incredibile...viene da chiedersi come lo avrei preso se non conoscessi il regista...insomma, cinico, irriverente, appena meno satirico di Ecce Bombo (appena!) sempre intelligente, sempre gradevole. Un lungometraggio insperatamente maturo da parte di un autore (allora) così giovane, uno stile caustico e dialoghi quotidiani, grotteschi, disarmanti...
Chi ama Moretti resterà sorpreso. Il suo cinema è già qui, neppure troppo "in embrione" : Michele che vuole sentirsi "meno a destra" rispetto a chi porta un orecchino "...o mangia due patate a pranzo..." (?!), Michele con i suoi velleitari imaginifici amici, Michele contro il cinema italiano, Michele e i suoi maldestri atteggiamenti con le donne (donne sempre in balia di oscuri quanto comodi destini), Michele contro le avanguardie....ve l'ho detto: c'è tutto. Il passo di qui a "Ecce Bombo" è brevissimo.
Un appunto a Simone: credo che la scena della mazzata al critico sia sognata da Fabio, così come la reazione di popolo alla prima messa in scena dello spettacolo (quando tutti urlano e si spaccano le sedie sui gropponi...).
Grazie Nanni!
Questa pellicola del 1976 segnò l’esordio di Nanni Moretti sul grande schermo (anche se pochi ormai lo ricordano ancora), e contribuì a creare il “fenomeno” Moretti (o anche Morettismo), che allora tanto interesse suscitò tra critici cinematografici e addetti ai lavori. Nanni divenne, in altre parole, un divo fuori dai canoni, girando questa pellicola col Super-8 (una piccola telecamera ormai in disuso), gonfiato in 16 mm. Aprì dunque nuovi orizzonti, dimostrando come fosse possibile fare cinema di successo anche al di fuori del “cinema” ufficiale, senza cioè grandi case di produzione alle spalle. Il film, girato per rimanere “tra amici”, proiettato in un cineclub riscosse un successo enorme, tanto da far salire agli onori della cronaca lo stesso Moretti, allora poco più che ventenne. Qui Nanni indossa i panni del suo alter-ego Michele Apicella. Michele è un post- sessantottino abbandonato dalla moglie, disoccupato e con figlio a carico, per il quale non nutre un grande affetto: guardandolo fare colazione viene assalito da “un istinto netto a strozzarlo”, poi represso. Il suo amico Fabio (lo smunto Fabio Traversa) sta cercando di mettere in piedi uno spettacolo teatrale “off”, sulla scia della moda del tempo, e lo convince a prendere parte al progetto. Insieme ad un gruppo di amici, tra cui Giorgio, professore segretamente innamorato della sua dirimpettaia, mette in piedi una sgangherata compagnia teatrale. Il risultato? Il pubblico, esaurito, darà in escandescenze e uno spettatore aggiungerà allibito: “E’ una masturbazione!”. In questo film risalta già la vena critica di Nanni, che gli farà accaparrare non poche antipatie. Michele ne ha per tutti: dai bancari che indossano pantaloni con la piega, al cinema sexy dei ’70, a Gian Maria Volontè (“troppo impegnato!”),per finire con Lina Wertmuller. Riguardo quest’ultima, prima si domanda come mai il giornale consigli il suo “Pasqualino settebellezze”; poi, appreso dall’amico Fabio che verrà insignita di una cattedra presso un’importante università americana, vomiterà di verde (come Linda Blair ne “L’esorcista”), preso dal ribrezzo. Sono presentate in stato embrionale alcune tematiche poi riprese nel successivo “Ecce bombo”: lo smarrimento della gioventù post-sessantottina, la crisi della famiglia, l’incomunicabilità , i problemi con le donne. Beniamino Placido, redattore, compare qui nei panni di un noto critico teatrale: chiamato da Fabio per assistere alla “prima” dello spettacolo, criticherà l’ignoranza del giovane, beccandosi pure una sprangata in testa dal furente Michele. La pellicola, che come tutti i film di Nanni (ahinoi) passa poco in televisione, andrebbe comunque restaurata: l’immagine è un po’ opaca e il suono “coperto”. Da rivalutare e riscoprire: quest’opera prima di Moretti lo merita davvero. Aspetto vostre considerazioni, ciao!
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(7/10)
